Delitto Rosboch, un pensionato: “Comprai casa a Gabriele e sua madre. Ma erano soldi miei”
Torino, Silvio Chiappino: “271 mila euro perchè la amavo” L’AMANTE SOTTO TORCHIO Si chiama Silvio Chiappino. È un pensionato, vive con la madre anziana in una cascina con orto e pollaio. È un uomo semplice, ma in banca dice di avere un milione di euro. S’è innamorato di Caterina, più giovane di una quindicina d’anni. Ieri è stato ascoltato per ore dai carabinieri e i suoi legali erano già pronti ad assisterlo, perché da teste rischiava di trasformarsi in indagato, sulla questione dei soldi di Gloria, truffati da Gabriele e finiti chissà dove. Ma l’uomo ha passato, per ora, l’esame degli inquirenti. Ha acquistato e ristrutturato quella casa con una spesa di 271 mila euro. Nell’atto notarile risulta proprietario Gabriele per i 9/10, il resto è intestato al fratellino. Chiappino ha spiegato di avere dato quei soldi a Caterina, che ama, anche per questioni fiscali. Oggi per quella villa e gli altri beni di Gabriele e mamma Caterina, saranno avviate le pratiche di sequestro.L’EX COMPAGNO Una vecchia causa, iniziata nel 2011 e poi finita davanti al giudice di pace di Cuorgnè. L’aveva intentata la Abbattista nei confronti del suo secondo compagno, Sergio M., l’operaio meccanico di Bairo dal quale ha avuto il secondo figlio, oggi tredicenne. Sergio M. se lo ricorda bene quel pomeriggio. «Gabriele urlava come un matto, altro che terrorizzato, ci diceva: bastardi, ve la faremo pagare, via ammazziamo tutti». Dopo la storia dell’omicidio che ha spalancato le porte del carcere all’ex compagna e a Defilippi, il figlio più piccolo è tornato a casa con lui. «Ora è felice – racconta attraverso le parole del suo avvocato, Andrea Bertano – e vuole soltanto ritrovare un briciolo di serenità, perché in quella casa non stava bene per niente». Vorrebbe lasciarsi tutto alle spalle: «Abbiamo la casa assediata dai mass media, mio figlio, ora, ha soltanto bisogno di tranquillità». ++++++++++++++++
La figlia, gemella di Massimo Bossetti, sostiene che comunque il padre è colui di cui porta il nome: e questo si può umanamente capire. Con lui sono cresciuti, a lui hanno voluto bene e per loro era il padre... I legami mentali-affettivi sono tutto. L'accertamento genetico che attribuisce, almeno alla coppia gemellare, come vero padre biologico l'autista di corriere morto da tempo, non può certo sostituire un affetto per il padre putativo.. Ma questa sorella gemella (ovviamente biovulare) del probabile assassino della piccola Yara ha una tendenza alla menzogna, alla mistificazione, avendo denunciato più volte di aver subito aggressioni che alla verifica degli inquirenti non hanno dato alcun riscontro. La menzogna ostinata della madre, giunta fino al ridicolo, è comunque una scuola.