Festa delle donne….eh????

Creato il 09 marzo 2011 da Lamagadioz

Magari questo post c’entra poco con l’Australia…o forse c’entra. Perché le donne sono donne ovunque solo che se certe cose le vedo in un paese straniero, posso inorridire o riderci sopra. Se le vedo nel mio paese mi infurio.

Forse avrei dovuto iniziare questo post facendo gli auguri a tutte le donne che mi seguono. Ma sarebbe suonato come un augurio falso, dopo quello che ho visto ieri sera.

Vi faccio gli auguri per cosa? Solo per il fatto che siete, siamo, donne?

A cosa serve festeggiare l’8 marzo? Dovrebbe servire a ricordare chi si è battuta perché noi oggi godessimo dei diritti di cui effettivamente godiamo.
A ricordare che siamo una forza della natura. Che siamo noi il sesso forte, la culla del mondo, il motore e anima delle famiglie, la spalla sempre pronta su cui piangono i mariti e il grembo in cui crescono i nostri bambini.

Siamo tutto questo e molto di più. Mi scusassero lor signori, che magari non condividono quanto scrivo, ma io la penso esattamente così.
Nonostante quello che ho visto ieri sera.

Perché la festa della donna che ho vissuto io non c’entra nulla con l’elogio appena descritto.

Sembra più un momento di estrema libertà per le donne, un modo per farsi vedere ancora di più, soprattutto in gruppi numerosi, dai cosiddetti maschi dominanti..

Ma dominanti de che?
Ma li avete visti gli uomini che escono l’8 marzo?
Vi vuole coraggio a uscire con gli amici l’8 marzo….cioè vuol dire proprio, a chiare lettere, che LA sta cercando e siete abbastanza disperati…

Lo confesso: era tanto che non andavo in discoteca e visto anche l’avvicinarsi del mio trentesimo anniversario (oddio..) forse certe cose non mi piacciono più. Certi atteggiamenti, certi meccanismi tipici della discoteca, ora mi infastidiscono.

Ieri sera ho voluto dedicare quella festa alla donna che ammiro di più nella mia vita: mia madre.

Ho prenotato in un bellissimo ed elegante ristorante sul lungomare genovese. Annesso al ristorante vi è una discoteca molto frequentata, di solito, da gente adulta.
Adulta. Ecco, uno legge questo sulla brochure e pensa che non ci sono problemi. Sono adulti, mica fanno i ragazzini ubriachi, mica fanno gli scemi eh…sono adulti.
Come no. Ieri sera i ragazzini si sono dimostrati più maturi degli “adulti” presenti in sala….

La cena è andata benissimo. Il brutto è arrivato dopo.

Avendo già avuto esperienza in passato, mi ero sincerata che non ci fossero spettacoli con spogliarellisti, di solito la chicca della festa della donna, quello per cui interi gruppi di donne prenotano mesi prima il ristorante.
Perchè la festa della donna è questo, giusto? Toccare le chiappe belle sode dello spogliarellista ventenne, no?

Vuoi mica divertirti solo tra donne, festaggiando insieme il fatto di essere tali e ricordando, tra un ballo e l’altro, quelle che si sono fatte il mazzo tanto per permetterci a noi oggi di ballare in minigonna? O ricordare quelle donne nel mondo che questo diritto non lo avranno mai? O ricordare che la parificazione è solo una bufala e gli uomini continuano a tenerci fuori dalle questioni più importanti?

No, non sia mai. Meglio strusciarsi un uomo mezzo nudo, per giunta tutto unto con una sostanza che non voglio sapere cosa sia…

Ero stufa, dico la verità, di vedere questi spettacolini dove le donne danno il peggio di se stesse.
Non ce l’ho con lo spogliarellista, lui fa il suo lavoro e fa bene a farlo. Ma ogni tanto ho provato a mettermi nei suoi panni. E penso che pure lui ne deve aver provata di tristezza a vedere tutte quelle donne osannarlo come se non avessero mai visto un uomo in vita loro…

Perché succede esattamemnte questo: le donne, dalle più giovani alle più stagionate (quelle che non demordono, quelle che si mettono fuseaux in pelle e top leopardato anche alla soglia dei sessant’anni suonati alla faccia del “finché son viva c’è speranza”..) tutte iniziano a urlare e a sbracciarsi per essere le prescelte dall’omino tutto sodo e unto.

