Filippo Lubrano: Le lumache Non Dovrebbero Morire Di Maggi (Recensione)

Creato il 28 novembre 2012 da Arwen @Arwencz86

Editore: Linee Infinite
Autore: Filippo Lubrano
Titolo: Le Lumanche,
 Non Dovrebbero Morire Di Maggio
ISBN - 978-88-6247-043-8
pag. 106
Prezzo: € 8,00


Quattro città per quattro storie: le vite di Gaelle, Chuck, Bimbo e Jan scorrono parallele, come quelle di miliardi di persone. Ognuno, perso nei suoi affanni, continua a vivere spinto da una forza inarrestabile che non concede tregua. Le tappe sono obbligate, simili, inevitabili; nessuno sembra poter veramente decidere della propria esistenza. Un avvenimento impercettibile quanto inaspettato trasforma il banale in eccezionale: una lettera anonima sconvolge la percezione della realtà e invita a reagire. Da questo momento quelli che erano degli individui anonimi diventano i protagonisti della propria vita, veri personaggi di un romanzo ancora da scrivere. Con una scrittura agile e sperimentale, Filippo Lubrano ci accompagna alla scoperta delle infinite possibilità umane, attraverso le pagine di un libro disincantato ma poetico, costruito a spirale come il guscio di una lumaca. Anzi, di una chiocciola, che ha l’immensa fortuna di potersi davvero sentire a casa. Ovunque si trovi.

Attenzione di seguito anticipazioni sulla trama!
In questo mini libro composto da un centinaio di pagine più o meno, vediamo accavallarsi in contemporanea 4 storie, i cui vede protagonisti un bambino, un barbone, una spogliarellista e un allevatore di lumache, ma entrambi sono legati da un unica persona. Atraverso dei piccoli riferimenti alla vita delle lumache e le storie di ogni singolo personaggio, lo scrittore Filippo Lubrano incarna gli ideal-tipi di una società senza romanticismi.  Il libro è suddiviso in tre parti Prima, Dopo e Ora, il tutto gira intorno ad una misteriosa lettera dove il contenuto in essa racchiuso li porta a Praga e li invita a reaggire e ad andare avanti con le loro vite.Ogni personaggio ha una sua storia ma quello a cui mi sono maggiormente affezionata e il bambino al quale ho dato il nome di jack. Un piccolo bambino indifeso al quale nel giro di una notte si ritrova senza il papà ma poi  tutto d'un tratto ritorna ma nella sua assenza il bambino affronta quest'abbandono in modo singolare dice di non essere piu un bambino piccolo ma un bambino grande troppo tenero *_* vi cito una parte della storia che mi ha fatto veramente tenerezza:
"Dentro allo zaino avevo messo i plasmon, ma anche i biscotti alla mrla per quando ne avevo voglia. Quando ero piccolo credevo che il giorno in cui sarei diventato Grande la mamma mi avrebbe dato un fagotto come Remy,un fagotto col suo bel bastone di legno.La scimmietta l'avrei trovata poi, cammin facendo, per le strade del mondo. Il mondo era un posto molto grande che ci conteneva tutti, e andava oltre la montagna di Pitelli, Sestri Levante e anche Capo Vaticao. Lo zaino sulle spalle invece mi pesagià dopo la curva di via Prione, e subito vorrei tornare a casa, ma oggi sono diventato Grande, e i grandi non hanno fagotti attaccati ai bastoni di lego. E soprattutto non torno indietro." 
Che tenerooo solo per questo il libro merita 4 stelline 

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