Piena di colpi di scena, avvicinamenti, lontananze, scoperte, dolori, gioie sullo sfondo di un delitto a lungo insoluto, questa ennesima versione di La Bella e la Bestia, che poco ha usato sia la favola di Perrault sia quelle di Madame de Villeneuve e poi di Madame de Beaumont, è stata girata interamente a Torino approfittando della ricchezza di palazzi e castelli offerti dalla città. Tre i luoghi più importanti: il Castello di Agliè, la Villa della Regina, la Palazzina di Stupinigi, ottenuti grazie alla Film Commission, al Ministero dei Beni Culturali e alle soprintendenze coinvolte, tre dimore storiche già perfettamente arredate. Un grosso risparmio di denaro per le scenografie oltre a un fascino autentico, due qualità che dovrebbero indurre un paese come l'Italia a puntare sempre di più sul suo sterminato patrimonio artistico.
Diversamente dal cartone Disney la Bestia, qua, non è un animale coperto di peli, ma un principe, Leon DalVille, che copre la parte sfregiata della faccia con una maschera d'argento, scelta obbligata visto che sarebbe stato insensato scegliere il volto perfetto di Alessandro Preziosi per poi cancellarlo, e la ragazza Bella Dubois, la splendida Blanca Suarez, attrice in La pelle che abito di Almodovar, è la figlia di un mercante che si batte per il proprio amore ma anche per restituire benessere al suo piccolo paese, dominato dall'incattivito principe Leon. Il finale, oltre alle ovvie nozze tra la Bella e la Bestia, prevede la nascita di una fabbrica di profumi che porterà denaro e fortuna a tutti gli abitanti del circondario, proprio come cominciava ad accadere nella Francia del tardo Settecento. Una ragazza pura piena di sogni, un uomo crudele e tormentato: la vittoria dell'amore, recita lo slogan della Lux. Su Raiuno nella prossima stagione.