[Film] District 9

Creato il 02 gennaio 2011 da Sekhemty


Titolo District 9
Titolo originale District 9
Anno 2009
Paese U.S.A., Nuova Zelanda, Canada, Sud Africa
Durata 112′
Regia Neill Blomkamp
Sceneggiatura Neill Blomkamp, Terri Tatchell
Musica Clinton Shorter
Cast Sharlto Copley, Jason Cope, David James

Un’enorme astronave giunta da chissà dove ed incombente sopra una grande metropoli, non si sa bene con quale scopo.
La città in questione non è New York, Los Angeles o Washington, ma Johannesburg, e gli alieni non sono giunti con mire conquistatrici, non apparentemente almeno. L’astronave non mostra segni di vita, ed un blitz delle forze armate rivela finalmente la sorprendente realtà di bordo: i quasi due milioni di alieni presenti sono tutti ammalati e denutriti, e di fatto il loro stato è quello di profughi bisognosi di aiuto, che ricevono una volta portati a terra.
La convivenza però è decisamente difficile, e la soluzione che pare più ovvia è di tenere separati i cosiddetti “gamberoni” dagli umani, creando una sorta di campo di accoglienza esclusivamente per loro: il Distretto 9.

Parte così questo originale ed interessante film di fantascienza, che ci mostra il primo contatto con una specie extraterrestre in maniera molto differente rispetto a quanto siamo abituati a vedere in altri pellicole del genere.
Il protagonista è Wikus Van De Merwe, un impiegato della M.N.U., la società incaricata di gestire il Distretto.
Nella prima parte del film, attraverso un susseguirsi di scene dallo stile documentaristico e da finti spezzoni di telegiornali ed interviste a diverse personalità ed abitanti di Johannesburg, si assiste all’incarico che Wikus deve portare a termine: ovvero, notificare alla popolazione aliena la ricollocazione presso un campo di accoglienza situato al di fuori della città.
I venti anni di convivenza infatti non sono stati sufficienti a creare un clima di integrazione: se da un lato gli alieni hanno delle difficoltà a comprendere il concetto di proprietà privata ed in generale ad abituarsi alla vita sulla Terra, dall’altro sono costretti a subire una vera e propria discriminazione xenofoba ed intollerante nei loro confronti.
Il tono inizia gradualmente a cambiare all’approssimarsi della seconda parte, dove lo stile documentaristico lascia spazio ad una regia di tipo più tradizionale; funzionalmente alla storia, anche il campo si restringe, spostando l’attenzione dalla più generica situazione di Johannesburg e del Distretto 9 alle vicende personali di Wikus: a causa di un imprevisto durante lo svolgimento del proprio incarico sarà costretto a tornare nel campo alieno per cercare di risolvere la situazione in cui si viene a trovare, e che lo porterà ad avere un nuovo punto di vista su sè stesso, sugli alieni, sugli uomini, sulla società per cui lavora e sul Distretto.

Impossibile non scorgere nella pellicola il substrato socio-politico che fa da sfondo alla storia di Wikus: la discriminazione e la xenofobia nei confronti dei “gamberoni” (termine che viene usato in maniera molto spregiativa) sono ovviamente una parafrasi di ciò che è avvenuto proprio in Sud Africa durante l’epoca dell’apartheid, e che continua ad avvenire anche oggi in quei paesi meta di flussi migratori provenienti dalle zone povere del mondo. Noi in Italia lo sappiamo bene.
Molto indicata la scelta di mostrare queste cose come mockumentary, che se ha l’evidente scopo di creare un senso di veridicità e quindi di far sentire lo spettatore maggiormente coinvolto, ha pure una funzione narrativa molto marcata: con false interviste alla gente di Johannesburg e a diverse personalità politiche o comunque di potere e con spezzoni di documentari sul Distretto, il regista ha avuto la possibilità di mostrare la situazione generale che l’arrivo dell’astronave ha creato nell’intera città, cosa che sarebbe stata più difficoltosa da realizzare seguendo le linee narrative di uno o più personaggi principali. In questo modo invece i diversi stati d’animo ed il clima che si respira nei diversi ambienti sono stati ricreati perfettamente senza dover sviluppare apposite trame secondarie.
Vengono mostrate in questo modo tutte le contraddizioni di una simile ghettizzazione, appare molto chiaro che molto spesso la denominazione che si dà alle cose illuda su ciò che queste cose siano in realtà: così il nuovo campo di accoglienza che viene costruito fuori dalla città per garantire migliori condizioni agli alieni nasconde (male) il desiderio di allontanarli, le comunicazioni di trasloco servono solo come manto burocratico per coprire una vera e propria deportazione.

La seconda parte invece, come già detto, si incentra maggiormente sulle vicende di Wikus; non voglio anticipare troppo a chi ancora non avesse visto il film, ma durante il suo incarico “amministrativo” verrà coinvolto molto strettamente alla sorte dei “gamberoni” (so che non c’entra niente, ma vedendo il film non potevo fare a meno di pensare a My Name is Earl!), tanto do dover fare ritorno al Distretto 9 per cercare di risolvere la sua situazione, che si complica via via sempre di più.
A proposito di Wikus, è da notare che pur essendo il protagonista, è molto diverso dall’essere un eroe: non è particolarmente dotato fisicamente nè molto brillante dal punto di vista intellettivo, e nelle situazioni più tese e di maggiore difficoltà dimostra di avere anche basse qualità morali. Nonostante alla fine agisca conformemente al “lieto fine” che ci si augura, non mancano gli episodi in cui le sue azioni, egoistiche e di limitata portata, fanno nascere una forte antipatia nei suoi confronti, tali da fare fatica a “tifare per lui”. Personaggio quindi non banale e molto ben riuscito.

Parlando di tifo, appare forse un pò scontato il fatto che dopo le cose che ci vengono mostrate si sia portati a prendere le parti degli alieni: nonostante i mille soprusi di cui sono vittime (oltre alla già citata discriminazione, sono vittime di coloro che nella loro presenza sulla Terra vedono una possibile fonte di profitto: sia la M.N.U. che cerca di utilizzare la loro tecnologia, in particolare quella bellica, che una spietata gang di malavitosi nigeriani che fa affari vendendo loro cibo per gatti, di cui sono ghiotti, e in accordo a oscure pratiche sciamaniche si ciba a sua volta dei “gamberoni” con l’illusione di acquisire la loro forza), sembra un pò banale tirare una linea che divide i poveri alieni sfruttati dai cattivi uomini oppressori; ci viene mostrato il loro arrivo in condizioni disagiate, ma il potenziale distruttivo delle loro armi lascia perlomeno qualche dubbio sulla loro effettiva natura. Penso che alla fine la vicenda di Wikus lasci intendere che in queste situazioni sia molto pericoloso cercare di stabilire chi siano i “buoni” ed i “cattivi”.

In generale si tratta di un ottimo film, che a fronte di alcuni piccoli difetti (la citata connotazione forse un pò troppo marcata dei ruoli di umani ed alieni, i soldati mostrati in maniera in pò troppo stereotipata come bulli aggressivi e stupidi, il fatto che gli uomini parlino in inglese e gli alieni col loro linguaggio scricchiolante riuscendo a capirsi alla perfezione) ha comunque moltissimi punti positivi: oltre a trama ed ambientazione interessanti ci sono anche personaggi come detto non banali, e da segnalare è anche l’eccellente realizzazione degli effetti speciali: si integrano molto bene con la parti girate dal vivo, sono realistici e non invasivi.


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