Fiducia

Da Juliekohler @brideinblack

Di Gabriele mi fido.

So bene che può farmi male più di chiunque altro, perché ha dalla sua parte quella risorsa rara che è la giovinezza.

Eppure di lui mi fido.

I giovani sanno essere oltremodo spietati, pur senza volerlo. Sono stata una ragazzina capricciosa anch’io, spezzavo cuori a destra e a manca, calpestavo presunte amicizie e fragili comparse come se nulla fosse e la mattina dopo me n’ero già scordata. Superavo i sentimenti altrui con piccoli salti noncuranti, come quando si evitano le pozzanghere dopo un temporale. Adesso è diverso: ogni mossa che faccio è ponderata e ogni parola che pronuncio è soppesata. Oggi, è tutt’altra storia. Ho scoperto quella sensazione che si prova quando si viene superati o messi da parte come un qualsiasi oggetto privo di valore. E, da allora, non m’appartiene più quella sensazione di invincibilità che mi pervadeva a vent’anni. Ormai, la mia spietatezza ha smesso di essere un’abitudine per diventare uno spettacolo per pochi a servizio di sporadiche ma irrinunciabili vendette.

Premesso tutto questo e processata e condannata la crudeltà della giovinezza, di lui mi fido. Perché è in gamba e più ragionevole di com’ero io alla sua età. E perché non posso non fidarmi di lui. Come si fa a non fidarsi di qualcuno che ti guarda in quel modo, con occhi limpidi che traboccano di promesse e sembrano dire: La vita è fatta solo di inizi.




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