Festa del Cinema di Roma: Filmstudio mon amour di Toni D’Angelo

Creato il 22 ottobre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
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  • Anno: 2015
  • Durata: 68'
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Toni D'Angelo

Non retorico, filologicamente rigoroso, commovente: il tributo che Toni D’Angelo, insieme al testimone storico per eccellenza, Armando Leone, ha reso al Filmstudio, è un atto d’amore che non scivola mai nei toni della celebrazione gratuita, ma, rischiando anche di non piacere a tutti, ripercorre, nei tempi consentiti da un documentario, la storia di uno dei più importanti centri culturali della capitale, dalle origini (1967) fino ai nostri giorni. Quello di Toni D’Angelo è un lavoro che ha richiesto diversi anni di documentazione per ricostruire, almeno in parte, il materiale cinematografico che nel corso del tempo è sfilato sullo schermo dello storico cineclub romano. Il cinema sperimentale di Alberto Grifi, quello d’avanguardia di Norman McLaren, il cinema del movimento femminista, le opere della Nouvelle Vague francese, dell’espressionismo tedesco, dell’underground americano, tutto il meglio della Settima Arte ha trovato una naturale sede in quel cinema situato nel cuore di Trastevere, fondato da Americo Sbardella e Annabella Miscuglio.

D’angelo, però, non si è limitato a un’attenta opera di ricerca, ma, proprio per rendere un naturale omaggio agli autori in cui si è imbattuto durante il lavoro di indagine, ha cercato anch’egli, riuscendoci, di sviluppare un linguaggio creativo per togliere la patina di polvere accumulata sui chilometri di pellicola conservati negli archivi del Filmstudio. Non mancano, ovviamente, le testimonianze di alcuni dei più importanti registi del panorama cinematografico italiano e internazionale, da Bertolucci a Vittorio Taviani, da Wim Wenders a Nanni Moretti. Quest’ultimo, in particolare, deve davvero molto al Filmstudio, considerando che il suo primo vero lungometraggio, Io sono un autarchico, venne proiettato per la prima volta nel cineclub romano, e, sera dopo sera, vista l’alta affluenza di pubblico, divenne un vero e proprio ‘caso’, lanciando la fortunata carriera del regista romano. Anche i primi film di Wim Wenders trovarono l’unico luogo italiano disposto ad accoglierli nel Filmstudio, e pellicole come  Nel corso del tempo riscossero un enorme successo, tant’è che saranno numerose, in seguito, le retrospettive dedicata al cineasta tedesco. Ripercorrendo il lungo arco di tempo in cui si sviluppò l’attività del Filmstudio si giunge anche al difficile periodo della metà degli anni ottanta, quando una lettera di sfratto divenne esecutiva e il cineclub fu costretto a portare avanti le sue iniziative in sedi itineranti, appoggiandosi ad altri spazi. Questo esilio durò fino al 2000, anno in cui la sede storica venne recuperata e si ripartì con una rassegna dedicata a Cinema e Spiritualità, nell’anno del Giubileo. Armando Leone, anima storica del Filmstudio, che dalla fine del 1977 gestisce con passione e sacrificio, ha coadiuvato in maniera sostanziale l’attività di ricostruzione che Toni D’Angelo ha realizzato,  dando accesso a tutto il materiale a sua disposizione, nonché testimoniando della sua esperienza diretta sul campo.

D’Angelo per la seconda volta, dopo Poeti, interessante incursione nel mondo della poesia contemporanea romana, torna al documentario, intervallando la sua cinematografia di fiction, e lo fa con umiltà, utilizzando il cinema come strumento attraverso cui attingere nuove conoscenze, in primis personali, da condividere con il pubblico. Un’idea di cinema la sua (e di questi tempi trovare un regista con un’idea di cinema – opposta alla logica del ‘cinema di idee’ – non è poco) efficace, propositiva, creativa, come un laboratorio che promuova una continua ricerca. A questo giovane regista vanno i nostri complimenti.

Luca Biscontini

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