Festa del cinema di Roma: Truth di James Vanderbilt (Film d’apertura)

Creato il 17 ottobre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
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  • Anno: 2015
  • Durata: 121'
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Genere: Biografico
  • Nazionalita: USA, Australia
  • Regia: James Vanderbilt
  • Data di uscita: 01-January-2016

L’informazione ‘informa’ i fatti, non ‘dei’ fatti…..: così Carmelo Bene, in un epico corpo a corpo col mezzo televisivo, infieriva sul mondo dell’informazione – composto per lo più da ‘gazzettieri’ – ripetendo la lezione del filosofo francese Jacques Derrida, che aveva dedicato tutta la sua ricerca al linguaggio, svelandone paradossi e contraddizioni. Insomma, è la notizia a creare il fatto da riferire e non viceversa. Ecco perché vedendo questo Truth di James Vanderbilt, sceneggiatore alla sua prima regia, non si riesce mai, almeno a parere dello scrivente, ad empatizzare con i personaggi, che nel film dovrebbero incarnare i paladini della libera informazione; essi costituiscono semplicemente il rovescio speculare dell’informazione di regime, non pongono davvero in essere un gesto radicale di sottrazione rispetto a ciò a cui siamo quotidianamente esposti attraverso i mezzi di comunicazione. Tutto  l’affannarsi a reperire documenti e testimonianze atti a sostenere la loro versione dei fatti – nella fattispecie che il presidente George W. Bush avrebbe usufruito di un trattamento di favore, accedendo alla Guardia Nazionale in qualità di pilota, sottraendosi in tal modo alla leva militare che l’avrebbe condotto in Vietnam a rimpinguare le forze armate statunitensi lì dislocate – dimostra proprio tutto il lavoro di ‘costruzione’ della notizia, in questo caso mosso dall’intenzione di screditare agli occhi dell’opinione pubblica l’integrità morale del presidente in carica in procinto di rinnovare il proprio mandato. Ad ingarbugliare ulteriormente la situazione giungono le accuse dal web che contestano l’autenticità dei documenti presentati dai giornalisti per supportare la loro tesi. E dunque assistiamo a tutto un processo di verifica interno all’informazione stessa che, mossa da pur nobili intenti, a fronte dello sviluppo inatteso degli eventi, è costretta a tornare sui propri passi e a fare mea culpa.

Tratto da una storia realmente accaduta – Il film si ispira al libro Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power, scritto dalla giornalista e produttrice televisiva Mary Mapes (interpretata da Cate Blanchett) – il primo lungometraggio di Vanderbilt, a scapito del proprio titolo, Truth, è quanto di più distante possa esserci da un reale processo di ricerca della verità, dato che quest’ultima sfugge sistematicamente al tentativo di restituirla sotto forma di rappresentazione, e più in generale attraverso il linguaggio. Insomma, il problema è proprio all’interno del mondo dell’informazione, cui non è concesso per definizione giungere a qualcosa che possa definirsi attendibile. Semmai solo un successivo lavoro di ricostruzione storica dei fatti può tentare, spesso fallendo, di assemblare i tasselli (talvolta mancanti) di un mosaico difficile da ricomporre. Ciò non toglie che Truth film d’inchiesta sul giornalismo d’inchiesta, un po’ come il set sul set di tanto metacinema – funzioni, sia per quanto riguarda la scrittura della storia raccontata, sia per la recitazione degli attori, su cui svettano Cate Blanchett, che offre una performance che sicuramente  otterrà diversi riconoscimenti, e un attempato ma ancora valido Robert Redford che contrappunta egregiamente l’interpretazione della protagonista. Da segnalale inoltre la consistente durata (oltre due ore), che rende l’insieme un discreto polpettone da ingerire con cautela, per evitare un intempestivo colpo di sonno.

Luca Biscontini

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