Festival di Berlino 66: Hail, Caeser! di Joel e Ethan Coen

Creato il 12 febbraio 2016 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
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  • Anno: 2016
  • Durata: 106'
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Joel Coen, Ethan Coen
  • Data di uscita: 10-March-2016

Eddie Mannix (Josh Brolin) è un serious man, un puro altruista e religioso fino al midollo, di mestiere problem solver negli studios della Hollywood degli anni ’50, lavoratore infaticabile in piedi già alle 5 di mattina per rimediare a oltranza agli errori altrui. Le sue confessioni regolari davanti a un prete annoiato dalla piccolezza dei suoi peccati (un paio di sigarette fumate ogni tanto dopo aver deciso di smettere) con cui i Coen ce lo presentano risaltano il contrasto tra la sua natura buona e la corruzione morale hollywoodiana – e non solo – che ogni giorno si sforza di nascondere come polvere sotto il tappeto. Nel frattempo, una compagnia aerea gli fa la corte per strapparlo via a questo “mondo di frivolezze”, senza fare segreto del suo coinvolgimento nel lancio della bomba atomica e offrendogli in cambio una vita comoda.

Il periodo scelto dai Coen è senz’altro decisivo nella storia americana: in piena guerra fredda, gli USA temono il pericolo comunista, il maccartismo impera, Hollywood si conforma e produce opere rassicuranti, l’antimaccartismo si insinua nella società e anche nel microcosmo dell’industria cinematografica dove sceneggiatori sottopagati si ribellano al sistema ispirati dalla lettura di Das Kapital – con la kappa, e star capricciose e viziose collezionano scandali che Mannix deve puntualmente occultare. In questo clima di isteria generale, la Hollywood vista dai Coen offre i circenses, e rispolvera così i drammi biblici, come l’Hail Caeser! del titolo, ispirato al Ben-Hur di cui mutua il tema e il sottotitolo A Tale of the Christ. In Ave, Cesare! la superstar con problemi d’alcol Baird Whitlock (George Clooney) indossa i panni di un romano aristocratico che riconosce il Cristo-predicatore in croce. O ancora propone i film dalle spettacolari scene di nuoto sincronizzato alla Esther Williams della spudorata DeeAnna Moran (Scarlett Johansson), che non smette di preoccupare Mannix-l’aggiustatutto ora con pose osé in scatti compromettenti, ora con una gravidanza dal padre incerto che il legale Joe Silverman (Jonah Hill) sbroglierà. Mentre la fiera delle amenità hollywoodiane continua tra musical ammiccanti, acrobati western come Hobie Doyle (Alden Ehrenreich) prestato ai sofisticati drammi da camera di Laurence Laurent (Ralph Fiennes), e giornaliste assetate di gossip (le gemelle Thacker interpretate da Tilda Swinton) a cui Mannix regala un appuntamento combinato tra il cowboy e una starlette per distrarle dalla chiacchierata omosessualità di Baird, l’angelo delle star ha una nuova gatta da pelare. Baird è infatti stato rapito da un gruppo della Hollywood comunista che chiede un cospicuo riscatto per supportare una missione con a capo il ballerino-attore Channing Tatum/Gene Kelly.

La Hollywood (e la società americana) degli anni ’50 secondo i Coen è una ricostruzione impeccabilmente confezionata, ricca di dettagli perfettamente incastrati tra loro di un periodo complesso che fu a cui i fratelli del Minnesota  guardano con intelligenza e minuziosità. Il tocco dei Coen è lì, eppure l’ironia arriva meno affilata, i dialoghi non sempre puntualmente incisivi e brillanti a volte strappano solo un blando sorriso, il cinismo pungente di Fargo o Non è un paese per vecchi si è lasciato addomesticare dalla fruibilità. Il valore squisito di Hail, Caeser! si riconosce se si guarda al film con una lente di ingrandimento puntata sul particolare, sulla singola scena, perché l’opera nel suo complesso perde un po’ della sofisticazione sardonica e caustica cara ai fratelli.

Francesca Vantaggiato

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