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Feste di palazzo, aumenti di tasse locali, informazione al guinzaglio, vie intitolate a fascisti: così Cremona perde identità

Creato il 05 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

L’intrattenimento spacciato per cultura, Veronica Pivetti protagonista di un festival “culturale” (“Le corde dell’anima”), l’assessore al bilancio che non può che annunciare aumenti di tasse locali, il direttore dell’unico giornale cartaceo che dopo essersi guadagnato una buona paghetta dichiara che la cultura dà il pane, anche perché l’agenzia pubblicitaria del suo stesso giornale lavora per il Comune. Il terremoto non è lontano, eppure si è festeggiato ugualmente, con mille giustificazioni, pur di far lavorare i soliti intrattenitori della tivù.

Nelle scuole di Cremona non si insegna che questa è cultura! Purtroppo l’informazione ufficiale non chiama le cose con il loro nome. A Crema, a Soresina, presso le associazioni culturali di Cremona semplicemente si fa cultura, si organizzano incontri, discussioni, si scelgono temi, si approfondiscono. “La donna negli anni della seconda guerra mondiale”. Che strano sentire il tema di un incontro cremasco di carattere culturale!

Poi davvero non si poteva fare a meno di aumentare le tasse locali? La decisione verrà ufficializzata nei prossimi giorni. La lotta all’evasione fiscale, con un conseguente recupero di importi considerevoli, si poteva fare da un paio d’anni. Il ritardo è colpevole: l’Emilia ha subito profittato delle norme del federalismo fiscale, mentre la Lombardia (!) dormiva. Perché?

Il fallimento dell’amministrazione Perri ormai è lampante: raccoglie l’eredità del ventennio berlusconiano, di cui fa parte, un lungo periodo che rincorre l’assessore Nolli e lo costringe ad aumentare le imposte locali. Gli avvisi di garanzia ricevuti per l’assunzione di 32 precari sono l’effetto delle folli leggi berlusconiane: anche una scelta giusta diventa criminosa!

Sull’Osservatorio Tamoil nessuna chiarezza: tre anni senza convocare l’organo che dovrebbe informare i cittadini. Le interrogazioni dei consiglieri d’opposizioni non ricevono risposte chiare e precise. Nulla si sa della fidejussione, dell’importo dei lavori, di quel che sarà il ripristino ambientale delle aree esterne. Il Comune non si costituisce parte civile per paura di fronte alla colpevole Tamoil, un’esagerata forma di timore riverenziale, come se la Tamoil fosse veramente non responsabile di quel che è successo!

I servizi sociali sono in mano a Luigi Amore e soci, che da sindaco è uno dei pochi in provincia a non aver manifestato alcun timore sullo stoccaggio di metano vicino a una faglia: ancor oggi il piano d’emergenza non c’è. Le lamentele si sentono e si diffondono tanto più dopo il terremoto, perché alle aziende è stato detto troppe volte sì, non solo a Bordolano. Trivellazioni e perforazioni con uso di esplosivo nel sottosuolo grazie al governo Monti! Meraviglioso. E l’autonomia locale di Cremona e provincia? Zero.

L’ostinata difesa della via intitolata al fascista Aldo Protti e l’apertura insensata di sale pubbliche ai movimenti neofascisti ha solo dimostrato il vuoto di idee dell’amministrazione, seppellita dai fischi il 25 aprile.

Luigi Amore è stato nominato in seguito a un’interessante operazione di propaganda: si ricorda un bell’incontro elettorale di Gianni Rossoni con Amore presso la sede del Solco. L’assessore ha lavorato per progetti a respiro limitato, cattolico, familista, senza aprire una prospettiva sui portentosi cambiamenti sociali in corso. Il futuro e il presente sono gli stranieri ma l’assessorato è un feudo cattolico, che crede di vivere negli anni ’60.

Unica innovazione: la trasformazione di Cremona Solidale in Fondazione. Procedimento dannoso, inutile, ideologico: tutte le fondazioni sono in crisi perché la Regione riduce i fondi. Le rette per pareggiare i conti sono forse tre euro sotto il dovuto. Cambiare forma giuridica non è servito assolutamente a niente in circa 25 fondazioni in provincia: il risultato positivo per le amministrazioni è che le informazioni non vengono più date!

Le politiche sociali tappano buchi, rincorrono le emergenze, non fanno lavorare gli stranieri neanche nella mediazione culturale (!!!!), non elaborano uno straccio di progetto ad ampio respiro, si restringono alla rete degli affidi, quando i minori vengono affidati tranquillamente a politici e di conseguenza esibiti da famiglie spesso in politica, come garanzia di credibilità e di generosità d’animo. I progetti dell’azienda sociale del Cremonese sono stati dissanguati di risorse.

L’integrazione degli stranieri è uno dei fenomeni storici di questi trent’anni ma il Comune di Cremona non se n’è accorto se non per far polemica.

Sparisce la cultura, da gennaio la commissione non viene convocata, e il consigliere d’opposizione Daniele Bonali (Pd), ne chiede addirittura la soppressione. L’assessore e il presidente di commissione non tengono in alcuna considerazione l’ovvio e normale desiderio di confronto, d’informazione, delle minoranza, calpestate in un modo che di democratico non ha nulla. La democrazia non è solo il governo della maggioranza, ma anche la tutela dei diritti delle minoranze (un diritto di carattere liberale!).

Ma è chiaro che questo centrodestra non ha la forza di confrontarsi. Vuole solo concludere il proprio lavoro per poi finalmente deflagrare e chissà come ricomporsi.

E’ un ventennio che crolla sulle spalle dei cremonesi a suon di tasse e di mancanza di scelte. I vecchi poteri si appoggiano l’un l’altro, devastando tra l’altro il territorio e umiliando l’agricoltura, e non producono nulla di nuovo.

 

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