- Anno: 2015
- Durata: 90'
- Genere: Film a episodi
- Nazionalita: Israele, Palestina, Francia
- Regia: Ahmad Barghouthi, Tal Oved, Matan Gur, Lily Sheffy Rize
“Negli anni ho lavorato sempre con persone che non solo non si conoscevano, ma non parlavano nemmeno la stessa lingua. Molti israeliani considerano i palestinesi dei potenziali terroristi, i palestinesi considerano gli israeliani dei soldati, un simbolo dell’occupazione. Tutto ciò ostacola la conoscenza e la comunicazione.
Non mi illudo che l’arte possa incidere sulla politica: la realtà in cui viviamo è troppo complessa. Però so di aver creato un gruppo di giovani pieni di energia, decisi a fare un passo avanti. È un piccolo passo, ma pieno di speranza.”
A raccontare il progetto grazie al quale è nato Sport è Yael Perlov, produttrice e direttrice artistica del progetto di questo film collettivo che raccoglie gli sguardi dei giovani cineasti israeliani e palestinesi, raccontati in forma di documentario e cortometraggio. La cooperazione tra i membri del gruppo era nata nel 2012 con Water (che aveva aperto la Settimana della Critica al festival di Venezia) e ha proseguito nell’estate del 2014 durante l’escalation di tensione e violenza tra Israele e Palestina.
Filo conduttore dell’opera è lo sport, praticato per competizione o per puro diletto, oppure soltanto seguito da semplice tifoso, che ci fa toccare con mano le realtà di tutti i giorni di una popolazione che i poteri forti tengono divisa e costantemente in guerra.
Blue Eagles (documentario, 18’) è un documentario diretto dal palestinese Ahmad Barghouti, ambientato nel piccolo villaggio di Wadi a-Nes, vicino Betlemme. Nel 1984 un padre e i suoi dodici figli fondano una squadra di calcio che rappresenterà il piccolo villaggio nella Palestinan Cup: i Blue Eagles. I calciatori fanno i muratori di giorno in una colonia ebrea della West Bank, e la sera si allenano e la loro partecipazione al campionato gli ha portato i guadagni per finanziare la costruzione di una scuola, di una moschea e per portare l’elettricità nel piccolo villaggio.
Sempre dello stesso regista è la storia più emozionante di tutto il film, Wourod (documentario, 18’), un giorno nella vita di Wourod Sawalha,una giovane atleta palestinese di 22 anni che ha partecipato agli 800 metri alle Olimpiadi di Londra del 2012; il documentario raccoglie le testimonianze della sua famiglia – tra i suoi primi sostenitori, la madre era stata un’atleta da giovane – del suo allenatore e dei ragazzi che si allenano e competono con lei. Wourod corre ed è felice di mettere la Palestina sulla carta del mondo, ma soprattutto è contenta di dare un esempio alla sua generazione e alle generazioni che verranno, e alle altre ragazze.
Ziva and the Amal (fiction, 13’) è un cortometraggio diretto dalla giovanissima regista israeliana Tal Oved, studentessa all’Università di Tel Aviv, ambientato all’interno di una prigione, che racconta l’amicizia che nasce tra la protagonista Ziva e la giovane araba Amal, durante la classe di yoga, che rappresenta una metaforica via di fuga all’interno del penitenziario.
Ambientato a Jisr a-Zarka, l’unico villaggio arabo in terra d’Israele, situato sul mare, Jisr Boys Doc (documentario, 18’) documentario dell’israeliano Matan Gur, entra nella vita del villaggio, colpito da criminalità e disoccupazione, e in quella dei suoi abitanti, in particolare due giovani surfisti che hanno trovato nella bellezza delle onde la loro via di fuga dai problemi della vita quotidiana; interessante il punto di vista di uno dei testimoni: è arabo ma confessa la sua fedeltà allo stato di Israele, che ha servito nell’esercito e che continuerà a difendere, a differenza di sua sorella, che mantiene ben saldo l’attaccamento alle radici palestinesi.
Just a Man (fiction, 19’) diretto dalla regista israeliana Lily Sheffy Rize è l’inquietante storia basata su un fatto realmente accaduto, di tre poliziotti che devono scortare un illegal alien palestinese (che non ha il permesso di stare nel paese) dall’ospedale dove è stato curato, alla sua famiglia. Quello che apparentemente sembra un compito di rapida esecuzione diventa un incubo: ai tre poliziotti non viene concesso di entrare nei Territori e i diretti superiori li abbandonano nel momento di prendere una decisione; non sapendo cosa fare e come identificare l’uomo, lo lasciano sul bordo di una strada. Fa da sfondo all’avvenimento un’importante partita di campionato, che lega la vita dei tre poliziotti a quella giornata particolare.
Sport è un’opera interessante che incrocia punti di vista e rivela allo spettatore una realtà che siamo abituati a percepire sempre e soltanto in contesti di guerra e violenza. Costruito in una maniera che proprio per questa molteplicità di punti di osservazione molto ricorda il saggio dello scrittore israeliano David Grossman, Vento Giallo, il film sfata tanti piccoli luoghi comuni che solo uno sguardo dall’interno può fare.
Anna Quaranta