Festival di Roma: “As gods will” di Takashi Miike (Gala)

Creato il 28 ottobre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2014

Durata: 120'

Genere: Horror

Nazionalita: Giappone

Regia: Takashi Miike

Il punto di partenza è la noia di un adolescente che cammina fra le strade caotiche della metropoli in cui vive, desiderando ardentemente un salvifico altrove. Il cielo sembra in qualche modo accorgersene e da quel momento il film scaraventa lui e noi, senza darci il tempo di riprendere fiato e men che mai di annoiarci, in un folle quanto inesorabile meccanismo dai contorni ludici e sadici, che risucchia e ridisegna l’esistenza non solo del protagonista ma anche dei suoi compagni e delle sue compagne di scuola, insieme alle vite di tutti gli adolescenti del mondo.

Se in Evil’s lesson (Il canone del male, 2012) Takashi Miike metteva in scena la carneficina di un intero istituto scolastico ad opera di un diabolico insegnante, qui le proporzioni della strage si ingigantiscono, al punto che tutti gli adulti della Terra si trovano nella condizione di non poter far altro che seguire sugli schermi, da spettatori, la notizia della morte di dieci milioni di studenti e l’evolversi di un inarrestabile e orribile gioco ad eliminazione.

Il Maestro giapponese, per la terza volta consecutiva presente al Festival Internazionale del Film di Roma, continua a sorprenderci con l’ennesimo lungometraggio intinto nell’assurdo, cinico come un videogioco e buffo come un manga, eppure veicolo di spunti riflessivi sulla nostra società.

Dominano i colori della bandiera nipponica: bianco abbagliante per gli ambienti a forma di cubo che imprigionano i ragazzi, rosso saturo per il sangue che esce a fiotti dai corpi decapitati e si raccoglie in mucchi di biglie. Viceversa, la dimensione planetaria dell’opera si evince dalla scelta degli inquietanti giocattoli che interagiscono con i giovani protagonisti: si comincia da una versione mortale della bambola daruma giapponese, ma ci si imbatte pericolosamente pure in un orso bianco che sembra uscito dalla pubblicità della Coca Cola, e si finisce per cadere nella trappola di una beffarda matrioska russa.

Il ruolo subalterno che ricoprono le protagoniste femminili rispecchia un aspetto tipico della cultura tradizionale giapponese ed evoca il maschilismo di alcuni testi sacri come l’Antico Testamento e il Corano.

Chi ricorda i finali dei film precedenti, quello di 13 Assassini su tutti, non perda le speranze che qualcuno sopravviva: alla fine di una fiera in cui non c’è posto per ideali e sentimenti, forse la divinità (che appare al plurale nel titolo internazionale As gods will e diventa singolare nella traduzione italiana Per volere di dio) risparmierà delle vite e sceglierà un altro Caino e un altro Abele da cui ricominciare…

Lucilla Colonna


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