Dico questo perché negli anni 90 e a seguire, la pianificazione del piano regolatore (PRG) è stata progressivamente sostituita dalla pratica della contrattazione tra l'Ufficio Tecnico del Comune e i privati, dove si metteva in discussione il PRG, cioè il diritto-dovere di governo del territorio da parte della pubblica amministrazione, per delegarlo a convenienze strettamente immobiliari attraverso un percorso che cambiava le classificazioni del PRG con apposite varianti.
Non bastasse, sulla base delle continue leggi e leggine speciali approvate dal Parlamento, nel contesto locale la competizione tra le varie realtà politiche e territoriali non si basa più sulla qualità progettuale, ma sull'unico traguardo di garantirsi i finanziamenti.
Ecco, detto questo è pure banale ripetere che adesso, sulla base del PSC (Piano Strutturale Comunale) approvato dall'amministrazione del sindaco Mario Cantini, occorre praticare una cultura dello sviluppo dove i limiti ambientali e le aperture culturali diventano prerogativa di una effettiva modernità.
Partendo da questo, per fare questo, per Fidenza occorrerebbe davvero - qualcuno direbbe "renzianamente"- cambiare non solo la musica ma anche i suonatori.
Altrimenti, caro il mio sindaco, saranno cazzi.
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