Festa di compleanno per Mia Martini. Intervista a Chez Mimì

Creato il 19 agosto 2014 da Pippo
 Il 20 settembre Mia Martini avrebbe festeggiato il suo compleanno. Probabilmente in quella data qualcuno potrà aver sentito una fragorosa risata. Forse era lei, Mimì, che da chissà quale parte del cielo avrà sorriso con commozione considerando quanto il suo pubblico la ami, come sempre e più di sempre.Domenica Bertè, in arte Mia Martini ha lasciato molto alla musica italiana. Non solo dischi che sono delle vere perle, ma soprattutto un modo raffinato ed elegante di essere artista nel bene e nel male. Non una cantante, bensì una interprete, come amava definirsi. Di lei si è detto tanto, come se fosse necessario alimentare, attraverso le parole, il suo ricordo. Ma la sua musica e la sua umanità probabilmente sono gli ingredienti che la cullano e la conservano amorevolmente nella nostra memoria. Da “Oltre la collina” (1970) a “La musica che mi gira intorno” (1994) la sua carriera è stata costellata di alti e bassi, successi e silenzi, grandi collaborazioni  e indifferenza da parte del mondo dello spettacolo. Ma tutto era scritto probabilmente.La canzone “Oltre la collina” (brano dall’omonimo primo album) del 1970, tristemente annunciava già il senso dell’intera vita dell’artista calabrese. Una vita alla ricerca sofferta dell’amore, lottando tra solitudine e sofferenze. Molti la paragonano ad Edith Piaf. No. Mia Martini è un personaggio solo nostro che amiamo difendere gelosamente. Non tutti forse oggi come allora. “Chez Mimì” è il fan club ufficiale di Mia Martini, nato nel 1989, ufficializzato dall’artista nel 1990, creato e diretto dal messinesePippo AuglieraCome è nata l’idea di realizzare un fan club dedicato a Mia Martini?Quando ho visto la sua esibizione a Sanremo ’89, con la splendida “Almeno tu nell’universo”, dopo un black out di circa 4 anni, è stata una fortissima emozione, ho applaudito a lungo ed ho cominciato a pensare che fondare un club tutto per lei potesse essere una maniera dei fans per dirle “Bentornata Mia”  e darle un messaggio forte nell’incitarla a proseguire la sua attività artistica. L’idea si è concretizzata a fine anno con la pubblicazione della fanzine riservata ai soci iscritti.Ricordi del primo incontro con Mimì? Sì, nel luglio 1990, in occasione della sua partecipazione al Nuovo Cantagiro che faceva tappa proprio a Messina. Sono andato con alcuni fans ad assistere alla sua esibizione dal vivo di un brano splendido di Enrico Ruggeri “Domani più su”. Siamo riusciti ad avvicinarla e la prima impressione avuta è stata quella di trovarmi di fronte ad una donna cordiale e affabile, lontana da atteggiamenti da diva. Lei era a conoscenza del nostro progetto e, avendo saputo  della sua titubanza rispetto a queste iniziative , ho temuto uno stop. Invece, inaspettatamente, ha dato l’autorizzazione ufficiale a proseguire, promettendo che mi avrebbe chiamato successivamente. Così è nata questa splendida avventura vissuta insieme.Ascoltando il primo disco “Oltre la collina” si avvertono una grinta e un’aggressività tipica del nome Bertè. Il disco suona come l’opera di una artista già matura. Raro caso per il disco di una debuttante. Basti pensare a brani come “Padre davvero”, “Prigioniero”, “Lacrime di marzo”, “Amore..amore…un corno”. Carattere che si ritrova anche in dischi come “Nel mondo una cosa”, “Che vuoi che sia se t’ho aspettato tanto”, “Per amarti”. È d’accordo?

