Fight club

Creato il 26 maggio 2013 da Misterjamesford
Regia: David FincherOrigine: USAAnno: 1999Durata: 139'
La trama (con parole mie): cosa ti potrà mai succedere nel momento in cui la consapevolezza di avere la vita incasellata tra le pagine di un catalogo Ikea, un lavoro che odi ed una routine che porta all'insonnia comincia a schiacciarti? Potrebbe finire tutto, continuare come se nulla fosse, o tramutarsi nel principio di una rivoluzione iniziata in un volo accanto al compagno di viaggio monodose più incredibile mai esistito: Tyler Durden.Ed è così che scatta la scintilla.Una scintilla fatta di una scazzottata per la strada, dopo qualche birra, per approfondire in amicizia anche il concetto molto fisico dello scontro e portare il tutto ad un altro livello: addio alla scrivania, all'appartamento su misura, a quello che la gente si aspetta che tutti noi si faccia per apparire come dovremmo apparire. Fanculo.Botte, lacrime e sangue. E tanto, tanto sapone.E d'un tratto, forse ci si troverà di fronte alla fine di tutto. O all'inizio.

Questa recensione "da combattimento" partecipa all'Helena Bonham Carter Day con ogni singola nocca sbucciata.

Fight club è stato tante cose, per il pubblico e la critica, in questi anni, nonchè uno dei primi, veri supercult usciti in sala a cavallo tra il vecchio ed il nuovo millennio e destinati ad assurgere da subito a ruolo di nuovo classico così come era stato qualche anno prima per Pulp fiction o Il silenzio degli innocenti: onestamente, non ho mai fatto mistero di non amare particolarmente lo stile Palaniuk, scrittore troppo alternativo - o pseudo tale - per solleticare le corde più sensibili della mia anima di lettore, eccezion fatta per Rabbia, suo romanzo a mio parere migliore.
Ma non siamo qui per parlare della carriera dietro la macchina da scrivere dello scombinato Chuck, quando della trasposizione cinematografica che David Fincher, regista già allora noto per cose pregevoli come Se7en, offrì di un romanzo che inaugurò la stagione del disagio mentale usato per descrivere il disagio sociale in cui stiamo inesorabilmente sprofondando, in bilico tra lavori che non ci appagano ed uno stile di vita sempre più incasellato, anche quando a noi pare proprio di no.
Appoggiandosi sulle spalle di Edward Norton - come sempre ai tempi in spolvero totale - ed uno dei migliori Brad Pitt di sempre, il regista di Denver porta in scena l'ascesa di Tyler Durden e la sua guerra con il mondo con un piglio che mescola il videoclip e l'indagine interiore ad impatto, pronta ad esplodere in scontri fisici e non solo sempre più devastanti, che hanno il loro culmine nel drammatico match che vede Norton affrontare un allora giovanissimo Jared Leto.
Le celebrazioni di questo giorno, però, impongono la menzione - peraltro meritatissima - di Helena Bonham Carter, che con la sua Marla Singer non soltanto centra uno dei ruoli migliori della sua carriera prima di finire burtonizzata, ma riesce ad apparire bella come non è mai stata e, probabilmente, non sarà mai: il binomio Singer/Durden, dall'incontro tra Norton ed Helena nel corso di uno dei gruppi di sostegno per malattie terminali che costituiscono l'anticamera del Fight Club alla casa occupata dalla premiata ditta di combattenti e paladini del sapone, fino all'esplosivo - in tutti i sensi - finale funziona che è una meraviglia, e sfrutta un'alchimia tra gli interpreti come raramente se ne sono viste sul grande schermo, finendo per coinvolgere perfino i personaggi secondari interpretati dal già citato Leto e da un Meat Loaf mai così convincente dai tempi del suo Eddie nel Rocky Horror.
