Festa della Repubblica: la memoria degli archivi

Creato il 08 giugno 2012 da Apregesta7 @regesta_ap

Ferita dalle vittime del terremoto in Emilia Romagna la Repubblica celebra la sua festa quest’anno sobriamente: è il nostro Capo dello Stato a cambiare il registro di una ricorrenza festosa che fu istituita in modo definitivo nel corso della I legislatura Repubblicana tra i “vivissimi e prolungati applausi” dei Deputati. La festa nazionale è discussa alla Camera nella seduta del 25 maggio 1949 assieme ad altre feste: il relativo disegno di legge reca il titolo “Disposizioni in materia di ricorrenze festive” e, dopo un complesso percorso legislativo Senato, viene trasmesso a Montecitorio per l’approvazione. Il portale storico della Camera ci consente di seguire iter e discussione del provvedimento a Montecitorio; all’archivio Luce affidiamo invece il compito di testimoniare con le immagini la crescita del tessuto produttivo emiliano colpito così duramente dal terremoto: in questo giorno di ricorrenza nazionale la memoria è un omaggio e un monito per la ricostruzione.

Il disegno di legge interveniva per disciplinare tre categorie di festività: feste nazionali, i giorni festivi a tutti gli effetti civili e le solennità civili. Ciò che suscitò il dibattito in assemblea non fu l’istituzione di una festa nazionale per la fondazione della Repubblica – già peraltro contemplata in un ordine del giorno approvato per acclamazione dall’Assemblea Costituente nella seduta di domenica 27 maggio 1947 - ma la proposta, avanzata da Concetto Marchesi e Silvio Paolucci in due emendamenti, di inserire il 20 settembre nell’elenco delle solennità civili. Festa della Repubblica sì, ma anche festa della Repubblica laica: “Alla vostra intenzione, malcelata intenzione, di far sì che la Repubblica voluta dal popolo italiano diventi sempre più confessionale e retriva, noi opponiamo la nostra ferma, decisa volontà di creare una repubblica laica, progressista e veramente fondata sul lavoro”! vibrava nell’aula rivolgendosi al gruppo democristiano il socialista Paolucci. Il dibattito, di grande interesse, si fa serrato tra chi sostiene – come il democristiano Migliori – che le festività civili devono “raccogliere la concordia di tutto un popolo”, che la solennizzazione del 20 settembre sarebbe motive di divisione, e che al 2 giugno resta affidata la celebrazione dell’unità di spiriti e chi, come Lelio Basso, Paolo Treves, Girolamo Bellavista tra gli altri, sostengono, con accenti diversi, la necessità di inserire la presa di Roma tra le solennità civili. Giorgio Almirante, voce isolata, manifesterà la sua contrarietà all’inserimento del 25 aprile tra le feste nazionali in nome “della pacificazione nazionale”: ogni anno, in quel giorno, “vi saranno degli italiani, vi saranno dei bimbi italiani che piangeranno”…Paolucci ritirerà l’emendamento e si associerà alla proposta di Marchesi che comunque sarà respinta; il disegno di legge sarà approvato celermente, come auspicato dal governo, per consentire l’imminente svolgimento della prima festa della Repubblica e l’inaugurazione del monumento a Mazzini. Un cinegiornale Incom dell’Archivio Luce ci consente di seguire questo itinerario sul 2 giugno: con il titolo “L’Italia a Giuseppe Mazzini”, il servizio giornalistico descrive l’evento sottolineando l’unità morale raggiunta dalla nazione attraverso l’incontro tra i 7000 sindaci giunti da tutta Italia e il Capo dello Stato, Luigi Einaudi. Il servizio si conclude con una pacifica invasione di campo nei giardini del Quirinale da parte dei primi cittadini in festa….Sono 162 i documenti (43 audiovisivi, 119 fotografici) che l’Archivio Luce conserva sulla solennità della repubblica tra i quali la prima celebrazione spontanea della festa, a ridosso dell’approvazione del referendum istituzionale.

Il portale storico della Camera ci consente di seguire l’iter legislativo dei provvedimenti sulla istituzione della festa della Repubblica e delle ricorrenze festive. All’Archivio Luce il compito di mostrarci le immagini delle celebrazioni e raccontare il grande contributo dato dall’Emilia Romagna ferita dal terremoto allo sviluppo economico del Paese.

Restiamo dunque nell’Archivio Luce per un omaggio, oggi festa della Repubblica, alla regione colpita dal sisma. Un omaggio all’iniziativa imprenditoriale di questa terra che ha saputo creare in questi decenni ricchezza e lavoro contribuendo a fare del “made in Italy” un valore aggiunto.

Dal 1959 al 1964 la domanda di carne suina è aumentata in Italia e la produzione dei salumifici modenesi è preziosa, come mostrano le immagini di un cinegiornale del 1964. Industria biomedica, alimentare, tessile: il lungometraggio su Modena e la sua provincia documenta i risultati raggiunti negli anni Ottanta. La Coldiretti ha lanciato in questi giorni inizitive per salvare il comparto agroalimentare, che ha subìto danni per 250 milioni di euro; tra le iniziative l’appello per l’acquisto di Parmigiano Reggiano “terremotato”. Concludiamo questa breve rassegna con un sorriso di incoraggiamento: un servizio della Incom del 1964 sulla produzione di questo celebre formaggio. In scena Francesco Mulè, protagonista per Carosello della réclame del parmigiano reggiano (“toglietemi tutto ma lasciatemi il parmigiano reggiano”…)

Nell’immagine Francesco Mulè testimonial per Carosello del Parmigiano Reggiano


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