Poi magari il giorno dopo neanche se lo ricordano. Tornano alla vita di tutti i giorni, ai loro doveri di donne, mogli e madri e neanche ci pensano più.
Ma allora cosa significa? Non abbiamo proprio nessun altro modo per divertirci?
Ci deve sempre essere di mezzo un uomo per farci sentire donne?

Non sono femminista, credetemi. Non vado nelle piazze e non inorridisco per le ragazze di Arcore, le quali non sono state costrette da nessuno a fare quello che hanno fatto, se posso permettermi. Hanno sbagliato loro, hanno sbagliato quelli che le hanno invitate ai festini e se erano minorenni è giusto che chi ci è andato paghi. Fine della parentesi politica che in realtà non volevo nemeno aprire.

Solo per farvi capire che se ci sono rimasta male per quello che ho visto ieri sera non è perché sono una convinta femminista, ma solo perché vorrei che la dignità delle donne fosse celebrata, se non tutti i giorni, almeno un giorno all’anno in un modo più piacevole e rispettoso.
E invece ogni anno mi scontro con la stessa realtà. E la scema sono io che continua a rimanerci male.

Ho scelto quel ristorante perché non aveva in programma lo spogliarello.
Ma la discoteca, invece, aveva in serbo ben altro.

Io e mia madre ci siamo accomodate ai tavolini della sala da ballo poco dopo le undici e mezza. Eravamo proprio sulla pista principale.
A mezzanotte il deejay ha cominciato a mettere musica da discoteca. Io e mia madre ci stavamo già assaporando l’imminente discesa in pista. Lei era una vita che non andava a ballare, mi faceva davvero piacere averla portata lì.

E poi il deejay ha cominciato a snocciolare il suo frasario per l’occasione: “Donneeeeeeeee! E’ la vostra festa oggi! Su le maniiiiiiii”.
E mentre eravamo tutte con le mani al cielo, ecco che arriva lui. L’omino muscoloso.
Lo ha annunciato lo stesso deejay che penso abbia avuto non più di 20 anni…

“Ecco il vostro Mauri. Un applauso!!!”, ha urlato.
E mentre l’omino entrava tenendo qualcosa che luccicava fra le mani (non pensate male, era una candela!!!) le donne sono scrosciate in applausi e urla. Flash a destra e a manca, riprese con telefonini che manco in tv…

L’omino si è esibito. Aveva un entusiasmo che sembrava dovesse spalare carbone in miniera, ma alle femminucce è piaciuto comunque.
Io e mia madre eravamo in prima fila. Io ero semplicemente terrorizzata all’idea che mi scegliesse per danzare, perché davvero non ce la potevo fare.
Chiamatemi stupida idealista, bigotta moralista, pseudo femminista perbenista…insultatemi pure, ma io in quello spettacolo non ci trovavo nulla di divertente e non vedevo sinceramente l’ora che finisse.

Dopo l’ultima “vittima”, una donna sulla sessantina tutta fasciata in latex nero e stivali leopardati, l’omino tutto unto è sparito.
Con immenso sollievo io e mia madre ci siamo alzate. La musica è iniziata e noi ci siamo date alla pazza gioia.

Ma il divertimento è durato poco.

Io considero la discoteca come un luogo estremamente preistorico. Sembra di stare in una caverna tra gli uomini di Neanderthal che al posto delle clave hanno il birrozzo e le donne che in quanto a costumi quasi inesistenti e capigliatura, non sono poi cambiate molto. I nostri antenati non avevano il deejay che furoreggia al microfono al ritmo “Forza donneee è la vostra festa, su le maniiiiii” e le invidio tanto a questo proposito….

Ma per il resto nulla o quasi è cambiato. Le caverne sono più carine, c’è la musica, ma la sostanza è la stessa: gli uomini vanno a caccia e le donne amano giocare alle prede (non siamo prede, ve lo facciamo credere, ovviamente )

Loro, gli uomini, stanno ai lati della discoteca. Impalati. Birra o cocktail in mano, fissano le donne che danzano, sperando in un minimo contatto visivo che dia loro il pretesto per partire.
Agli uomini frega poco di ballare, diciamolo.
Qualcuno ci prova, lo vedi cimentarsi in qualche mossa azzardata al centro della pista, in stile Tony Manero dei poveri, ma insomma…
Ci sono quelli che ballano per il gusto di ballare, certamente. Ma, onestamente, rappresentano un’esigua minoranza e di solito sono quelli che vengono in discoteca con la fidanzata.

