Filippo Brunelleschi, un tale chiamato "Pippo", e lo scivolo gigante

Creato il 10 ottobre 2013 da Pintora @mnicaprez9

Acchiappaforme e la linea biricchina

 Abbiamo iniziato un nuovo percorso.
Come descrivere il primo giorno, quando davanti a me ho visto questi volti  sorridenti, speranzosi, pieni di gioia, di quell'entusiasmo che ci fa tremare dentro e che loro sapranno esprimere  bene  con  i pennelli in mano e un mucchio di colori. Questo primo giorno rimarrà lì, attaccato per sempre al foglio e all'anima.
Alcuni li conosco da qualche anno, sono tanto cambiati, e riconosco in loro un pezzo  enorme della storia dell'umanità. Perché siamo questo, siamo tutto quello che è accaduto  nel nostro pianeta Terra concentrato in ognuno di noi.
E' per questo che durante il nuovo corso ascolteremo tante fiabe sulla storia dell'arte,  a volte accadute davvero, a volte solo nella fantasia di qualcuno, che come noi, in un dato momento ha voluto inventare un mondo diverso e lo ha vestito di colori … o anche solo di  parole.
Siamo a Firenze, sì, nel bel mezzo di una città di un pianeta chiamato Terra, circondato da un Universo che suona in armonia con le nostre più profonde emozioni.
Acchiappaforme, questa volta racconterà le diverse storie per conoscere la città dove abitiamo attraverso gli occhi di persone che arrivano da molto lontano: Là dove le stelle si divertono a disegnare orsi, esiste un pianeta che sembra un groviglio.
E' il Pianeta della Linea.


Ogni tanto una linea scappa  per conoscere altri mondi ed è così che tanti bambini curiosi sono arrivati, con un po' di fatica e tanta voglia d'imparare. Si sono lanciati su un grande scivolo che, tanti secoli fa, costruì un tale chiamato Pippo. Perché è proprio così, Brunelleschi ci lasciò questo regalo, una grandiosa cupola che ci fa scivolare in un tempo lontano dove gli unici  "Bischeri”1 ( leggere a piedi pagina) erano già scappati da tanto... 




  Partiamo dal centro per espanderci, come è sempre giusto fare. Partiamo da un punto dorato  sopra una cupola, il punto più alto della città.

 Basterà alzare lo sguardo per tornare a casa...

 E quello splendore d'oro, lo  sappiamo bene,  si trova anche dentro a noi, proprio là  dove sempre riusciremo a tornare per riposare le fatiche di tante scoperte.

Vi rilascio un pezzetto della prima fiaba di quest'anno;

Dal racconto “Acchiappaforme e  la linea birichina”


 Quando furono arrivati tutti quanti cominciarono a sedersi intorno a Acchiappaforme come erano abituati a fare,  ma questa volta invece della la Montagna Blu, si trovarono ai piedi di un'imponente palazzo. Scoprirono che lo scivolo era una enorme cupola.

Un bambino, Chag, si mise in piedi e muto dalla paura indicò un punto dietro le spalle di Acchiapppaforme. Di fronte a lui c'erano due giganti bianchi seduti sui rispettivi troni. Uno guardava in su, verso la cupola e quell'altro invece guardava davanti con una espressione di orgoglio congelata nella faccia.

_ Perché non si muovono, perché sono bianchi, perché …  
   Acchiappaforme parlò;

_ Queste sono statue  che rappresentano due signori molto importanti per la storia della  città dove ci troviamo: benvenuti  a Firenze.
Un Giorno molto lontano (1296) l'architetto Arnolfo di Cambio ricevette l'incarico di fare una cattedrale più spaziosa  sopra quella che già esisteva. Decise di disegnare una cupola così grande che nessuno sapeva come realizzarla.
A qualcuno gli venne l'idea di fare una enorme montagna di terra a forma di cupola mescolata con tante monete d'oro. Una volta costruita la cupola, il popolo avrebbe portato via la terra prendendo per se tutte le monete che riuscisse a trovare...

Alcuni valutarono altre opzioni...


Meno male che arrivò Pippo, che con tanti calcoli e sforzi risolvette il problema mettendo i mattoni incastrati a lisca di pesce in modo che la cupola si reggesse da sola: addiritura  non fece una ma due cupole, l'una dentro l'altra. E fu così gentile da lasciare uno spazio fra le due per poter fare delle belle passeggiate tonde (2).
Questi due personaggi sono rimasti  pietrificati, e ognuno guarderà per sempre la parte del Duomo di Firenze che realizzò ; Brunelleschi ( il nostro Pippo) guarda in su  e Arnolfo di Cambio di fronte a se...

1-“ Canto dei Bischeri”«canto» - dal greco kanthos, ovvero «angolo»Si racconta che la famiglia rifiutò l'offerta, per tirare ancora sul prezzo; alla fine però il governo fiorentino, stanco delle loro eccessive richieste, decise di espropriare le case, per poi risarcire i Bischeri con ben pochi fiorini d'indennizzo.
Secondo un'altra popolare versione invece, un incendio distrusse completamente il quartiere, lasciando così i Bischeri, che non avevano voluto cedere all'esproprio, senza casa e senza il becco di un quattrino.(Da allora in Toscana il termine «bischero» indica una persona poco furba e tendente all'ingenuità.).

2-La cupola del Duomo di Firenze non è una cupola ma una volta ottagonale.

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