TACLOBAN (FILIPPINE) – È stata già ribattezzata dai media la “bambina del miracolo”. Bea Joy è nata lì, tra la morte e la distruzione del tifone Hiyan che nelle Filippine ha causato una vera e propria ecatombe.
10 mila morti ma potrebbero essere molti di più. Almeno 2 mila dispersi. Un dramma inenarrabile. Una tragedia umana. Paesi interi devastati a causa del terribile tifone Hiyan che si è abbattuto nelle Filippine in queste ore. Non famiglie distrutte, ma intere popolazioni.
Poi, finalmente, una lieta notizia: tra la morte e la distruzione, tra le macerie e i sopravvissuti senza speranza all’ecatombe eccola lì, tanto piccola quanto grande come emblema di vita e speranza: è nata tra la devastazione, tra i resti di una delle città delle Filippine più gravemente danneggiate e già è stata ribattezzata “la bambina del miracolo”.
Perché la sua nascita è simbolo di vita in mezzo alla morte. La piccola è nata in una struttura di un aeroporto, devastato anche quello. È stato trasformato in un ospedale improvvisato. Un letto fatto di legno compensato. In mezzo tanta sporcizia, vetri rotti, lamiere contorte. Corpi senza vita, distruzione e tristezza. In uno scenario di totale disperazione quasi stride la storia di questo miracolo nella devastazione.
La mamma Emily Sagalis, stremata ma felice, chiamerà la piccola Bea Joy in onore di sua madre Beatriz,.
La nonna è una delle vittime dell’ecatombe. Come ha raccontato la puerpera, la donna è stata portata via da onde gigantesche che hanno spazzato via la loro casa a Tacloban, il capoluogo della provincia di Leyte, ed è sparita tra i flutti.
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