Sento il rumore di uno scroscìo continuo arrampicarsi sulle mie gambe - gocce invadenti che risalgono la pelle, un tepore che ha iniziato a starmi scomodo, almeno tanto quanto la sensazione ovattata di una fine incombente.La mia, sembra essere sempre più vicina, goccia dopo goccia.
".. Ginie?"
L'acqua continua a scorrere ormai da un paio d'ore, la vasca rischia di rigettare tutto a terra - occhi aperti nel tentativo di annegare tutte le paure, i capelli di una sirenetta che le incorniciano il capo come una corolla.Ho nascosto la testa sotto quella superficie infrangibile, nella speranza di poter riuscire a sentire solo il mio respiro, il cuore scandire battiti con insistenza, una caparbia dolcissima, persa tra le note di Whitmon ed i tramonti di Clackline.Sono solo quelle le voci che vorrei ascoltare, zittire tutte le altre in un gorgoglìo silenzioso - bolle d'aria che sgonfiano i polmoni, bronchi annacquati che chiedono pietà.
"...Virginie?"
Fili d'oro intrecciati su occhi lontani, il mare che ne infanga l'iride: non sarò mai come lei, anche se con gli stessi capelli biondi, anche se con gli stessi occhi azzurri.Non riuscirò mai a salvare la vita di nessuno - le basterebbe solo un sorriso ad illuminare il mondo intero.Il mio stesso mondo, brilla grazie a lei: una salvezza che ha il sapore di gratitudine, un debito che non ho la forza - e nemmeno il coraggio - di saldare completamente.Bisogna sempre lasciarsi qualcosa dietro, in modo che ci sia un motivo per tornare.
"... Virginie, o apri tu, o sfondo la porta. "
La sua voce arriva lontana, cercando abbattere i muri che l'acqua ha costruito intorno ai timpani, un suono tremendamente ovattato - sembra piombare direttamente sugli incubi, cuciti ancora a disegnare un alpha ed un omega sul plesso solare.Pelle raggrinzita sotto i polpastrelli, l'umidità appiccicata al cuore - un battito più lento, chè non c'è bisogno di gridare sott'acqua. Solo che non concedono tregua - sento le grida dritte sotto le unghie, deve esistere un modo per metterle a tacere.
''There's no way sweetie. You're a victim of your own mind.''
Secondo dopo secondo ho iniziato a sentire mancare il respiro - ma non faceva male, non così male quanto ci si aspetterebbe, almeno.Occhi verdi a sovrastare ricordi ustionanti, gelidi di rancore ed una rabbia condivisa - la privazione d'una felicità cui tutti dovrebbero avere accesso, il sorriso dell'adoescenza.Mani sottili e delicate - mi guarda e fa le fusa, non muove più la coda e non soffia, si accoccola sul petto e cerca di scaldarmi i muscoli, un cuore che batte sempre più lentamente, a fatica.
"..."
I rumori del legno che cede, cardini spezzati dalla forza della paura - o l'Amore, Dio fa che abbia i suoi occhi, non chiedo nient'altro.Passi che lacerano la quiete sprangando ogni pensiero, ho gli occhi chiusi - i polmoni rigonfi d'acqua, dita chiare che si stringono sui bordi della vasca- la stessa consistenza di un sogno che s'infrange nella richiesta di aria.
Jordan che mi racconta delle storie - una sirenetta, tutto quello che ne rimane è spuma. Whitmon nel verde di un mare sporco, corrotto da un'amore malato, del tutto simile eppure quasi antitetico al mio: il verde più bello che abbia mai visto, l'innocenza di una bambina - fa che abbia il suo stesso modo di sorridere, lo schermarsi dietro una libertà negata, ma mai perduta.
''Virginie..''
Soffoca, e solo ora respiro: le sue braccia sotto la schiena, aria che torna a trafiggere i polmoni - occhi rossi di un'acqua che non mi appartiene.Yahn che sospira - vorrei potergli parlare, potergli spiegare che la debolezza non la puoi combattere - ma lui mi guarda, e non ne ha bisogno.
Non sono sicura che abbia capito - Yahn che si spoglia e poco dopo passa l'acqua sulle mie spalle - come se potesse lavare via lo sporco che mi impregna l'anima, rendermi pulita.
''Lo sporco non lo tiri più via quando ti arriva fin dentro gli occhi.''
Non c'è traccia di Clackline in queste parole, si appollaiano scomode sul cemento di NewLondon, vocali strette e ben poco musicali - voci che esistono solo nella mia testa, di cui nessuno ha bisogno di controllare l'esistenza.Ma io so che ci sono, e forse questo é abbastanza.
Abbastanza per chiudere gli occhi - cercare le sue dita, fargli sentire i graffi sulle tempie. Non c'è molto da dire, nulla di cui vorrei parlare: un silenzio che non ha bisogno di essere colmato, il calore di un respiro che non è il mio, ma che è ugualmente capace di nutrirmi i bronchi.
''Avresti dovuto scavare più a fondo - ma c'è sempre tempo.''
Un vuoto lasciato a sanguinare senza risposte - gli occhi scuri di una donna di cui non mi rimane che il nome, mia figlia si chiamerà come lei.Il ricordo di un'affetto fragile - il più sincero che fossi in grado di provare, la scommessa di poter riparare ad una delusione fragorosa, sigillata da delle linee rosse che vorrei fossero rimaste a rigarmi il viso.
Una certezza minata da dubbi, pensieri troppo vicini tra loro, tanto da collidere - un'assenza può essere più dolorosa di una pugnalata ed il costato di una bambola di cristallo, risutato patetico di un lavoro piuttosto sommario, non può essere in grado di resistere.
Non senza delle braccia a sorreggerlo - Yahn che mi sorride, saremo felici, vedrai.Non posso promettertelo, ma te lo giuro che saremo felici.Fino a che tutta l'anima, fino all'ultimo pezzo di cristallo, non si sarà trasformata in spuma.