Figli degli anni Zero (radiografia dei nuovi primini)

Creato il 20 ottobre 2014 da Povna @povna

Quest’anno, perché arrivassero alla conquista di una dimensione narrativa, di tempo ce ne è voluto tantissimo. In verità, non perché alla ‘povna mancassero le idee abbastanza chiare sulla loro personalità romanzesca, anzi: a dirla tutta, la psicologia dei nuovi primini le è balenata all’occhio già la prima settimana, con moderata certezza. Di certo, la aiutava quella data di nascita, perché quelli che arrivano alla ‘povna quest’anno sono (se non ripetenti), i primi figli del Duemila in senso schietto e quel doppio zero marchiato a fuoco sull’elenco, in ogni caso, fa impressione.
“Chissà quale è il primo loro ricordo strutturato, è interessante” – argomentava sulla via tra treno e scuola la collega Fishes. E la ‘povna (che trovava la domanda così pertinente da costruirci il secondo tema del trimestre) aveva gioco facile a rispondere:
“Mah, secondo me è semplice, i mondiali di Berlino”.
Se lei abbia ragione, o meno, sarà il futuro a dirlo; intanto, in questo mese e spiccioli (ma in realtà è durata meno – perché quest’anno l’orario provvisorio le ha regalato, con loro, meno incontri del previsto), se li è studiati: da vicino, e nel dettaglio. E quello che ha visto (una considerazione condivisa anche da Mr. Higgs, Siderea e Ingegnera Tosta), per ora, le ha fatto un gran piacere.
I nuovi primini sono, innanzi tutto, non troppi (solo 24, per una volta – per quanto sei di loro siano da alfabetizzare, integralmente); sono vispi, educati, e molto attenti (tanto da sopravvivere a ben quattro ultime ore su sei, poveretti); sanno seguire la lezione a prescindere da manuali strutturati e numeri di pagina (e questo alla ‘povna piace molto); si gettano sulle ricerche da flipped classroom con grande alacrità e naturalezza (e questo alla ‘povna viene utile); hanno voglia di intervenire, di uscire alla lavagna e di leggere. Ma sono – ed è questo il tratto che ha colpito la ‘povna fin da subito – soprattutto, molto diversi tra loro. Diversi per carattere, interessi, provenienza: è una classe multicolore e multi-indole (oltre che multi-etnica, ma questo oramai è norma, e non è questo il punto), nella quale, più di ogni altra cosa (e fin dal primo giorno) colpisce, la varietà di esperienze e di opinioni. Per questo (complici gli anni Zero, cui di diritto appartengono), la ‘povna all’inizio li ha presi per Gangaroni, sul modello di P-Flip, il cane di Eta Beta (che è “un pezzo di cane, un pezzo di gatto, un pezzo di drago, un pezzo di rana, un pezzo di zebra, un pezzo di orso e un pezzo di volpe” e davanti al quale non si può dire menzogna); poi, a una riflessione più attenta (e complice, denunciato con orgoglio dalla collega Siderea, che li ama moltissimo, il loro marcato interesse per le stelle), ha deciso che sono, più in generale, Extra-terrestri: portatori sani di conoscenza da altri pianeti o altre galassie. Che la sua intuizione fosse giusta, le è stato confermato da Mr. Higgs, che – mentre Siderea raccontava l’innamoramento astronomico, al primo consiglio di classe – ha fatto partire, dal suo tablet, la musica di Figli delle stelle. E – mentre una parte dei colleghi lo guardava un po’ stupita – la ‘povna si è girata di scatto:
“Ma, allora, lo pensi anche tu?!”.
“Che non sono (tutti) di questo mondo? Mi pare un’ipotesi plausibile” – (Mr. Higgs è ingegnere, e insegna fisica, dunque parla, di default, perché è così che lo disegnano, solo di ipotesi che può verificare).
Ma la ‘povna sorride, perché l’intuizione iniziale è oramai completamente soddisfatta. Ed è così che gli Extra-terrestri entrano di diritto nella cronaca di Slumberland, e la ‘povna è ben lieta di poterli, infine, battezzare.