I single sono i cacciatori. E che cacciatori.
Roba da cadere per terra in preda all’estasi, proprio.
Roba che non vedi l’ora che ti tiri per i capelli e ti trascini fuori dalla caverna per portarti via con sè.
Questi uomini di oggi hanno un carisma che guai. Ti stendono proprio.
Hanno quello sguardo “intenso” che in confronto un girino è più sensuale, quei modi di guardarti che una pensa se per caso ha fatto qualcosa di male o lo ha offeso e lui invece crede di avere lo sguardo da Casanova….

Se ti puntano, è finita. Sarai loro, questo pensano. Non importa che tu non te li fili manco di striscio, che tu fai capire che vuoi solo ballare e vuoi essere lasciata in pace…
No, loro ti hanno puntato. Loro ti devono avere in qualche modo.
E così inizia il teatrino.

Vicino a mia madre c’era un tipo giovane che abbiamo soprannominato Diesel: è stato fermo un’ora al centro della pista, a guardare donne a destra e a manca e dopo un’ora si è messo in moto per accennare qualche passo di danza. La tecnica dell’osservazione da fermo non gli ha consegnato un buon bottino e ha capito che se voleva portare a casa il risultato doveva muoversi in qualche modo.

Ma non è venuto verso di noi. E a dire il vero, non si è mosso verso nessuna ragazza. Aspettava, ballando.
Forse che le donne, vedendolo danzare, sarebbero direttamente stramazzate ai suoi piedi? Io penso che sia ancora lì a ballare…

Ma i corteggiamenti genuini, semplici, di una volta….ma dove sono finiti? Quelli dove gli uomini neanche ti sfioravano per il rispetto che ti portavano e il corteggiamento durava settimane…SETTIMANE…

Vabbè, torniano al 2011.

Di fronte a noi c’erano due loschi figuri con birrozzo in una mano e l’altra infilata in tasca.

Guardavano nella nostra direzione. Due fighi paura, davvero. Roba che gli ho dato io la ciocca di capelli e l’ho supplicato di trascinarmi fuori di lì.
Uno era senza capelli, sulla quarantina, sudato. Giacca color kaki, camicia bianca e jeans. Occhi a forma di palla.
L’altro era vestito uguale, a parte la giacca che era di pelle nera. Abbronzato, scuro di pelle, denti storti. Me ne sono accorta quando mi ha sorriso. E’ stato scioccante. Un autentico colpo di fulmine.
Ora, questa descrizione può suonare cattiva e dissacrante, ma quando due ragazze ti fanno capire che non ne vogliono sapere e tu insisti e te ne strafreghi…allora io divento cattiva e dissacrante…

Noi ballavamo tranquille. Loro si sono fatti avanti. E io ho alzato gli occhi al cielo.
Ora voi mi direte: volevano solo socializzare, sei proprio acida…
E io vi rispondo: da come guardavano, quelli volevano ben altro che socializzare…..

“Come sei bella”, mi fa il tipo dagli occhi a palla.
Io accenno un timido sorrido e continuo a ballare.
Denti storti si rivolge a mia madre che, sebbene si avvicini alla cinquantina, è davvero bella e dimostra molti meno anni.

“Sei sconvolgente” le fa con la lingua fra i denti. Mia madre mi guarda un po’ allarmata.
Io non ero più abituata a quegli arrembaggi, figuriamoci lei!
Decidiamo di resistere, anche perché la musica ci piaceva e volevamo restare.
Ma i due cavernicoli non volevano demordere.
Occhi a palla mi chiede il nome. E io rispondo per cortesia. Denti storti rimane defilato a guardare la scena. Aspettava di vedere se l’amico ci riusiva con me. In caso affermativo si sarebbe buttato sulla mia povera mamma, la quale in quel momento gli aveva voltato le spalle e al ritmo di “Maria” di Ricky Martin aveva attraversato la sala, riuscendo momentaneamente a scampare all’assedio.
Io, la figlia, ero rimasta a combattere…
“Io lavoro all’ospedale”, mi fa il tipo. E io annuisco, cercando di voltarmi dall’altra parte per fargli capire che non me ne fregava una beata cippa del suo lavoro..
Ma lui niente.
In quel momento mi chiedevo come mai i tipi davvero interessanti non si sbattano mai così tanto…forse che non ne hanno bisogno? Eh, forse…
Ma poi occhi a palla ha detto una cosa che me la ha fatte proprio girare:

“Quando balli sei uno spettacolo!”.

