Festival di Roma 2014 – Giorno 1: apertura nel segno di Tomas Milian

Creato il 17 ottobre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Festival di Roma: apertura nel segno della commedia e di Tomas Milian

Si è aperto il sipario sulla nona edizione del Festival Internazionale del film di Roma. “Un festival che si sta riavvicinando sempre di più ad una festa”, come ha sottolineato nuovamente il direttore Marco Muller nella giornata d’esordio. Questa sterzata verso il passato, verso le origini di questa manifestazione, è rimarcata dalla scelta di aprire e di chiudere la kermesse con due commedie italiane, rispettivamente Soap Opera di Alessandro Genovesi e Andiamo a quel paese di Ficarra e Picone. E’ forse anche grazie a questa scelta che il botteghino del festival non sta registrando cali di biglietti: “Sta andando tutto per il verso giusto – ha dichiarato il presidente Paolo Ferrari – siamo perfettamente in linea con l’anno scorso, nonostante il mercato sia in crisi”.

Un dato senza dubbio da non sottovalutare e confermato dal notevole numero di spettatori e di cinefili che hanno riempito l’Auditorium già nel giorno di apertura. “Palcoscenico” più affollato è stato senza sorprese il red carpet che ieri ha visto sfilare nomi di rilievo. Ad attirare gli obiettivi dei fotografi sono stati per primi Giorgio Pasotti e Giulio Base, rispettivamente protagonista e regista del film Mio papà, presentato nella sezione Alice nella città, e a seguire Nicoletta Romanoff, madrina di questa edizione, e il cast all star di Soap Opera. Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Chiara Francini, Cristiana Capotondi, Ale & Franz, Ricky Memphis e Elisa Sednaoui sono stati i veri protagonisti della serata di ieri, illuminando il tappeto rosso con la loro simpatia.



Ma la prima giornata del Festival non è stata all’insegna solo di questi due film. Da segnalare è anche la presentazione del film 27 aprile 2014 – Racconto di un evento di Luca Viotto, che porta sullo schermo con un sorprendente ed efficace 3D la canonizzazione della scorsa primavera di Papa Giovanni e di Papa Giovanni Paolo II. Un documentario che oltre a regalare delle suggestive immagini stereoscopiche di Piazza S. Pietro gremita per l’evento, offre inoltre le pregevoli testimonianze e riflessioni di importanti personalità della cultura italiana, dal premio Nobel Dario Fo al regista Pupi Avati.

In più, l’apertura è stata segnata anche dal primo premio di questa edizione. Si tratta del Marc’Aurelio Acting Award alla carriera consegnato a Tomas Milian. Il vecchio “Monnezza” delle commedie poliziesche italiane, simbolo della romanità nonostante i suoi natali cubani, in attesa della Masterclass di questo pomeriggio in cui incontrerà il pubblico della Capitale, ha parlato della sua difficile infanzia, del complicato rapporto con il padre e della sua dipartita per gli Stati Uniti. E’ lì che iniziò la sua carriera di attore, entrando all’Actor’s Studio. “Tra 3000 americani che provarono – racconta Milian – c’era un solo cubano, che portava un brano tratto da Home of The Brave di Arthur Laurents. Ero io, ovviamente”. Dall’esame finale all’Actor’s Studio, passato sorprendentemente, fino ad oggi, l’attore cubano è stato diretto da Luchino Visconti, Carlo Lizzani, Steven Spielberg, Steven Soderbergh, eppure il suo personaggio preferito rimane sempre e solo uno: “er Monnezza”. “Volete sapere perché?”, chiede l’attore. “Venite a seguire la mia Masterclass”. Un invito che non possiamo rifiutare.

Di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net





















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