Jesi (AN), Osteria del Ciliegio. Grazie a Stefano Santaroni per le foto.
Nuova edizione del Field Fest (cui continuiamo a dare il nostro sostegno), che si dimostra ancora una volta evento in grado di unire una cornice particolare a una scaletta varia e ben congegnata, a partire dalla presenza di ben tre differenti zone in cui usufruire della musica, in modo da evitare che le esibizioni si accavallino o si perda tempo nei cambi palco. L’inizio nel pomeriggio di un assolato sabato estivo non scoraggia i partecipanti, tanto che fin dall’apertura il luogo vede comunque la presenza di un buon numero di spettatori, anche se come da copione l’affluenza si impennerà a partire dal tramonto e vedrà il suo apice in tarda serata. La location, oltre alle tre aree musica, prevede una nutrita zona auto-produzioni con banchetti di differente natura, una zona ristorazione e un’area camping, tutte vicine tra loro, ma non affastellate e distribuite in un’area molto ampia che circonda l’Osteria Del Ciliegio, così da permettere ai presenti di usufruire delle varie zone in modo fluido, una caratteristica che contribuisce non poco al convivere pacifico di appassionati e semplici curiosi, attenti ascoltatori e amanti delle chiacchiere in libertà, senza che ci si limiti a vicenda.
L’apertura è affidata a una piccola curiosità, ovvero gli Psychedelic Snake, band nata per l’occasione dall’unione tra The Blend ed Herba Mate (che si alterneranno poi sul palco), tra l’altro le tre date di questo weekend – organizzate a sua insaputa – rappresentano l’addio al celibato a sorpresa per uno dei musicisti coinvolti. Il set prevede tra le altre una versione del classico “In A Gadda Da Vida” a opera dei The Blend, quasi una sigla di apertura per questa giornata dedicata ai suoni saturi e manipolati in ogni modo possibile. Dopo il set di questi ultimi, a base di hard-rock e psichedelia, gli Herba Mate regalano ai fortunati presenti una performance breve che ribadisce il tiro e la padronanza della materia desert/stoner.
Da qui in poi si comincia a spostarsi tra una location e l’altra, con i Dottor K & Hypna X (volti noti in incognito) che propongono una miscela particolare, definita da loro stessi hypna-pop, che si guadagna più di un complimento. Noi purtroppo arriviamo tardi all’appuntamento, ma ci riserviamo di approfondire quanto prima. Dopo di loro gli Atom Made Earth, che miscelano psichedelia, spunti prog, post-rock e altro ancora in una formula che in quest’occasione affianca nuovi e vecchi brani; ancora un cambio di location, con tanto di sosta al bar, e siamo di fronte ai folli A.N.O., che in due si battono contro l’accecante riverbero del tramonto nel noise-stage e ne escono a testa alta, a dimostrare come la distorsione e il rumore possano far miracoli anche in scontri di tal portata, soprattutto se a corroborare il tutto c’è una sana dose di follia e la voglia di tirar giù tutto.
Merito anche del calare della sera e del minor caldo, il festival prende l’abbrivio verso il gran finale con i Capase, duo strumentale di Taranto dall’impronta noisy e dal piglio psichedelico che abbiamo già conosciuto grazie all’interessante split con gli Above The Tree, una proposta particolare in cui convivono potenza e voglia di sperimentare che si inserisce alla perfezione come ponte tra gli A.N.O. e i Selva, potenti e ricchi di pathos come da programma, nonché fautori di un prova che lascia il segno su molti. Colpo di reni verso il traguardo con la follia rock’n’roll al gusto mescal dei Jesus Franco & The Drogas, a onor del vero i più divertenti e incontenibili del lotto, cui seguono i sempre più devastanti Gerda, una macchina da guerra che ormai abbiamo incontrato spesso e che non temiamo di definire in qualche modo una home band su queste pagine. Se ci seguite, ormai dovreste aver capito di cosa sono capaci dal vivo.
Gran finale, si diceva, con i Mars Red Sky dalla Francia, ciliegina sulla torta e vera rivelazione per chi ancora non ha avuto la possibilità di vederli dal vivo. I tre propongono una miscela di stoner, psichedelia e doom settantiano che non fa prigionieri, al gruppo bastano infatti poche note per costruire giri magmatici in cui perdersi, merito anche delle vocals particolari che donano una marcia in più al tutto. Tra video sullo sfondo, suoni vorticosi e groove irresistibile i tre conquistano e convincono senza remore, così da concludere in modo perfetto una giornata già memorabile: merito dell’atmosfera rilassata, dei molti presenti, dei tanti banchetti non solo a tema musicale, dell’ottimo lavoro dei fonici e di chi ha tenuto le redini del tutto senza perdere di vista gli orari e il rispetto della scaletta. Si finisce tra bevute, dj set, chiacchiere e cazzeggio in libertà. Insomma, non possiamo che ritenerci felici di aver dato il nostro appoggio a questa festa che speriamo di poter continuare a supportare anche nelle prossime edizioni.
Il fine serata è stato portato a termine da “Pensieri Di Un Cane” (alias Alessandro Fiordelmondo già chitarrista di ANO e Jesus Franco & The Drogas) che ha accompagnato gli ascoltatori nell’area chillout dalle 3 alle 6 circa con una performance dal vivo di elettronica-drone-ambient.