In una direzione opposta a quella seguita da molti suoi colleghi giapponesi che hanno iniziato a lavorare nell’ambito del cinema erotico per approdare poi, secondo i casi, ad ambiti più esplicitamente autoriali o main stream, Ishii Takashi, dopo aver ottenuto una notevole attenzione nell’ambito dei festival cinematografici europei con film – pur molto legati a una logica di genere - come Shinde mo ii (Original Sin, 1992), Nūdo no yoru (A Night in Nude, 1993) e Gonin (Five, 1995), si è rivolto principalmente in questi ultimi anni a una produzione che sembra rievocare i vecchi fasti del Roman porno e del Pinku eiga. Lo si potrebbe considerare un nuovo maestro della serie B erotica giapponese, se non fosse che i suoi film si caratterizzano sempre per un alto tasso di elaborazione estetica – soprattutto nella cura fotografica delle immagini e nell’uso delle luci e dei colori – che poco si confà alla tradizione dei B Pictures. Il carattere baroccamente erotico del suo lavoro – evidente anche nel recente Amai muchi (Sweet Whip, 2013) – può ricordare diversi momenti del recente cinema di Sono Sion, in particolare Koi no tsumi (Guilty of Romance, 2011), così come il soggetto di Hello, My Dolly Girlfriend, rimanda alla recente pellicola di Koreeda Hirokazu, Air Doll (2009), poiché, in entrambi i casi, esso verte su un uomo solitario che trova consolazione in una bambola erotica, la quale prende vita e tematizza il male del vivere urbano. Il giovane Kentarō è stato di fatto allontanato dalla compagnia editoriale preso la quale lavora, per aver prodotto delle perdite economiche. Nella scena iniziale del film, mentre subisce in silenzio i rimproveri dei suoi capufficio e colleghi, alcuni immaginari inserti in bianco e nero lo mostrano ribellarsi alle accuse, introducendo così quella dimensione fra reale e immaginario che sarà costitutiva dell’intero lavoro. Lasciato anche dalla sua compagna, che sembra non voler avere a che fare con un perdente, Kentarō tenta, abbastanza inutilmente, di trovare consolazione con i modellini erotici della sua collezione di personaggi femminili di manga e in alcuni locali di striptease. Dopo un litigio con una coppia di lesbiche, fugge inseguito dalle due, decise a non perdonargliela, e trova rifugio in un palazzo abbandonato. Qui, in un locale pieno di bustine di cocaina, incontra un manichino femminile in tutto e per tutto uguale a una donna reale – tanto da prender vita – con cui finisce con l’amoreggiare.Dopo diverse traversie – che comprendono anche l’uccisione delle due lesbiche da parte di un gruppo di spacciatori, stupri, nonché un momento necrofilo – Kentarō si porta a casa la bambola, le dà un nome, Kokone – lo stesso dell’attrice che interpreta il ‘personaggio – e conduce con lei la sua desolata esistenza quotidiana, trovando consolazione solo in un morboso rapporto erotico, che si divide fra il letto e la stanza da bagno, momenti di tenerezza e altri di violenza. Caratteristica principale del film è in qualche modo la sua dimensione fantastica, nell’accezione todoroviana del temine, nel senso che tutto quel che accade è sospeso nell’incertezza se sia davvero accaduto o se sia semplicemente una fantasia di Kentarō. Pur nei suoi compiacimenti erotici – le scene di sesso sono particolarmente protratte nel tempo -, Hello, My Dolly Girlfriend offre un convincente ritratto della solitudine urbana, del vano tentativo di porvi rimedio attraverso surrogati sentimentali ed erotici, del precipitare nelle proprie ossessioni, isolandosi sempre più dal mondo, e del vivere il sesso come unica forma di sollievo ai mali di cui siamo vittime. [Dario Tomasi]
Figyuana anata (フィギュ アなあなた, Hello, My Dolly Girlfriend)
Creato il 07 gennaio 2015 da Makoto @makotosterIn una direzione opposta a quella seguita da molti suoi colleghi giapponesi che hanno iniziato a lavorare nell’ambito del cinema erotico per approdare poi, secondo i casi, ad ambiti più esplicitamente autoriali o main stream, Ishii Takashi, dopo aver ottenuto una notevole attenzione nell’ambito dei festival cinematografici europei con film – pur molto legati a una logica di genere - come Shinde mo ii (Original Sin, 1992), Nūdo no yoru (A Night in Nude, 1993) e Gonin (Five, 1995), si è rivolto principalmente in questi ultimi anni a una produzione che sembra rievocare i vecchi fasti del Roman porno e del Pinku eiga. Lo si potrebbe considerare un nuovo maestro della serie B erotica giapponese, se non fosse che i suoi film si caratterizzano sempre per un alto tasso di elaborazione estetica – soprattutto