Film, fumetti e libri ci rendono potenziali assassini?

Creato il 25 luglio 2012 da Vally @valeriarena

Ogni commento su Aquaro, il suo madornale errore e lo spudorato moralismo sarebbe superfluo, e poi professionisti più competenti della sottoscritta hanno già dedicato al giornalista di Repubblica lo spazio necessario.Al di là dello sbaglio commesso, la strage di Denver e le parole di Aquaro riaprono una questione particolarmente sentita nel nostro paese, ovvero quanto può essere suggestiva la rappresentazione di un cattivo, della violenza o del male in generale su uno schermo o sulla carta stampata?Già con i vari Romanzo criminale e Vallanzasca il popolo dei buonisti e dei moralisti italiani si era sbizzarrito attaccando in qualsiasi modo non tanto il prodotto cinematografico o la qualità del film, ma l’idea di portare sul grande schermo il male mutandolo in protagonista. Sovvertire l’ordine, insomma. Indagare il male, le sue suggestioni e la sua fascinazione dimenticando moralismi, didascalie e pipponi vari. O almeno l’intenzione era questa.Nel caso di Batman il problema è diverso e più remoto, perché il cavaliere mascherato non è tecnicamente un cattivo, ma neanche un eroe senza paura e senza macchia destinato a salvare l’umanità dall’orrore che affligge il pianeta. I cattivi invece sono cattivi davvero: Joker, Bane e l’Enigmista non sono certo esempi da seguire, ma questo non vuol dire che lo spazio a loro dedicato debba essere minimo o pregno di spirito moralistico. Batman e i suoi antagonisti si muovono e agiscono sullo stesso terreno, come è giusto che sia. La questione è semplice: se come dice Aquaro, Bob Kane è in un certo senso il responsabile della strage di Denver solo per aver creato l’universo di Batman, allora innumerevoli libri, fumetti, film e serie tv dovrebbero essere distrutti perché colpevoli di influenzare negativamente il pubblico. Se il male e la violenza non meritano di essere rappresentati e raccontati perché troppo suggestivi, allora registi come Tarantino, Scorsese o Friedkin(e potrei andare avanti all’infinito) andrebbero rinchiusi. Il problema inoltre ha una portata enorme, di fatto se ogni film o ogni fumetto che esibisce la figura seducente di un’anima nera avesse quell’enorme influenza di cui parla Aquaro, allora assisteremmo a stragi continuamente. A questo punto gettate i televisori e strappate i giornali. Gli uomini nascono buoni e candidi, ma i film, i libri e i fumetti li corrompono. Una sorta di rousseuaismo del nuovo millennio. Il cinema, i libri e i fumetti influenzano senza dubbio la gente, ma il solo pensare che dietro a una strage come quella di Denver possa esserci un fumettista o un regista è un atteggiamento socialmente iniquo, che fa del male ai diretti interessanti quanto al pubblico. I prodotti culturali sono nati per influenzare spettatori e lettori, e questo li rende potenziali armi distruttive o costruttive. E così che va da sempre.Probabilmente l’eccessiva necessità di trovare un senso ai morti di Denver ha fatto vacillare e naufragare numerosi giornalisti italiani e stranieri, e se solo si fossero limitati a raccontare l’evento senza saltare a conclusioni affrettate e avessero analizzato i fatti tenendo conto del contesto americano, la facilità con cui si vendono le armi o le vere motivazioni per cui l’attentatore portava una maschera antigas ad esempio, (o avessero controllato le fonti) i danni avrebbero adesso una portata minore.Il fatto stesso di leggere o vedere Batman ci rende tutti potenziali assassini? Per Aquaro sì. Ma per Aquaro il papà di Batman è Gaiman, quindi non è rilevante.La verità è che una strage come quella di Denver era immaginabile, e difficilmente si sarebbe potuta evitare.

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