Ora che ho finito di incensare le qualità di Fight club, comunque, è giunta l'ora anche di qualche sano colpo ben assestato che giustifichi un voto solo discreto per una pellicola che, ancora oggi, continua a portare sotto le insegne delle ormai notissime regole del Fight club nuovi adepti ad ogni passaggio sul piccolo schermo: considero infatti il lavoro di Fincher - e di Palaniuk prima - decisamente interessante ma clamorosamente paraculo, in grado di convogliare un'estetica ed un approccio da ribelli cool che in più di un'occasione pare forzato almeno quanto le pose dei suoi protagonisti, dall'incontenibile Durden alla darkissima Singer.
Perfino la sua feroce critica verso il mondo ed il sistema sociale ed economico all'interno del quale viviamo continua ad apparirmi almeno in parte di comodo, così come non riuscì ad entusiasmarmi ai tempi, quando uscito dalla sala guardai i due amici che erano con me piuttosto perplesso, molto più soddisfatto della colonna sonora e della parte tecnica che non della forza del contenuto.
Fight club è come un'adolescenza ribelle, o un approccio da poseur: potrà fare una grande impressione a prima vista, ma la realtà dei fatti è che nasconde sotto un look da capogiro fin troppi limiti che, visione dopo visione, continuano inesorabilmente a venire a galla.
MrFord
Ma che cazzo va scrivendo in giro, questo MrFord?
Chi pensa di essere? Un eroe senza macchia della bella società con giardino, famiglia felice, tv a cinquanta pollici e la sera sul divano? Comodo, lui.
E poi ci beve sopra.
La realtà è un'altra: Fight club è Fight club.
Una bomba scoppiata in faccia a tutti voi poveri stronzi nelle mani del sistema. Ed è inutile che vi opponiate.
E' vero, e siete stati voi a scegliere, razza di cazzoni.
Ogni giorno scegliete.
Guardate come siete vestiti, cosa comprate, come volete apparire, con i vostri smartphone e le vostre marche ed i vostri aperitivi: patetici.
E tutti, in questo tripudio di deflagrande critica, sono così fighi che voi non potreste neppure da lontano pensare di mettervi a confronto: è superfigo Brad Pitt, che nelle vesti sgargianti di Durden riesce a beccare anche più di se stesso nella versione selvaggia di Vento di passioni, è superfiga Helena Bonham Carter, che con la sua Marla Singer ha definito un'epoca, uno stile, un personaggio che tantissime di voi stronzette là fuori prendono a modello affermando di essere uniche ed originali, è superfigo perfino Edward Norton in giacca e cravatta da impiegatucolo.
Entri al Fight club è sei superfigo. Punto.
L'importante è che si accettino le regole del Fight club. Dalla prima all'ultima.
E non fatevi troppe domande, anzi, non fatevene affatto.
Andrà tutto bene, anche se dovessimo ribaltare il mondo intero.
Dov'è che l'avevo già sentita, questa? Già, L'odio. Più o meno.
Fin qui tutto bene, fin qui tutto bene.
L'importante non è la caduta, ma l'atterraggio.
Splash.
E in un attimo sei diventato un sapone.
FordMr
Partecipano colpo su colpo all'Helena Bonham Carter Day:  Il Bollalmanacco di Cinema - Grandi Speranze
In Central Perk - La Dea dell'Amore 
La Fabbrica dei Sogni - La Fabbrica di Cioccolato 
Montecristo - Novocaine 
Movies Maniac - Alice in Wonderland 
Scrivenny - Il Discorso del Re 
The Obsidian Mirror - Sweeney Todd 
Triccotraccofobia - Frankenstein di Mary Shelley
"In Fight Club Edward Norton ha le turbe,
non esiste nessun Tyler Durden,
in Shutter Island Di Caprio è un malato
mentale capace di architettare trame assurde.
Nel Sesto Senso Bruce Willis è un morto,
nelle 12 Scimmie è il morto.
'Hey ragazzi ma che fine ha fatto Bruce Willis?
Sapete se un film è in porto?'"CapaRezza - "Kevin Spacey" -


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