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Festival di mezza estate, il Comune si costituisce in giudizio contro i fornitori

Creato il 28 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

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Toni Hadley legge un giornale di carta

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L’home page del sito dedicato al Festival di mezza estate, iniziativa di Publia Eventi e Comune di Cremona

Ci si era salutati con ben altro augurio, promettendo nuove straordinarie sorprese nella prossima edizione, per la gioia dei cremonesi che forse hanno rinunciato o spostato un dì di ferie per godersi il Festival di Mezza Estate, con Battiato, Crozza, Gino Paoli e altri protagonisti del dorato mondo (italiano) dello showbiz.

Franco Battiato durante il Festival cremonese

Franco Battiato durante il Festival cremonese

E invece la prossima edizione si recita in tribunale. Ahimé, è andata malissimo, un disastro. I fornitori non sono stati pagati, Prima Show è fallita, ma i fornitori hanno in mano le ricevute del Comune. E la giunta Perri si è costituita in giudizio contro i fornitori, che pretendono il pagamento dei servizi erogati. Per leggere la delibera di giunta Cliccare qui.

E qui siamo alle solite: non sarete certo voi a chiedere a noi come andrà a finire. C’è il tribunale apposta per queste cose.

Resta un dato di fatto: il Comune ha dato 100mila euro a Publia Eventi per organizzare il calendario del Festival di Mezza Estate e altri 36mila, ma questo è un altro capitolo, per Le Corde dell’Anima.

A giochi fatti e notifiche di tribunale già consegnate ci si può anche chiedere: ma era proprio il caso? Si trovano ben 100mila euro per Publia Eventi, peraltro criticati dall’opposizione (lo sdegno vibrava in un memorabile intervento di Daniele Bonali del Pd), e un fico secco per i fornitori? Così tanti soldi per organizzare un festival di mezza estate? Mah. Noi siamo appesi alle labbra della magistratura, sarà lei, nella sua sacerrima indipendenza di giudizio e probabile completezza di documentazione di cui noi non possiamo certo disporre, a spiegare chi deve a chi e quanto, nella causa fra Comune e fornitori.

La critica del consigliere Bonali era ovviamente politica: l’assessorato c’è, perché esautorarlo oltretutto pagando?


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