Il mio primo incontro con i Fantastici Quattro risale al 1969. Ero alla Editoriale Corno da circa un anno e mi occupavo di varie cose, dalla traduzione di molte strip per Eureka (prima fra tutte Andy Capp di Reg Smythe, un character davvero formidabile), al coordinamento redazionale delle varie testate (Eureka, Kriminal, Satanik, Maschera Nera, Alan Ford etc.), alla stesura di soggetti e sceneggiature di Kriminal e di Satanik.
Mi rendo conto che sto divagando… è dei Fantastici Quattro che devo parlare!!!
Non a caso ho citato Guerra d’Eroi per ultimo. La Signora Franca Lazzaro, una deliziosa persona che ricordava per il suo modo di fare la “signora in giallo” e alla quale va il mio pensiero pieno di rimpianto, era la titolare dell’Agenzia di Stampa Transworld, dalla quale la Editoriale Corno aveva da anni acquisito i diritti per la pubblicazione in Italia del settimanale Guerra d’Eroi. Un giorno, entrando in redazione con quel suo passo leggero e il solito delicato sorriso sulle labbra, seguita a ruota da una sua collaboratrice che aveva in mano un voluminoso pacco, ci propose di pubblicare i Supereroi della Marvel (di cui lei era l’agente per l’Italia) che negli Stati Uniti stavano ottenendo uno strepitoso successo, superando nelle vendite le testate della più longeva DC Comics.
Stava qui l’entusiasmo di lavorare fianco a fianco con un personaggio come Andrea Corno! Lui dava spazio illimitato alla creatività di chi lavorava accanto a lui, era pronto a qualsiasi sfida e mai l’ho sentito recriminare su alcune scelte rivelatesi poi sbagliate!!!
Torniamo a bomba… il fatto è che scrivendo mi tornano alla mente ricordi, aneddoti che mi piacerebbe raccontare ma che mi porterebbero forzatamente fuori tema. Chiedo venia!
Una volta acquisiti i diritti, mi ritrovai sulla scrivania pile di albi della Marvel, che, pur essendo allora sul mercato da soli otto anni, aveva sfornato una miriade di Super-eroi, molto innovativi, rispetto a quelli della DC, sia per i testi, sia per le tematiche, sia per i disegni. Furono decisamente questi ultimi a scatenare in me una fortissima emozione, soprattutto quelli di John Romita Sr con quel suo tratto pulito e solare, di Gene Colan, possiamo definirlo un po’ noir?, e lineare, dinamico, un tratto che scivola via con tanta naturalezza.
A quel punto si trattava solo di scegliere i personaggi che sarebbero stati i protagonisti delle prime due serie di albi da lanciare sul mercato italiano, un vero e proprio test!!! Come tutti certamente sapete, la scelta cadde su Uomo Ragno, testata allora leader della Marvel, e su L’Incredibile Devil, un personaggio a dir poco assolutamente originale e, in sovrappiù, per noi indispensabile per i numerosi team-up con la serie di Spider-Man.
E fu così che nella primavera del 1970 varammo queste due collane, lasciando ai Fantastici 4 il ruolo di “ospiti” in entrambe le serie. A me venne affidato il coordinamento editoriale delle due pubblicazioni (scelta delle storie, correzione dei testi tradotti, del lettering, la redazione della pagina della posta, insomma tutto ciò che gira intorno a un prodotto editoriale) e, d’autorità, mi volli privilegiare con le traduzioni sia di Devil sia di Uomo Ragno, due personaggi per i quali provai il cosiddetto “colpo di fulmine”, come poco dopo mi accadde anche con il mitico Thor.
Il mercato rispose molto positivamente alle nuove iniziative tanto che nel 1971 decidemmo di aumentare il volume della produzione e, in primavera, lanciammo sia i Fantastici Quattro, la serie capostipite della Marvel, sia Thor.
Tra quest’ultimo e i Fantastici 4, non potendo per questioni oggettive di tempo tradurre entrambe le serie, decisi di tradurre il mitico perché da sempre affascinata dalla mitologia e, soprattutto, perché si trattava di una vera e propria sfida: l’inglese parlato da Thor era “arcaico” e tradurlo diventò un’esperienza a dir poco divertente!!! I Fantastici Quattro li traduceva mia sorella Barbara Perini insieme ad altri personaggi (Capitan America, X-men, Avengers, Conan & Kazar, Hulk e i Difensori).
Ma la variabile più determinante e decisiva, era che avremmo dovuto attendere quasi 50 numeri, circa due anni di produzione, prima che “The King” arrivasse alla sua maturità artistica.Non potevamo certo rischiare di debuttare con un flop che avrebbe compromesso l’intero progetto di portare l’universo Marvel nel nostro Paese.
Comunque sia, il mercato ci diede ragione: al primo posto, sul podio delle vendite c’era sempre l’Uomo Ragno che intorno alla metà degli anni ’70, superò le 150.000 copie di venduto, seguito proprio a ruota dalla testata del fantastico quartetto!
