Fight Club: Un Percorso Iniziatico

Creato il 16 settembre 2011 da Tnepd


Synthesis Fight Club è sempre stato uno dei miei film preferiti. Anche quando non mi interessavo di esoterismo e non scorgevo le analogie esoteriche “nascoste in piena luce”, Fight Club era uno dei miei film preferiti. Non mi attirava l’atmosfera decadente, e nemmeno il machismo dei combattimenti; non mi immergevo nella analisi della psiche del protagonista, non capivo nemmeno troppo la prospettiva economica, che per me si riduceva allo scontro: capitalismo / comunismo senza comprendere i supposti e le conseguenze della diabolica parola “debito.” Eppure Fight Club, nonostante non lo capissi e mi disgustasse per i colori tetri e le ambientazioni poco invitanti, rimaneva uno dei miei film preferiti, e anzi mi assorbiva completamente. Oggi lo vedo con occhi diversi, perchè ho capito il suo vero significato, che è esoterico. Anzi, prima ho studiato le basi dell’esoterismo, e poi ho scoperto che Fight Club ne è permeato fino al midollo. Partiamo quindi ad analizzarlo dalla figura del protagonista, il personaggio interpretato da Edward Norton. E’ una persona normale, forse solo un pò più solitaria del normale, che come tutti si barcamena tra un lavoro che non gli dà stimoli e una vita privata monotona. Per cercare di riempire il vuoto interiore, si riempie di oggetti esteriori, tant’è che la sua casa è la riproduzione di un catalogo di grandi magazzini. Con un “irresistibile” tavolinetto yin&yang.

Ben presto questo riempire un vuoto interiore con oggetti materiali inizia a non funzionare più, tant’è che si ritrova a frequentare gruppi di ascolto per malattie e disturbi che non ha, pur di evadere dalla propria routine. Paradossalmente è nella miseria della malattia e del vizio che ritrova un pò di pace (instabile, come vedremo).

Ora una domanda: ricordate come si chiama il personaggio interpretato da Edward Norton nel film? Pensateci un attimo. Vi è venuto in mente? Forse non vi è venuto in mente, forse vi è venuto in mente il nome Cornelius, in quanto è così che Bob (ricordate, “il suo nome è Robert Polsen, il suo nome è Robert Polsen…”?) lo chiama. Ma Cornelius non è il suo nome; è uno dei tanti pseudonimi fasulli che il protagonista prende nelle varie sedute di ascolto che frequenta per cercare un senso alla propria vita. Il protagonista quindi non ha un nome, o meglio, ne ha tanti. Chi è quindi questo misterioso protagonista che cambia nome giorno dopo giorno? Qui dobbiamo rifarci alla tradizione orientale, oppure alla tradizione occulta occidentale: esse hanno un elemento in comune, la dottrina della reincarnazioneIl protagonista simboleggia la personalità umana che cambia identità vita dopo vita, mentre lotta furiosamente tra le bassezze della vita materiale, tra supposti “alti” (la sua ben fornita casetta) e terribili “bassi” (i malati che incontra) e dove paradossalmente sono i secondi che lo vivificano di più. Tutto questo va avanti fino a che il protagonista fa un incontro che cambierà la sua vita: conosce Tyler Durden: la sua stessa Anima. Inizialmente è solo un fugace contatto e la cosa sembra chiudersi lì. Poi quando il protagonista torna a casa e la trova distrutta, venendo catapultato nel momento più nero della propria vita (in seguito si scoprirà che è tutto un piano di Tyler, come a dire che l’Anima programma gli eventi più importanti della futura vita prima di incarnarsi (come sostiene lo psicologo Brian Weiss, oltre alla dottrina esoterica), è Tyler la persona a cui telefona. Un pò come tutte quelle persone che pregano Dio solo nel momento del bisogno. I due si incontrano al bar, e Tyler espone subito i punti cardine della sua filosofia. “Sai cos’è un piumino? Una coperta, è solo una coperta. Perchè due come me e te sanno cos’è un piumino? E’ essenziale alla nostra sopravvivenza, nel senso cacciatore – raccoglitore?” Segue una interessantissima disquisizione in chiave anticonsumista, interessantissima e condivisibile, che si conclude con Le cose che possiedi, alla fine ti possiedono. Badate bene, non si sta parlando di economia, si sta parlando della essenza del vivere moderno, della psiche umana, di evoluzione. Infatti Tyler dice: “evolviamoci … vada come deve andare”. Più avanti nel film Tyler dirà: “Siamo i figli di mezzo della storia, senza scopo nè posto. Non abbiamo la grande guerra nè la grande depressione. La nostra grande guerra è spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita”. Poteva essere più esplicito? Qui invita ad andare oltre la nostra piccola vita terrena, che chi più chi meno, vedrà sempre rovinata da infelicità e depressione. Se non “hai” sei depresso perché non hai; se “hai” sei depresso comunque, perché il tuo avere non copre le tue mancanze esistenziali. Quindi, la nostra grande guerra è spirituale. Come è spirituale la “Grande Opera” delle tradizioni esoteriche occidentali. Da questo momento in poi il film fa un punto sulla vita di Tyler. Tyler vive alla giornata, non è ossessionato dall’avere o dall’apparire. Tyler ha poco, la sua casa cade a pezzi, ma a lui non interessa. Ma, si vedrà momento per momento, Tyler ha un piano. Il piano di Tyler non è egoistico, non lo fa per se. Al contrario, è un regalo al mondo: vuole liberare il mondo dalla schiavitù della materia. Anche se dovesse sacrificare se stesso, ed infatti è pronto a “farsi tagliare le palle” letteralmente, purché il suo piano altruistico sia portato a termine. Tyler è l’Anima che piano piano si fa strada nella vita del protagonista del film (lo chiamerò Edward da ora in poi perchè “il protagonista” mi ha stancato) e via via che si risveglia, sottrae sempre più tempo alla povera personalità che viaggia verso l’estinzione. Tyler sottopone Edward a diverse prove iniziatiche durante il film, come ad esempio quella della liscivia, un acido che viene gettato sulla mano di Edward causandogli una ferita che lo accompagnerà tutta la vita.

