Festival della letteratura di Milano, prima edizione ma forse già un po’ vecchia

Creato il 06 giugno 2012 da Fabry2010

Pubblicato da guidoio su giugno 6, 2012

di: Guido Tedoldi

Il 1° Festival della letteratura di Milano è stato presentato ufficialmente lunedì 4 giugno, alla presenza dell’assessore alla «Cultura, moda e design» del Comune, Stefano Boeri (che ha promesso di finanziare almeno un pochino il Festival con soldi pubblici… ma a partire dall’edizione dell’anno prossimo: questa qua cammina finanziariamente con le proprie gambe) e dell’assessore alle «Politiche sociali e cultura della salute» del medesimo Comune, Pier Francesco Majorino.

Per spiegare il senso dell’operazione c’erano Daniela Padoan e Cristiana Zamparo, e soprattutto l’ideatore Milton Fernández, che parla di sé come di un «milanese nato altrove» visto che la sua origine anagrafica è uruguagia ma vive da un quarto di secolo in città. La kermesse si articola in una novantina di eventi sparpagliati in diversi luoghi della città e della durata di 5 giorni (da mercoledì 6 a domenica 10 giugno – il calendario è spiegato nei dettagli sul sito web attivato per l’occasione).

Fernández ha cominciato a parlare di questo progetto e a coinvolgere persone e organizzazioni nei primi mesi dell’anno, messo di fronte all’evidenza che ormai sono molti gli scrittori italiani con un nome esotico. Lui stesso dice di aver partecipato a un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni di stranieri residenti a Milano, e c’erano più di 400 persone. Che magari non significano 400 culture, ma insomma, stiamo parlando di quelle presenti nella sola Milano – forse la più europea delle città italiane ma tutto sommato piccola, con il suo milione e mezzo di abitanti, rispetto agli standard delle grandi metropoli mondiali.

Ma questo forse è il sintomo che non esistono più le culture nazionali bensì una sorta di supercultura che coinvolge l’umanità intera a prescindere da dove i singoli individui nascano e poi vivano – e probabilmente anche a prescindere dalla lingua che decidono di utilizzare nella propria produzione artistica.

Cosa intendono fare tutti loro, in particolare quelli coinvolti in questo Festival? Per rispondere Fernández utilizza le parole di un suo insegnante di letteratura ai tempi della dittatura militare in Uruguay: «La cultura non serve a dare il pane, bensì a dare un senso al pane che mangiamo ogni giorno».

Bene.

Bello.

Ma non sarà un po’ vecchio? La marmellata di cultura multietnica è un bel concetto proveniente dalla New York di tanti anni fa. Milano ci arriva adesso, con il tradizionale ritardo italiano rispetto agli impulsi che provengono da oltreoceano – e anche dopo alcune Amministrazioni cittadine di destra non propriamente attente alla cultura: a partire dal 1993 Milano ha avuto come sindaci Marco Formentini, leghista, Gabriele Albertini, di Forza Italia e Letizia Moratti, del Pdl. Dal giugno 2011 sindaco è Giuliano Pisapia, indipendente di centrosinistra.

È bello che una città come Milano sia arrivata a organizzare un Festival della letteratura, sebbene senza finanziarlo con soldi pubblici. Pur essendo la capitale dell’industria editoriale italiana, ovvero la sede di alcune delle più grandi case editrici nazionali come Mondadori e Rizzoli, finora sembrava che la letteratura non interessasse al tessuto culturale cittadino. Ha dovuto aspettare l’impegno di «milanesi nati altrove» per portarsi in pari.

Arrivati a questo punto, non resta che fare un passo avanti: affrontare il problema del futuro. L’editoria ai tempi del web. Visto che il presente non è granché, lavoriamo per fare in modo che in futuro sia migliore – e cominciamo ad avere qualche idea.


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