Un’ouverture voluta in prima persona dallo stesso conduttore Fabio Fazio, originario di Celle e sempre molto attento a raccontare disagi e disservizi, soprattutto se legati al cattivo funzionamento dello Stato. Una passerella che però non può esulare dalle immagini televisive. Riprese che, alla luce dell’inchiesta giudiziaria e delle imposizioni della magistratura (sequestro dell’intera collina e divieto di accesso all’area) avrebbero spinto la Rai ad utilizzare una serie di droni per aggirare l’ostacolo e realizzare le riprese senza interferire con le esigenze dell’inchiesta.
Apriti cielo. «Non se ne parla nemmeno», avrebbero tuonato ieri mattina gli emissari di Rfi durante una riunione riservatissima in Prefettura, alla presenza del prefetto Geraldina Basilicata, che avrebbe esplicitamente chiesto ai partecipanti di tenere le bocche cucite sullo scontro Rai-Ferrovie.
Proprio questo si è rivelato il terreno di battaglia tra il servizio pubblico televisivo e Rfi. Se da una parte i vertici di viale Mazzini spingono per portare a compimento il progetto del conduttore, dall’altro le Ferrovie dello Stato si risparmierebbero volentieri una figuraccia in mondovisione.
Niente droni (apparecchiatura del costo di circa 12 mila euro che sorvola e riprende l’area interessata, pilotata a distanza) quindi per Trenitalia, che avrebbe intenzione anche di chiedere alla Marina militare l’interdizione dello spazio acqueo per impedire eventuali “incursioni” via mare. Una diatriba dalla quale la procura di Savona vuole assolutamente rimanere fuori, anche se il procuratore Francantonio Granero non avrebbe opposto alcun divieto all’utilizzo dei droni. Ma solo a condizione che non creino situazioni di pericolo.