Feste e apocalisse

Da Eucuri

Da settimane ci pensava. Si prospettava caos e musica, ma anche in una tempesta avrebbe voluto vederla. Aveva scritto e cancellato mille volte il messaggio che doveva funzionare da calamita per l’evento. Alla fine, per lui o per la festa in sè, lei aveva detto di sì. Allora si arrovellava ancora di più per creare la serata perfetta. La festa non era sua ma era più stressato del festeggiato. Si divertì ad essere colui che la salvava dai soliti personaggi logorroici che incontri alle feste. Si trovarono su un divano mentre intorno c’era l’apocalisse. Lei chiuse gli occhi e poggiò la testa alla sua spalla. Lui pensò ai mille suoi ragionamenti sulle donne, alle sue insicurezze. Saranno stati i suoi occhi che anche chiusi erano meravigliosi, sarà stata l’apocalisse nel cuore e nella testa,ma le spostò i capelli e la baciò. Per svegliarla, per sconvolgerla, per sconvolgersi. Perchè voleva. Lei disse di non ricordare niente. Che mentisse o meno, lui fu felice di custodire quel momento per entrambi.

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