Stan Lee e Guido De Maria
A proposito della metà degli anni ’70, consentitemi una breve digressione perché il ricordo di quel che avvenne è ancora più che mai vivo! Era la Pasqua del 1974 e una delegazione della Corno, formata da Luciano Secchi, dal compianto Lorenzo Guerriero (al quale va il mio affettuoso pensiero) e dalla sottoscritta, andò a New York a visitare le due icone dei supereroi statunitensi: la Marvel e la DC!!! In quell’occasione, oltre a rivedere con l’entusiasmo e la gioia di sempre Stan Lee e la sua deliziosa mogliettina (nominandoli mi vengono in mente alcuni aneddoti davvero esilaranti ma andrei nuovamente fuori dal seminato), mi inoltrai per la prima magica volta nel cuore pulsante della casa editrice: là dove si “fabbricavano” le tavole! Non vi dico l’emozione di incontrare i miei miti, John Romita Senior, Gene Colan, Sal e John Buscema, ricordo che mi tremavano davvero le gambe e che, per un istante che mi parve durare un’eternità, rimasi senza parole!!! Quando li salutai, mi baciarono sulla guancia e lì per lì, decisi con slancio da teen-ager che per un bel pezzo non mi sarei lavata la faccia! Presente, vero, quando si incontrano dei miti?
Conobbi anche Gil Kane (che a me piaceva assai), e molti altri di cui ora mi sfugge il nome (concedetemi qualche vuoto di memoria!!). Alla DC andammo perché invitati dagli editori, marito e moglie già in là con gli anni (una coppia sulla quale ci sarebbe da scrivere una sorta di sit-com!) che, visto il successo che avevamo avuto con i personaggi Marvel, ci offrirono di acquisire anche i loro characters (una proposta per allora del tutto inammissibile, oserei dire “indecente” visto che i nostri rapporti con la Marvel erano “esclusivi e indissolubili!”)
Anche la serie del fantastico quartetto andò alla grande e, intorno al 1975, la forbice che separava il materiale pubblicato da noi e quello prodotto negli States era di soli due anni. Un lasso di tempo che, per motivi contingenti, non poteva essere ulteriormente ridotto! Il materiale ci veniva inviato per via aerea ogni 3-4 mesi, i tempi di lavorazione erano assai lunghi, la tecnologia era assai arretrata rispetto a ora. Pensate che ogni pagina richiedeva esattamente questo processo: dapprima la traduzione, poi il controllo della stessa, quindi il lettering e controllo dello stesso, poi il materiale veniva passato al fotolitista che, albi originali alla mano, colorava ogni pagina, utilizzando le canoniche quattro pellicole; in redazione una persona eseguiva il controllo qualità di ogni pellicola, quindi si preparava il menabò del numero completo, lo si dava allo stampatore che, a sua volta, ce lo ritornava per il controllo definitivo (la fase più delicata poiché bisognava porre la massima attenzione: innumerevoli le volte che, prima di apporre la firma sul timbro “visto si stampi”, mi capitò di trovare pagine con la sequenza errata, a volte addirittura capovolte!!!). Insomma potete immaginarvi la tempistica!! La Marvel usciva con una cadenza mensile mentre la nostra periodicità era quindicinale (tipica per quel tipo di prodotto) e quindi il nostro problema era quello di non “fagocitare” le distanze e fu per questo motivo che decidemmo di inserire anche le storie autoconclusive della Cosa, tratte dal mensile Marvel-two-in-one.
Maria Grazia Perina
Qual era il mio preferito tra i personaggi del fantastico quartetto? Come per molti lettori, Ben Grimm, il più umano, il più altruista, il più tragico e allo stesso tempo il più simpatico del gruppo! Stan Lee & Jack Kirby ne avevano fatto un colosso, cambiandone i tratti caratteristici, non solo per la grafica, infatti dal Ben burbero e nervoso, quasi isterico, dei primi tempi ci ritrovammo un’altra persona: più riflessiva, interiormente più complessa, per alcuni versi saggio quasi come Reed. Chi non ricorda la storia intitolata Questo Uomo o questo Mostro?. A mio parere, ancor oggi un vero e proprio capolavoro!!!
I primi 100 numeri della testata furono senza dubbio il “top”, sia per i disegni sia per le storie, quelli che seguirono erano decisamente di qualità inferiore riuscendo tuttavia a reggere il mercato. Certo è che quei primi 100 numeri sono stati fondamentali per la rinascita dell’universo Marvel che conosciamo adesso, intendo quello de La Zona Negativa, Wakanda, Latveria, Galactus, Silver Surfer, l’Osservatore, la Zona Blu della Luna etc…
Conosco poco o niente delle storie dei Fantastici Quattro successive al marzo 1978, quando lasciai la Editoriale Corno per approdare alla Rizzoli. Una cosa è certa, ancora oggi sento dire dai vecchi fans di allora, che il periodo d’oro del fantastico quartetto continua a essere considerato quello del magico duo Stan Lee-Jack Kirby.
Spontanea, a questo proposito, una riflessione. Ho chiuso la mia esperienza alla Editoriale Corno con i Fantastici Quattro; ora dopo tantissimi anni, ritorno sul campo dei Super-Eroi in uno “special” dedicato al fantastico quartetto.
Cosa di più gratificante per me di essere una delle guest stars di questo “memorial” in occasione del cinquantesimo compleanno della Cosa, della Donna Invisibile, della Torcia Umana e di Mr. Fantastic?
“arcaico” e tradurlo diventò un’esperienza a dir poco divertente!!!
I Fantastici Quattro li traduceva mia sorella Barbara Perini insieme ad altri personaggi (Capitan America, X-men, Avengers, Conan & Kazar, Hulk e i Difensori).