Fibra e le donne

Creato il 24 agosto 2011 da Abattoir

Ti piacciono le donne1. Lo ripeti all’infinito in questa canzone-tormento estiva che sono costretta a subire ogni qual volta si accenda la radio, o si vada in giro per shopping. Ti piacciono le donne, le more e le bionde. Sembra che sia un nuovo inno filo-femminista, niente a che vedere con quello che cantavi fino a qualche mese fa. Nel video una serie di facce femminili, e corpi vestiti, apparentemente nessuna allusione offensiva. Ti piacciono le donne, le more e le bionde, insomma non è importante il loro aspetto fisico, vuoi farci credere. D’improvviso le ami tutte, sono finiti i tempi di “vedo troie di qua, vedo mignotte di là, ma non dobbiamo accontentarci di queste zoccole”2. Adesso le zoccole, le troie e le mignotte le ami tutte, vestite coi loro vestiti di ogni giorno, intente a sgolarsi ai tuoi concerti, come ragazzine invasate dietro le sbarre. Ti piacciono le donne, le grasse e le tonde, dici su una base ritmata soft, come se questo ti sollevasse sugli altri rapper, perché a loro, si sa, le chiattone non piacciono. Grazie Fibra. Hai smesso di arricciare il naso di fronte a “sti culi ciccioni come una crepe”3 e ti sei finalmente dato ai corpi rotondi? Grazie. Hai svuotato i tuoi “coglioni giganti”2 e adesso puoi darti all’amore pulito, vuoi “mettere su famiglia, come nello spot della Barilla”1 per farci contente? Grazie, davvero. Ti siamo grate. Noi donne, more e bionde, grasse e rotonde, magre, francesi, spagnole, italiane, fredde e calde, fioraie e portinaie. Noi che per anni siamo state solo le tette e i culi di contorno alle tue frustrazioni, noi che hai appellato “puttane”, “mignotte”, “zoccole”, “troie”, adesso finalmente abbiamo ritrovato dignità, ammiccando vestite (o travestite?) nel tuo nuovo video rispettoso e filo-femminista.

Mi sorge solo un dubbio. Le nuove categorie nelle quali ci inviti a inquadrarci, le hai prese da youporn? I pensieri strani che ti fai sulla tabaccaia, mentre guardi i calendari con quelle schifose modelle in bikini, non la vedono forse in atteggiamenti sensuali-porno tradizionali? E “le donne di ogni razza e lingua” ti piacciono perché sono esotiche? Le “top model con due bombe”1 non saranno in contraddizione con tutta sta sfilata di casi umani che degni del tuo sguardo fino a ieri ipercritico?

Ti piacciono le donne. Lo ripeti così tante volte che, mi sembra, il messaggio vero è che non ti piacciono gli uomini. Non ti piacciono, non ne parli mai, l’unico altro uomo che compare nella canzone è un cameriere romanaccio che – sarà un caso? – usa la parola “mignotta”. Insomma, credi di essere filo femminista, ma sei ancora quello che si lamentava perché le “minorate minorenni in minigonna” a letto sono meno maiale di tua nonna, e soprattutto sei omofobo. Fibra, dai, puoi dircelo. La tua più grande paura è che, dopo aver sputtanato (nel vero senso della parola) tutte le poverine che per sbaglio ti si sono accostate, dopo aver sputato sull’intero genere femminile, dopo aver dato della troia anche a tua madre (o no? forse le mamme non si toccano, almeno non la propria), a qualcuno è venuto il dubbio che tu potessi essere interessato agli uomini (come Mengoni, che secondo te “è gay ma non può dirlo perché poi non venderebbe più una copia già me lo vedo in camera arriva una figa prende il suo cazzo in mano e lui lasciami ti prego”). Pesante, non è da veri uomini dire a una “figa” di no. Una figa, che non ho ben capito se è un complimento (o un’offesa) o una sineddoche. E comunque di sicuro la sua funzione è legata al cazzo, su questo non ci sono dubbi. La verità è che vorresti che fosse così. Ti piacciono le donne, dici, ma sei solo spaventato. E non sei all’altezza di quelle donne “vere” che dici di volere.

Fibra, c’hai provato. Hai montato su un bel video con facce qualunque, e parole di finto cambiamento. Ci volevi fare passare il messaggio che sei cambiato, che non ci prendi più per puttane. Che adesso ci ami tutte. Non ti è riucito. Quello che ne è venuto fuori è una specie di “girlsbook”, un elenco di donne che ti faresti, che non rispettano i canoni tradizionali solo perché ti sei annoiato. Quello che volevi farci passare per il nuovo inno neo femminista, è solo il tuo nuovo elenco di fantasie, solo l’ennesimo modo per renderci oggetti, per reificare quei corpi che, non più soltanto alla tv o sui calendari, ma nella vita di ogni giorno, incontri e vorresti assoggettare.

Fabri, c’hai provato e non ci sei riuscito. Non siamo sceme. Siamo more, bionde, con due bombe, grasse e rotonde, alte, basse, stronze, zoccole, mignotte, puttane, madri, figlie, zie, interessate al membro maschile degli uomini di colore (ma un cliche meno razzista, no?), interessate ai tuoi soldi, alla tua macchina, al tuo rap (conosci una canzone, le conosci tutte), sbavanti ai tuoi concerti (solo se pagate), tabaccaie, fioraie, disoccupate, ladre, assassine, professoresse, scrittrici, medici, pittrici, nullafacenti. Minorate, maggiorate, in minigonna o in salopette. Siamo culi, tette, fighe. Siamo tutte queste cose, ma non siamo sceme.

Ti piacciono le donne, ok. Ma tu piaci a loro?

1 “Le donne” è il terzo singolo estratto dall’album “Controcultura” di Fabri Fibra. Il video è visibile cliccando qui.

2 da “Zoccole”, canzone conosciuta anche come “Coccole”, probabilmente per qualche censura della rete.

3 da “Non fare la puttana”.


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