Allora, di me potete dire tutto.
Potete provare a dire che scrivo bene. E vi posso credere.
Potete provare a dire che il mio tiramisù è da urlo. E io vi credo, perché è davvero così. Tiè!
Potete provare a dire che con la gente ci so fare. E a me piacerebbe tanto credervi.

Ma mai e dico mai potete dire che io so ballare. Perché io sono un totale disastro e so di esserlo, quindi non provateci proprio.
Io quando ballo sembro la Laurito, non so se mi spiego. Se poi ho i tacchi, apriti cielo. Un bastone è più grazioso. Sono ridicola, lo so e me ne frego perché tanto voglio ballare.
Ma se ci stai provando, porca miseria, non puntare alla fantascienza!!! Di che ho dei bei capelli (che non è vero, ma ci possiamo anche credere) o che ti piacciono gli stivali..ma non dire che so ballare porca miseria ladra!
Ecco, io lì non ci ho più visto. L’ho guardato proprio male. E lui se ne deve essere accorto perché mi ha chiesto scusa.

Ci rendiamo conto? Mi ha chiesto scusa dopo avermi fatto un complimento. Posso solo immaginare che faccia devo aver fatto.

Ho preso la borsa, sono andata a recuperare mia madre e siamo uscite.
I tipi non ci hanno tolto gli occhi di dosso finché non siamo scomparse nel ristorante. Ergo: se anche ci fossimo spostate in un altro punto della discoteca, loro ci avrebbero raggiunte.

Questo per dire che l’abbordaggio in discoteca ci può anche stare, ma se è insistente a cosa serve?
Le donne si innervosiscono e gli uomini fanno figure di m….

Com’è che non siamo libere di ballare tranquillamente neanche il giorno dedicato alle donne?
Forse sto esagerando per voi maschietti, ma sono sicura che tra le donne che mi stanno leggendo non saranno poche quelle che si ritrovano nelle mie parole.

Però forse non è neanche tutta colpa degli uomini.
Perchè io, mentre ballavo, mi sono anche divertita a guardarmi intorno. Ed erano veramente poche le donne vestite decentemente.
Certe ragazze indossavano gonne inguinali da paura e donne di una certa età si muovevano sui palchetti in modo, come dire, poco consono all’età. Quando ti conci così, dai certi segnali alla popolazione maschile.
Se gli uomini sono abituati a questo, poi non lamentiamoci se insistono in discoteca.
Non sciocchiamoci di fronte agli scandali di Arcore e a tutti quelli che ancora non conosciamo, ma che avvengono ogni fine settimana chissà dove in Italia.

Le ventenni che ho visto ieri sera erano più scostumate e disinibite di quando io ero ventenne. Le cinquantenni che ha visto mia madre ieri sera erano le ventenni con cui lei stessa ballava….e a quel tempo erano molto più vestite di adesso che hanno il doppio dell’età.

Dove stiamo andando? Come ci possiamo scandalizzare se siamo noi, uomini e donne, i primi colpevoli di tutto questa decandenza?

Scusate lo sfogo, chissà quanti commenti negativi riceverò. Ma ci tenevo a sfogarmi con voi.
Io ieri sera sono stata male.
E mia madre mi ha detto che non metterà più piede in una discoteca.

Anyway, auguri a tutte le donne autentiche, genuine, idealiste, vere, timide o estroverse, giuste, rigorose, un po’ moraliste, un po’ bambine, alle donne che non mollano mai, alle donne che si amano prima di tutto e di tutti e si rispettano senza compromessi. La festa delle donne è per voi.

E per quella creatura meravigliosa che è mia madre.

La Maga


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