Titolo Excalibur
Titolo originale Excalibur
Anno 1981
Paese U.S.A., Regno Unito
Durata 140′
Regia John Boorman
Sceneggiatura John Boorman, Rospo Pallenberg, Thomas Malory (opera originale)
Musica Trevor Jones
Cast Nigel Terry, Helen Mirren, Nicol Williamson, Patrick Stewart, Liam Neeson
La Materia di Britannia è uno dei corpus leggendari che da sempre ha esercitato un grande fascino sulla civiltà occidentale, a partire proprio da quel medioevo che ne ha visto la genesi.
I racconti del Ciclo Bretone hanno ispirato una miriade di opere di qualsiasi genere artistico: letteratura, musica, pittura e altre forme iconografiche, e, inevitabilmente, in tempi più moderni, anche il cinema.
Le trasposizioni cinematografiche delle gesta di Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda sono numerosissime, e sicuramente una delle più riuscite è il film del 1981 di John Boorman, Excalibur.
Le leggende arturiane nascono dalla tradizione orale dei bardi a partire dal VI e VII secolo, venendo in qualche modo codificate in forma scritta solo più tardi, nei secoli centrali del medioevo. Alcuni degli esempi più noti ed importanti sono certamente la Historia Regnum Britanniae di Goffredo di Monmouth e le numerose opere di Crethien de Troyes.
Ancor più celebre è l’opera di Thomas Malory, scritta alla fine del XVI secolo, e che tenta di essere una summa di tutte le tradizioni e le variazioni note: si tratta di Le Morte d’Arthur.
Proprio a quest’ultima trascrizione è ispirata la pellicola di Boorman.
Il film è incentrato sulla figura di Artù e sulla sua leggendaria spada Excalibur, narrando anche le storie di alcuni dei principali personaggi del ciclo, come Uther, Lancillotto, Parsifal, lasciandone fuori altre (ad esempio Tristano e Isotta, o personaggi come Bedivere); nel complesso comunque si tratta di una buona trasposizione, che riesce a dare una versione molto accurata anche sul piano delle atmosfere ricreate.
L’aspetto generale mostra una medioevo leggendario che, spoglio degli elementi propriamente storici di questa lunga e complessa epoca, assume una connotazione molto simile a quello che fu il revival medievale del romanticismo ottocentesco.
Questo particolare aspetto è sottolineato dalla colonna sonora, che alla musica composta ad hoc da Trevor Jones abbina alcuni brani di Richard Wagner e soprattutto del celeberrimo Oh Fortuna, il motivo più noto dei Carmina Burana di Karl Orff.
Vedere i Cavalieri di Artù cavalcare sulle note di questo brano dalla musicalità epica e solenne è un vero spettacolo, si tratta di un abbinamento decisamente indovinato, che conferisce la necessaria drammaticità alle scene mostrate.
Nell’ottica di rivisitazione romantica è da vedere anche l’evidente anacronismo dei costumi: le sfavillanti ed elaborate armature a piastre, che coprono l’intero corpo dei Cavalieri sono originarie del Basso Medioevo, non erano certamente presenti nel V secolo, epoca nella quele sono ambientati i racconti arturiani.
Nel cast si nota la presenza di due attori che avrebbero poi ottenuto una grande notorietà nelle due più famose saghe fantascientifiche: si tratta di Liam Neeson (che comparirà in Star Wars) e del grande Patrick Stewart, famoso per aver dato il volto al Capitano Picard in Star Trek.
Stewart, che intepreta Leodegrance, padre di Ginevra, in questo film recita in maniera molto plateale, con un’interpretazione caratterizzata da movimenti e recitazione molto marcati e scenografici; si tratta sicuramente di un retaggio della sua vasta esperienza teatrale come attore shakespeariano, che appare forse un pò forzata ma che nel contesto dell’ambientazione mitica di questa pellicola non stona affatto.
Si tratta dunque di uno splendido film, uno dei migliori sul tema, che a distanza di numerosi anni dalla sua uscita riesce ancora a farsi rispettare e che sa regalare momenti davvero ineguagliabili.