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Festival di Venezia – La scuola protagonista alle Giornate degli autori. Mentre Terry Gilliam delude.

Creato il 03 settembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Quando le aspettative sono tante, molto spesso, con il cinema, si rischia seriamente di rimanere delusi. E’ il caso di uno dei film più attesi di questo Venezia 70, The Zero Theorem, che segna il ritorno di Terry Gilliam alla fantascienza. L’universo futurista descritto dall’ex Monty Python, in cui un hacker cerca disperatamente di trovare il senso dell’esistenza umana su una Terra governata da un perfido magnate, ha infatti ricevuto un’accoglienza molto tiepida da parte della stampa presente al Lido. Messa in scena suggestiva, impianto visivo stupefacente, ottime le perfomance di Christoph Waltz e Matt Damon, ma come purtroppo è già avvenuto per le ultime opere del regista, il film manca di vera passione ed appare inconcludente sulla base di premesse invece molto suggestive.
Ma in fondo poco male per la competizione, perché vicino ad un film che non convince, eccone un altro che entusiasma la platea. Si tratta di Tom à la ferme (Tom nella fattoria) del giovanissimo talento canadese – ha soli ventiquattro anni – Xavier Dolan. Un’opera psicologicamente violenta che calamita lo sguardo ed incanta per la forza visiva ed emotiva che mette in campo. Quello di Dolan è un nome assolutamente sconosciuto per il pubblico italiano, dato che nessun suo film precedente ha trovato un nostro distributore pronto a portarlo nelle sale. La nostra speranza è che grazie a questa presentazione veneziana – e, ci auguriamo, anche ad un premio sabato prossimo – forse anche da noi si possa cominciare a conoscere l’arte cinematografica di questo giovane eccentrico dal tratto artistico tanto personale quanto accattivante, che scrive, dirige ed interpreta i suoi film.
A concludere il quadro di questa giornata festivaliera, tre film che ci hanno profondamente colpito. Da una parte l’avvincente Locke, presentato fuori concorso ed incentrato interamente su un Tom Hardy in forma strepitosa ; dall’altra l’ottimo cinema italiano delle Giornate degli autori, rappresentato in questa occasione da due opere di argomento scolastico: il cortometraggio Secchi di Edo Natoli e il lungometraggio La mia classe di Daniele Gaglianone. Il primo, impreziosito dalla voce narrante di Pierfrancesco Favino, ha veramente sorpreso pubblico e addetti ai lavori per la sua originalità, la sua ironia e l’eleganza dell’animazione in stop-motion, una rarità per il nostro cinema. Il secondo, invece, in bilico costante tra fiction e documentario, tanto da rendere invisibile e impercettibile il confine che li divide, vede un inedito Valerio Mastandrea in veste di professore di italiano per una classe di immigrati. Un film, quest’ultimo, che commuove, intriga e riflette sul nostro paese, le sue contraddizioni, e anche sul cinema stesso come mezzo espressivo e narrativo.

foto Federica De Masi © Oggialcinema.net

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net


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