La prima volta documentata che fu festeggiata sembra essere il 5 luglio 1908 aFairmont in West Virginia, presso la chiesa metodista locale.
Fu la signora Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitare l’ufficializzazione della festa; senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont, ispirata dal sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909, ella organizzò la festa una prima volta il 19 giugno del 1910 aSpokane, Washington. La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre d>
>ella signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana.
In molti Paesi di tradizione cattolica, la festa del papà viene festeggiata il giorno di san Giuseppe.
In alcuni luoghi, poiché la festa di San Giuseppe coincide con la fine dell’inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano , in questa occasione si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe.
Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.
La festa del papà o il giorno di San Giuseppe è un grande appuntamento, che interessa anche la nostra cucina e le nostre tradizioni alimentari. La festa di san Giuseppe è legata ad esempio al pane, che spesso per i credenti della religione cattolica veniva deposto sugli altari.
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In Sicilia e nel Salento sono diffuse usanze denominate “Tavole di San Giuseppe”: la sera del 18 marzo le famiglie che intendono assolvere un voto o esprimere una particolare devozione al santo allestiscono in casa un tavolo su cui troneggia un’immagine del santo e sul quale vengono poste paste, verdure, pesci freschi, uova, dolci, frutta, vino. Sono poi invitati a mensa mendicanti, familiari e amici, tre bambini poveri rappresentanti la Santa Famiglia. Si riceve il cibo con devozione e spesso recitando preghiere, mentre tredici bambine con in testa una coroncina di fiori, dette “tredici verginelle”, cantano e recitano poesie in onore di S. Giuseppe. Talvolta è un intero quartiere a provvedere e allestire le tavole all’aperto. Fra i più noti la “pignolata”, a base di farina, uova, miele
Alimento tradizionale di questa festa sono le “frittelle” a Firenze e a Roma, chiamate “zeppole” a Napoli e in Puglia, “sfincie” a Palermo. In Canton Ticino sono tradizionali i “tortelli di San Giuseppe“.
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