Tyler crea il Fight Club, una organizzazione segreta, la cui regola principale è Non dovete parlare mai del Fight Club, così come un massone (o un qualsiasi altro appartenente ad una società segreta) giura di non rivelare mai i segreti della propria organizzazione. Il parallelo è eclatante.

Attraverso il Fight Club i partecipanti ritrovano se stessi, venendo messi faccia a faccia con le loro parti più oscure. Tra i vari compiti – o servizi – che Tyler affida ai membri del FC c’è anche quello di “battersi, e perdere.” La personalità è sacrificabile, l’Anima deve comandare. Questi sono i “misteri minori” dell’occultismo, e concernono la riscoperta dell’Anima da parte del candidato alla iniziazione prima di poter affrontare il sacrificio finale: il servizio del prossimo con la totale negazione di sé. E’ in questo momento che Edward Norton recita l’emblematica scena in cui, fiero delle proprie cicatrici, che attestano il proprio successo nella autoliberazione, scendendo dalle scale del suo ufficio dice: “Io sono un Illuminato.” La scena è inserita in alcuni video presenti nel web a carattere cospirazionistico, come dire “ecco: gli Illuminati hanno messo lo zampino anche in questo film!”. La realtà è diversa, Edward non sta attestando la  esistenza di tale setta, ma sta parlando del proprio percorso spirituale: si sta paragonando ad un Buddha, è ormai al di sopra delle miserie della condizione umana. Ha acquisito il “distacco” e quindi è “illuminato.” Intanto il Fight Club evolve nel “progetto Myem“, e nel film si entra nel campo dei cosiddetti “misteri maggiori”. Anche qui le prove iniziatiche sono evidenti, ad esempio il dover stare 3 giorni e 3 notti in piedi di fronte al tempio prima di essere ammessi, per provare la propria dedizione. Dentro il tempio la fedeltà al Maestro e al piano è assoluta, tant’è che nemmeno a Edward/Tyler è permesso fare domande ai sottoposti. Seguono passaggi interessanti tra cui alcuni simbolici, come il pavimento a scacchi nel bagno dove i “ragazzi del progetto Meyem” minacciano il procuratore che deve indagare sulle loro attività.

Il pavimento a scacchi è un simbolo massonico, ripreso dal pavimento del Tempio di Salomone, e simboleggia la variante occidentale dello Yin&Yang orientale, ma aggiunge il concetto del “gioco.” La vita sul piano fisico è vista nell’esoterismo come un campo da gioco, una scuola o una palestra, dove due energie si combattono, ma dalla cui unione e dal cui equilibrio nasce tutta la realtà.

Torniamo alla psiche del protagonista. Esso si accorge ad un certo punto di essere lui stesso Tyler, la sua Anima. Tyler spiega ad Edward di essere “ciò che tu avresti voluto essere”, la frase per essere esotericamente corretta avrebbe dovuto essere “io sono ciò che tu vorresti tornare ad essere.”