nella cura fotografica delle immagini e nell’uso delle luci e dei colori – che poco si confà alla tradizione dei B Pictures. Il carattere baroccamente erotico del suo lavoro – evidente anche nel recente Amai muchi (Sweet Whip, 2013) – può ricordare diversi momenti del recente cinema di Sono Sion, in particolare Koi no tsumi (Guilty of Romance, 2011), così come il soggetto di Hello, My Dolly Girlfriend, rimanda alla recente pellicola di Koreeda Hirokazu, Air Doll (2009), poiché, in entrambi i casi, esso verte su un uomo solitario che trova consolazione in una bambola erotica, la quale prende vita e tematizza il male del vivere urbano. Il giovane Kentarō è stato di fatto allontanato dalla compagnia editoriale preso la quale lavora, per aver prodotto delle perdite economiche. Nella scena iniziale del film, mentre subisce in silenzio i rimproveri dei suoi capufficio e colleghi, alcuni immaginari inserti in bianco e nero lo mostrano ribellarsi alle accuse, introducendo così quella dimensione fra reale e immaginario che sarà costitutiva dell’intero lavoro. Lasciato anche dalla sua compagna, che sembra non voler avere a che fare con un perdente, Kentarō tenta, abbastanza inutilmente, di trovare consolazione con i modellini erotici della sua collezione di personaggi femminili di manga e in alcuni locali di striptease. Dopo un litigio con una coppia di lesbiche, fugge inseguito dalle due, decise a non perdonargliela, e trova rifugio in un palazzo abbandonato. Qui, in un locale pieno di bustine di cocaina, incontra un manichino femminile in tutto e per tutto uguale a una donna reale – tanto da prender vita – con cui finisce con l’amoreggiare.Dopo diverse traversie – che comprendono anche l’uccisione delle due lesbiche da parte di un gruppo di spacciatori, stupri, nonché un momento necrofilo – Kentarō si porta a casa la bambola, le dà un nome, Kokone – lo stesso dell’attrice che interpreta il ‘personaggio – e conduce con lei la sua desolata esistenza quotidiana, trovando consolazione solo in un morboso rapporto erotico, che si divide fra il letto e la stanza da bagno, momenti di tenerezza e altri di violenza. Caratteristica principale del film è in qualche modo la sua dimensione fantastica, nell’accezione todoroviana del temine, nel senso che tutto quel che accade è sospeso nell’incertezza se sia davvero accaduto o se sia semplicemente una fantasia di Kentarō. Pur nei suoi compiacimenti erotici – le scene di sesso sono particolarmente protratte nel tempo -, Hello, My Dolly Girlfriend offre un convincente ritratto della solitudine urbana, del vano tentativo di porvi rimedio attraverso surrogati sentimentali ed erotici, del precipitare nelle proprie ossessioni, isolandosi sempre più dal mondo, e del vivere il sesso come unica forma di sollievo ai mali di cui siamo vittime. [Dario Tomasi]
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Trailer e Poster di “Love Is In The Air” – Dal 27 Agosto al Cinema
Love Is In The Air di Alexandre Castagnetti con Ludivine Sagnier (Swinning Pool, The Devil’s Double) e Nicolas Bedos (Love Lasts Three Years, Populaire),... Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Museo Picasso ad Antibes
Eccomi qua, dopo una pausetta dovuta alle connessioni, neanche i francesi sono perfetti tuttavia. Si sa che tutta la zona della Cote d'Azur è stata meta... Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Enricobo2
CULTURA, VIAGGI -
“La Guerra Dei Mondi” al FantaFestival
Il Fantafestival festeggia i 100 anni dalla nascita del geniale Orson Welles con un evento unico: la messa in scena in diretta sul suo celebre radiodramma War o... Leggere il seguito
Il 25 giugno 2015 da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
BIG GAME, un giocattolone per grandi e piccini
Oskari sta per compiere 13 anni, e come tutti i ragazzi che vivono sui monti del nord della Finlandia si sta preparando per un rito millenario. Leggere il seguito
Il 25 giugno 2015 da Masedomani
CULTURA -
Sotto il cielo di un’estate di Tirana
A queste latitudini l’estate è iniziata a maggio e si è interrotta bruscamente con gli acquazzoni di giugno, con buona pace delle All Star blue navy, ormai... Leggere il seguito
Il 24 giugno 2015 da Annagiulia
CULTURA, DIARIO PERSONALE -
Mike Candys e Plastik Funk le star della quarta edizione della Molo Street Parad...
(@MoloStreetRN) L’evento si fa in 3 con Molo Extreme Beach e Molo Live Parade Il 27 giugno torna a Rimini la grande parata musicale sul porto con 50 dj, 100... Leggere il seguito
Il 22 giugno 2015 da Giovanni Pirri
CULTURA, MUSICA