Festival del Cinema di Venezia: Alfonso Cuarón

Creato il 18 maggio 2015 da Arscreativo

Festival del Cinema di Venezia: Alfonso Cuarón
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La Biennale di Venezia si è appena aperta, e già sappiamo chi sarà il presidente della giuria internazionale alla 72° edizione del Festival del Cinema, in arrivo il prossimo settembre: il regista messicano Alfonso Cuarón.

Alfonso Cuarón è uno dei registi più importanti della sua generazione. Il suo primo film, la commedia noir del 1991 Sólo con tu pareja, ha ottenuto un enorme successo in Messico nel 1992 e gli ha garantito un Ariel Award come co-sceneggiatore. Ha debuttato nel cinema americano nel 1995, con l’adattamento del libro La Piccola Principessa, film che avrò visto tre o quattro volte, piangendo come una bambina ogni singola volta. La Piccola Principessa è il primo film che ho visto di questo regista: ha un senso di magico realismo, di malinconia e fiaba che lo rende splendido e affascinante. Nel 2003, ha diretto il terzo capitolo della saga di Harry Potter: Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. Molti fan della saga non hanno apprezzato la sua interpretazione della storia, probabilmente per il mood dark che lo rende piuttosto diverso dai primi due capitoli della serie, tuttavia la stessa J.K. Rowling ha dichiarato che questo è il suo film preferito tra tutti gli otto realizzati. Personalmente, ho apprezzato molto il tono più maturo del film e soprattutto il bilanciamento tra la carica emotiva e gli effetti speciali, un equilibrio che spesso è difficile da raggiungere.

Alfonso Cuarón ha presentato due film al Festival del Cinema di Venezia. Il primo è Children of Men, considerato uno dei film più interessanti del 2006, acclamato sia dalla critica che dal pubblico, soprattutto per la sua tecnica innovativa. È stato nominato per due Oscar, ha vinto due BAFTA e diversi altri premi. Il secondo è Gravity del 2013, che è uno dei miei film preferiti degli ultimi anni. Ha inaugurato la 70° Edizione del Festival del Cinema e si è aggiudicato ben sette premi Oscar su dieci, tutti ampiamente meritati. Molto più che di fantascienza, si tratta del “dramma di una donna nello spazio”, per usare le parole dello stesso Cuarón, e infatti affronta tematiche psicologiche di perseveranza, capacità di recupero e sopravvivenza a seguito di una catastrofe, nonostante l’isolamento e la solitudine. La performance di Sandra Bullock, persa nello spazio, sola per la gran parte del film, è sicuramente impressionante, tuttavia ciò che mi fa amare questo film così tanto sono quei lunghi, ininterrotti piani sequenza che lasciano senza fiato. Gli effetti speciali e sonori, le inquadrature, tutto in questo film è visualmente un capolavoro.

In attesa di sapere qualcosa in più sui film in concorso per l’imminente edizione, la scelta di Alfonso Cuarón come presidente della Giuria Internazionale non potrebbe essere più adatta.

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