Ovviamente Edward si spaventa di fronte a questa tremenda verità, perchè intuisce che presto o tardi dovrà scomparire e lasciare spazio al suo alter ego in maniera definitiva. Quindi si ribella. Questo è quello che in occultismo si chiama l’incontro con “il guardiano della soglia”, l’ultimo ostacolo che la personalità interporrà prima della totale, inevitabile per tutti, resa incondizionata all’Anima immortale. Infatti dice “sono andato a letto sempre prima e mi sono alzato sempre più tardi, sono stato Tyler per sempre più tempo”, e cerca di ribellarsi a questo. Cerca anche di sabotare il piano di Tyler raccontando tutto alla polizia, tuttavia non solo i poliziotti sono parte del progetto Myem, ma addirittura Tyler li ha istruiti a “tagliare le palle” a chiunque provi a fermare il piano, annunciando che lui stesso, nelle vesti di Edward, ci proverà e si farà quindi tagliare le palle, per dare a tutti un segno della sua risolutezza. Fortunatamente per lui, Edward riesce a scappare, tenendo i suoi “gioielli” per se… ma a parte questo risultato, il piano di Tyler è troppo ingegnoso perchè lui possa batterlo. Eccoci adesso all’ultima sfida. Edward realizza adesso di essere Tyler, non soltanto in via teorica come prima, ma anche in via pratica. Ed usa questo potere. A questo punto si spara, muore e risorge. Ma chi risorge? Edward o Tyler? Entrambi.

E’ Edward a risorgere, ma ormai Tyler ha vinto; il suo piano è portato a termine, ed Edward si gode lo spettacolo, che ha accettato.

Edward ormai non è più sballottolato tra la sua parte materiale (personalità) e quella spirituale (Anima), adesso è l’Iniziato perfetto, il Maestro, che fonde spirito e materia in un tutto coordinato e stabile. La personalità è a questo stadio uno strumento perfetto per attuare i piani dell’ Anima. E quali sono questi piani? Liberare l’umanità dal materialismo imperante simboleggiato dal consumismo e dalla trappola del debito. I piani dell’Anima, che incessantemente cerca con segni e “catalizzatori” di risvegliare i suoi strumenti terreni, non sono mai piani personali, ma sono piani “di gruppo” o ancor meglio “universali” ed altruistici, perchè esotericamente non esiste la “mia anima” e la “tua anima” ma esiste l’Anima, di cui ognuno detiene un frammento. “I figli degli Uomini sono un essere solo, ed io sono uno con essi”, come si vede nella perfetta spersonalizzazione e sincronizzazione del gruppo degli adepti di Tyler, i quali nemmeno hanno più un nome (avete presente Malanga quando sostiene che l’Anima in ipnosi alla domanda “Come ti chiami?” risponda “Noi non abbiamo nome”? Il principio è lo stesso). Il Fight Club oggi
Il piano di Tyler nel film era talmente perfetto che oggi sta per realizzarsi anche fuori dal film. Che il film sia stato scritto in vista di un collasso inevitabile date le premesse (una farlocca crescita infinita in un mondo finito) o perchè lo scrittore fosse al corrente di un piano ben preciso, oggi non fa differenza. Presto, forse molto presto, saremo chiamati a confrontarci con la realtà che Tyler cercava di realizzare. Nella notte più nera, sarà facile non scorgere altro che il nero del buio. A quel punto tutti i peggiori istinti potranno essere rilasciati, rendendo ancora più nera la notte. Ma ci sarà comunque lo spazio per un piccolo gruppo di persone, piccolo ma potente, che non si lascerà scappare l’occasione di essere un faro, perché nella notte più nera, la più piccola lucciola brilla come una lanterna. Perderemo molto, ma come Edward ha capito, alcuni di noi avranno l’occasione di capire che quello che avremo perso erano solo le nostre catene. La deliberata rinuncia e la liberazione sono sinonimi. Molti occultisti, i mistici soprattutto, sbagliano nel ritenere “sterco del demonio” il denaro, e con esso tutta la materialità. In quanto occidentali, il nostro Dharma (destino) è quello di dominare la materia, di sacrificarla, non di scapparne… men che meno di venirne dominati come Edward all’inizio del film. Sacrificarla non è rifuggirne, ma è usarla per il bene degli altri, per un piano Umano, Divino ed Universale. Evolutivo anche. Sacrificio da “sacro facere” ossia far sacro. Quindi Donare al prossimo. Un fortino pieno di viveri, protetto ed armato non è il massimo per difendere la nostra Umanità. Chiudo citando Gesù, che come Tyler scacciò i mercanti dal tempio: “Che ti giova conquistare il mondo intero se rechi danno alla tua anima?” Che ci giova salvarci la vita se così rechiamo danno alla nostra anima?

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