Oltre la collina”  può essere considerato il primo album d’autore realizzato da una interprete, e per giunta al suo debutto, con dei temi forti come la conflittualità genitori-figli, la droga, lo stupro, insoliti nel 1971, cioè 40 anni fa,  essendo il pubblico abituato a brani confezionati sui soliti schemi canzonettistici. Credo che nei lavori successivi, con l’arrivo degli hits come “Piccolo uomo” e “Minuetto” e il consenso popolare, ci sia stato un avvicinamento ad un repertorio più accessibile al pubblico, pur mantenendo alta la qualità delle scelte, quando le case discografiche glielo hanno permesso.Poi negli anni ’80 la svolta cantautorale con i due album “Mimì” e “Quante volte…ho contato le stelle”. Sembra che il lato aggressivo sia stato sostituito da una vena più riflessiva e addolcita? Mi fa piacere che un giornalista punti l’attenzione su Mia Martini cantautrice. Precedentemente, aveva curato lei stessa la traduzione in italiano di alcuni testi appartenenti ad artisti stranieri come John Lennon e i Queen. I primi anni ’80 sono contrassegnati  da un periodo difficile legato ad un doppio intervento alle corde vocali  e ad una messa in discussione sul suo ruolo di esecutrice, essendo considerata soltanto una voce.  Lei approfondisce i suoi studi sulla musica e decide di dare spazio alla sua vena creativa nel comporre, a ritagliarsi degli abiti su misura. E’ inevitabile, quindi, che le storie cantate diventino più personali, più sentite perché vissute in prima persona, senza filtri.L’esilio. “Se hai una malattia puoi dimostrare il contrario con le analisi. Ma contro la jella cosa fai?”. Questa la riflessione ironica e tagliante di Mimì contro il mondo musicale italiano autore di un’abominevole cattiveria nei suoi confronti. Si arriverà mai al punto di sapere nomi e cognomi di chi tentò di distruggere la sua carriera? Argomento spinoso quello della jella e Mimì spesso preferiva non affrontarlo. Ricordo che solo in una nostra conversazione , con un tono che voleva risultare divertito ed ironico, disse: ‘tu sai che cosa rischi nel portare avanti un club dedicato ad una che si pensa che porti sfiga?’  Riuscii a trovare una battuta accompagnata da una fragorosa risata di entrambi. Sapere i nomi di chi ha diffuso la voce credo sia inutile anche perché diventa arduo dimostrare o a trovare conferma.  Il  singolo declina ogni responsabilità  trincerandosi nel gruppo o dando la responsabilità ad altri. Nel mio secondo libro, su Mia Martini, ho ritenuto opportuno  inserire un capitolo nel quale ipotizzo che nei suoi confronti ci siano state delle azioni tipiche del mobbing. Nel 1989 il grande ritorno con “Almeno tu nell’universo”. Segue un periodo artisticamente felice (nonostante l’esclusione dal Festival di Sanremo del ’94 col brano “E la vita racconta”). L’ultimo periodo (1994-95) sembra però contraddistinto da una nuova vena di tristezza e malinconia. Dovuto a cosa? A volte, le aspettative di un artista devono fare i conti con le case discografiche o con agenzie di spettacoli che spesso non rispondono in tal senso. Le difficoltà legate all’ultimo periodo  sono dovute anche ad un cambio di due case discografiche, ad un video home del concerto “Per aspera ad astra”  tenuto nel cassetto  e pubblicato postumo, ad un disco bellissimo, “La musica che mi gira intorno”, che dal punto di vista delle vendite non ha avuto l’exploit che meritava. Al club confidava il suo desiderio di realizzare un tour in teatro o un concerto con una grande orchestra in contrasto con la realtà in cui si doveva magari accontentare di portare avanti  un tour estivo nelle piazze. Da farla sentire, come lei stessa ha affermato in una intervista, la ‘Cenerentola della musica’.Si parlava di un disco dedicato alla luna come ultimo progetto in lavorazione prima della morte di Mimì. Si è riusciti a sapere ulteriori dettagli o a trovare dei demo e del materiale inedito a riguardo? In questo progetto aveva chiesto la nostra collaborazione nel suggerire titoli che avessero un riferimento alla luna. Eravamo riusciti anche a procurare il film “Sangue e arena” che contiene la versione originale di “Verde luna”. La sua intenzione era quello di registrarlo nella primavera inoltrata del ’95, ma non le è stato permesso. Ci sarebbero stati anche due inediti, uno scritto da Franco Fasano “Alla luna” e l’altro da Mimmo Cavallo “Luna sciamana”. Di questo brano esiste il provino realizzato da Mimì, che è stato fatto ascoltare al suo autore.Nel corso degli anni, molteplici sono state le pubblicazioni postume contenenti brani inediti o rare versioni live. Quanto c’è di effettiva volontà di ricordare l’artista e quanto c’è di speculazione? Una bella domanda,  che mi riporta una frase di Mimì in uno dei nostri ultimi incontri: ‘Quando non ci sarò più, Vostra Signora farà i miliardi perché i dischi pubblicati postumi sono gettonatissimi’. In tal senso, si è rivelata profetica, alla luce dei riscontri. Ritengo che per gli esiti ottenuti, diventi plausibile contemplare, più come effetto piuttosto che effettiva, la volontà di ricordare l’artista. Grazie a Pippo Augliera per l’intervista. Mi piacerebbe concludere con la frase di una vecchia canzone di Mimì “Preghiera”: “Ma l’uomo non capisce…e cosa fa ? Ha il mare in tasca e l’acqua va a cercar. Io  chiedo solamente.. di me non ti scordar”. Ciao Mimì.
ByMansfield  Messina. Sicilians.it Quotidiano Indipendente
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