- Anno: 2016
- Durata: 90'
- Distribuzione: Bim Distribuzione
- Genere: Drammatico
- Nazionalita: Danimarca
- Regia: Thomas Vinterberg
- Data di uscita: 31-March-2016
In The Commune Thomas Vinterberg riscrive la sua infanzia insieme a Tobias Lindholm, co-sceneggiatore di The Hunt, rielaborando cinematograficamente l’esperienza vissuta con la sua famiglia quando i suoi decisero di andare a vivere in una comune.
Copenaghen, 1975. Erik (Ulrich Thomsen), docente universitario di architettura, eredita una villa a nord della città. Vorrebbe venderla ma la moglie Anna (Trine Dyrholm), presentatrice televisiva, con la complicità della figlia quattordicenne Freja (Martha Sofie Wallstrom Hansen) lo convince a trasformarla nella loro nuova dimora. Anna dichiara subito al riluttante Erik la sua intenzione di trasformare la casa in un progetto di vita comunitaria, chiamando a raccolta vecchi amici bohémien e sconosciuti alquanto balzani. La comune che vediamo non ha niente a che vedere con sesso e droga in libertà, è piuttosto un esperimento di collettività e di condivisione di spazi, decisioni e ideali. Forse perché il troppo entusiasmo di Anna per il progetto l’ha portata a trascurare Erik, forse perché questa nuova socialità domestica ha risvegliato in lui una certa libertà sessuale, o semplicemente per rimanere nel cliché dell’insegnante attratto sessualmente e sentimentalmente dalla giovane studentessa, ad abbattersi sulla quotidianità perfetta della casa arriva il tradimento di Erik con la ventiquattrenne Emma (Helene Reingaard Neumann). L’idea di quella che sembrava una coppia solida e complice, malgrado le divergenze, si sgretola, così come l’idillio iniziale di un modello sociale alternativo. Anna, cuore e motore di questa utopia, è proprio colei sulla quale il progetto fallimentare crolla. Aperta alla condivisione senza condizioni, si ritrova prima ad accettare stoicamente la relazione extraconiugale del marito e poi il trasferimento di Emma in casa. Vediamo Anna sprofondare in un baratro, e insieme a lei anche l’assetto della comune, creatura ormai annaspante che nessuno riesce a rianimare. A liberare tutti dalla gravosità della situazione, soprattutto la madre aggrappata disperatamente a un ideale distrutto, è niente poco di meno che Freja, intanto alle prese con l’amore e il sesso, la più matura in un mondo di adulti allo sbando.
Si potrebbero rimproverare al film il quadro storico pressappoco inesistente, la guerra in Vietnam solo accennata, il femminismo affidato blandamente alla presenza di un’inquilina “generosa” con il suo corpo, la connotazione politica del gruppo mostrata per lo più attraverso le votazioni su qualsiasi decisione da prendere. Se per definire poi il tono state pensando alla causticità antiborghese e al dramma violento di Festen, manifesto del movimento Dogma 95, tenete bene a mente che i due film condividono solo parte del cast. In stile chiaramente post-dogma, smussato e più fruibile, The Commune è la visione nostalgica di un figlio di quel sistema abbattuto, il quale esplora l’interazione tra gli individui nella comune e gli effetti della comune sull’individuo. Vinterberg riesce nel suo intento. Questa sua ultima non sarà la rappresentazione di un trauma esistenziale insopportabile, in fondo si tratta solo della fine di una coppia, ma è pur sempre uno sguardo sincero, vagamente edulcorato, su un’umanità sognante e delusa.
Una morte attesa e simbolica si abbatte sulla casa: gli anni ottanta con la trasformazione degli hippie in yuppie sono alle porte per decretare la “fine dell’era dell’amore”, chi se ne va – evitiamo gli spoiler – non era destinato a esistere in questo inaridito, nuovo paradigma.
Francesca Vantaggiato