L’Istat ha comunicato dati positivi sulla fiducia di imprese e consumatori, segnali di ripresa che fanno sperare che la crisi sia finalmente alle spalle.
Segnali positivi per l’economia.
Migliorano anche i giudizi e le prospettive sulla situazione economica generale del Paese e calano le attese di disoccupazione. Lo spread Btp-Bund a 10 anni si è attestato sotto 100 e con l’ultima asta i tassi sono addirittura negativi per i Bot a 6 mesi (-0,055%). In Europa, solo Germania, Francia e Svizzera emettono titoli di Stato a rendimento zero.
I dati sulla fiducia di imprese e consumatori vengono elaborati, non da Palazzo Chigi o da qualche compiacente agenzia, ma dall’Istat, e dunque sono da ritenersi attendibili e parlano chiaro. Da otto anni tra i consumatori e da tredici anni a questa parte tra le imprese non si era registrata una fiducia così alta. Insomma, sembra che la percezione comune è che la crisi sia passata e che la ripresa sia in corso. Il dato è molto importante, è un fattore indispensabile delle legge della domanda e dell’offerta, cioè di chi consumerà e di chi dovrà produrre. E questa volta i dati sono verosimili.
La strada per una ripresa solida è ancora in salita.
Poi possiamo parlare di una ripresa che sia fragile o meno, di chi sia il merito, del Quantitative Easing di Draghi, del prezzo del petrolio che è crollato, producendo benefici per tutto il comparto energetico e dei trasporti, o dell’Euro che si è indebolito. Certamente tutto questo ha influito. Possiamo anche aggiungere che quando si cade, dopo un punto di caduta massima, che ha fatto perdere al nostro Paese il 12% del Pil in pochi anni, non si può che rimbalzare.
Partendo dai dati positivi sulla fiducia di imprese e consumatori è dunque con soddisfazione che prendiamo atto che si è intrapreso un certo percorso di ripresa. Percorso ancora in salita, molti problemi rimangono e dovranno essere risolti. L’Italia ha bisogno di una maggiore produttività e di creare nuovi posti di lavoro. I segnali positivi ci sono e lasciano sperare che la crisi sia finalmente alle spalle.
Quindi ben vengano questi dati e aspettiamo quelli più concreti, di consumi avvenuti, di produzione realizzata, di vendite effettuate in Italia e all’estero.