Festival di Venezia – Friedkin riceve il Leone alla Carriera. E il cinema italiano convince

Creato il 30 agosto 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

E’ iniziato il concorso di Venezia 70, ed è iniziato col piede giusto. I primi due film della competizione hanno infatti convinto, ricevendo sentiti applausi alle proiezioni per la stampa. Parliamo di Via Castellana Bandiera, l’esordio cinematografico di Emma Dante, e Tracks, film diretto da John Curran che porta sullo schermo il romanzo di Robyn Davidson sul suo viaggio in solitaria nel deserto australiano. Se quest’ultimo è un ottimo esempio di cinema di viaggio, emozionante e con una bravissima Mia Wasikowska, il primo rappresenta la vera sorpresa di questo inizio di festival. Una sorpresa firmata da una grande delle scene teatrali italiane: Passare al cinema è stato uno sconfinamento naturale – ha dichiarato la Dante in conferenza stampa – anche perché non potevo raccontare questa storia a teatro. Una storia ambientata in un piccolo vicolo di Palermo che però si fa metafora di tutta la società contemporanea, non solo del Sud. Palermo è la mia città – ha continuato la regista – e volevo partire dalla mia storia, dalle mie origini, ma questo mio film non parla del Sud, non so neanche cosa voglia dire raccontare il Sud. Via Castellana Bandiera porta sullo schermo una comunità, un’aggregazione di essere umani.
Ma non c’è stata solo Emma Dante per il cinema italiano. In questa giornata di festival, si è fatto valere anche L’arte della felicità di Alessandro Rak, che ha aperto la Settimana della Critica. Un film d’animazione in salsa napoletana che ha impressionato per il tratto originale e totalmente atipico per la nostra industria cinematografica e soprattutto per la sua rappresentazione del capoluogo campano, qui trasfigurato in chiave apocalittica e surreale.
Il vero evento del giorno è stato però il Leone d’Oro alla carriera consegnato a William Friedkin. Il regista americano, autore di capolavori come Il braccio violento della legge e L’esorcista, oltre a manifestare la sua felicità per il restauro del suo film Il salario della paura, presentato qui alla Mostra, ha parlato in conferenza del ruolo del cinema nella società contemporanea. Il cinema può trasformare la società – ha dichiarato l’autore – può far accettare le diversità, mostrandole sullo schermo. Come diceva Majakovskij: l’arte è un martello. E poi ha concluso lanciando una critica diretta alla politica estera americana: Gli Stati uniti non devono essere i poliziotti del mondo intero, nessuno può e deve esserlo.

foto Federica De Masi © Oggialcinema.net

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net


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