Fiducia grazie al QE europeo ?

Da Investireoggisicuro

I recenti dati relativi al rallentamento della Cina e alle pressioni sulle valute emergenti (in particolare derivanti dalla crisi Ucraina), hanno creato un certo scetticismo sulla sostenibilità della ripresa economica globale.

Successivamente l’interesse per le elezioni politiche europee, ha distolto in parte l’attenzione degli operatori dai segnali di debolezza degli ultimi dati macroeconomici (risultati meno positivi).

Tuttavia, sta ormai avanzando sempre più l’ipotesi che la BCE, consapevole della necessità di non interrompere la lenta ripresa già in atto, stia preparando in concreto un piano di aiuti non convenzionale che dovrebbe fornire liquidità alle banche, da rigirare poi alle imprese e alle famiglie.

Tale piano sarebbe molto simile al QE inglese, che ha ancorato la liquidità concessa dalla BOE (bank of England) alle banche in misura equivalente alla liquidità prestata concretamente alle imprese e alle famiglie.

Dunque, qualora anche la Banca centrale Europea dovesse attuare questo piano (della durata di un anno), è molto probabile che assisteremo ad una accelerazione nella crescita economica dell’ Eurozona.

Tuttavia, sarà importante capire quanto verrà dichiarato dal governatore Draghi nella prossima riunione di giugno, perché se da un lato pare ormai scontata l’ulteriore riduzione dei tassi, dall’ altro è più probabile che il piano di credit easing (QE) possa slittare verso l’autunno, magari dopo gli stress test bancari, per capire prima l’effettivo stato di salute dei conti economici delle banche europee.

Se diamo uno sguardo all’ andamento dell’ indice Eurostoxx50 (grafico in copertina), rappresentativo dell’andamento del mercato azionario europeo nel suo complesso, incluso le aziende appartenenti ai paesi periferici, possiamo notare come dai valori del 2008, ante crisi finanziaria-mondiale, dai 4.600 punti si è crollati fino a 1.800 punti nel 2009, livello poi quasi ritoccato nel 2011- 2012, periodo del rischio default dell’Italia.

La successiva ripartenza delle quotazioni, non senza ostacoli e volatilità, si è poi spinta a fine 2013 a ridosso dell’importantissima resistenza (linea orizzontale) di area 3.000 punti.

E tra dicembre/2013, marzo e aprile 2014, ci sono stati ben 3 tentativi di rottura al rialzo, tutti poi spinti nuovamente verso il basso.

Da questo andamento prevale ora l’aspetto positivo, ovvero la formazione di minimi e massimi crescenti che, solitamente, sono anticipatori di ulteriori rialzi per i mesi a venire.

Naturalmente, nel breve termine, le quotazioni appaiono un po’ tirate e quindi è possibile assistere ad una correzione che, per non invalidare lo scenario positivo di lungo termine, non dovrebbe vedere le quotazioni scendere al di sotto di area 2.900 punti. Mentre al rialzo, i possibili target di lungo termine, passano per area 3.600 – 4.000 punti.

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