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La pianta del fico d'india è originaria del Messico ma ha raggiunto l'Europa a seguito della scoperta dell'America e si è diffusa particolarmente nel Mediterraneo caratterizzandone il paesaggio. La pianta del fico d'india può raggiungere i 5 metri d'altezza. Essa è costituita dal fusto cioè dalle cosiddette pale il cui nome scientifico è cladodi. Le pale sono piatte e ovali. Su di esse sono presenti numerose areole dalle quali si dipartono delle minuscole foglie. Dalle areole si possono generare sia dei fiori che i frutti. Sui frutti e sulle areole sono presenti delle spine scure e fastidiosissime in quanto piccole e sottili che si trasferiscono con facilità sulla pelle. I frutti sono carnosi, succulenti e dolci. Possono raggiungere anche i 400 grammi di peso e sono di vari colori: giallo, fucsia, arancione e bianco.
Le piante del fico d'india appartengono alla famiglie delle cactacee. Non hanno bisogno di molta acqua. Durante l'inverno è sufficiente annaffiarle una volta al mese mentre nei periodi più caldi almeno una volta alla settimana. Per le coltivazioni all'aperto non ci sono difficoltà di adattamento al terreno mentre per le piante in vaso è bene rinvasarle spesso a causa di una rapida crescita delle radici. Si consiglia di utilizzare dei vasi in terracotta poiché consentono alla terra e alle radici di respirare. La concimazione si effettua nei periodi caldi ogni 4 settimane utilizzando un concime ricco d'azoto. La potatura si effettua in estate per migliorare la forma delle pale oppure può effettuarsi in primavera in modo da ottenere dei frutti più pregiati. La fioritura avviene in estate.
Sebbene il fico d'india sia un frutto calorico (50 calorie per 100 grammi), è ricco di sostanze nutritive importanti con conseguenti effetti salutari. Il frutto, così come le pale, contiene alte concentrazioni di calcio, fosforo, vitamina B e vitamina C. E' in grado di accelerare il metabolismo in quanto le mucillagini in esso presenti consentono il legame di zuccheri e grassi che non vengono assorbiti dall'organismo ma espulsi. Se mangiato prima dei pasti, dona un senso di sazietà. Si consiglia l'assunzione del fico d'india anche per combattere ritenzione idrica e cellulite grazie alle sue proprietà diuretiche. Tuttavia è bene non esagerare nel consumo di questo frutto poiché i numerosi semi contenuti all'interno, producono dei boli intestinali e provocano un effetto tappo che rende difficoltosa l'evacuazione.
Diventata simbolo della macchia mediterranea, questa pianta connota il paesaggio con le sue forme e i suoi colori. Oltre al consumo del prodotto fresco, i fichi d'india sono utilizzati anche per la produzione di succhi, gelatine, confetture e dolcificanti. In Messico le pale vengono spinate e arrostite e costituiscono un tipico cibo da strada. Dalle pale si ricava oltre che un succo commestibile e benefico anche foraggio per gli animali e la polpa può essere utilizzata come cicatrizzante sulle ferite. Gli estratti del fico d'india sono impiegati anche nella cosmesi per la produzione di creme ed unguenti. Proprio poiché caratterizzano la macchia mediterranea e in particolare la regione siciliana per il largo uso che ne fa in cucina, i fichi d'india sono stati inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.