SezioneForumFriendsAfter 3.11di Iwai ShunjiA seguito di quanto accaduto lo scorso marzo aFukushima, molti registi hanno interrotto o posticipato i progetti che stavanoseguendo per accorrere e filmare i luoghi del disastro. Anche Iwai Shunji,originario di Sendai, nella prefettura di Miyagi, direttamente coinvolta daglieventi, ne ha sentito la necessità. Il suo film peraltro, si pone con unapproccio particolare: il regista riporta le lunghe discussioni avute con lepersone divenute per lui importanti dopo l’11 marzo 2011, su temi come scienza,politica, interessi personali e altruismo, denaro, responsabilità e rinunciaall’energia nucleare. Uno sguardo ampio per tentare di rispondere a domandebasilari, sul Giappone contemporaneo, sui cambiamenti del Paese a seguito delladrammatica esperienza delle persone, sulle possibilità di un generaleripensamento circa il percorso da intraprendere nel futuro.
Kazoku no kuni (Our Homeland) di Yang Yong-HiNei precedenti documentari Dear Pyongyang e Sona, the other myself, Yang Yong-Hi raccontava la propria storia personale e dei trefratelli che avevano lasciato la famiglia per andare a Pyongyang. In questo nuovo film affronta il periodo, trala fine degli anni ‘50 e i ‘70, in cui più di 90.000 coreani residenti inGiappone emigrarono in Nord Corea in cerca di giustizia e sperando nella finedelle discriminazioni. La vicenda si concentra su di un fratello e una sorella,Sonho e Rie, lui con un approccio remissivo, lei più disponibile alle opportunitàofferte dalla vita, anche a costo di doversi ribellare alla propria famiglia.Il personaggio sembra accennare all’esperienza della regista, a cui è vietatoal momento il rientro in Corea del Nord, il Paese al quale, per sua stessaammissione, si sente profondamente legata.
Mujin chitai (No Man’s Zone) di Fujiwara ToshifumiUnuomo si addentra nella no man’s zonedi 20 km attorno alla centrale di Fukushima, in un paesaggio idilliaco, iciliegi in fiore, incontra le persone che ancora vivono lì e anche strani“fantasmi” in tute bianche. Le radiazioni sono il nemico invisibile. FujiwaraToshifumi propone nel suo documentario immagini molto distanti da quelle didistruzione, proposte dai telegiornali giapponesi. Una voce accompagna leperegrinazioni del regista ed è quella dell’attrice Arsinéè Khanjian,realizzando una cornice filosofica alle immagini stesse. No Man’s Zone è una riflessione profonda sulle relazioni traimmagini e paure, sul difficile rapporto dell’uomo con la natura.
Nuclear Nation di Funahashi AtsushiTerzofilm sul disastro nucleare di Fukushima, NuclearNation, che verrà presentato per la prima volta a Berlino, racconta lastoria di un uomo, sindaco di una città travolta dal disastro, che cercadisperatamente di mantenere unita la propria comunità, ospitata in un sobborgodi Tokyo. Sarà costretto, lui che un tempo era un entusiasta sostenitoredell’energia nucleare, ad affrontare l’esperienza dalla parte delle vittime,alle cui drammatiche richieste spesso viene risposto con insulse banalità oscuse insostenibili.Ilregista ha dichiarato di aspirare a proporre, con i suoi film, un linguaggio“visuale” universale delle emozioni umane, che metta in evidenza non tanto ciòche differenzia le persone, bensì ciò che le unisce.
Koini itaru yamai (The end of puberty) diKimura ShokoFilmd’esordio, The end of pubertyracconta una vicenda ambientata nel mondo delle studentesse giapponesi, netratteggia desideri e ossessioni, come quella di Tsubara per il proprioinsegnante di biologia Madoka. I due finiranno per avere una relazione fisica,che tenteranno di nascondere, ma che verrà scoperta da due compagni di Tsubara,uno dei quali segretamente innamorato di lei… Torbido, intrigante, ma anche,allo stesso tempo, sorprendentemente serio.
NellaSezione Forum anche tre film di Kawashima Yuzo (1918-1963), entrato negliShochiku studios nel 1938, assistente alla regia di Shibuya Minoru e KinoshitaKeisuke, prima di iniziare una propria personale prolifica carriera:Kinoto ashita no aida (Between Yesterday and Tomorrow), 1954SuzakiParadaisu Akashingo (Suzaki Paradise: Red Light), 1956BakumatsuTaiyoden (The Sun in the Last Days of the Shogunate),1957Sezione PanoramaRenta neko (Renta cat) di OgigamiNaokoSayoko (interpretata da Ichikawa Mikako) ogni giornoparte con il suo carretto verso le rive del fiume e mette in affitto i suoigatti, proponendoli come soluzione alla solitudine. Sembra una buona idea perdiverse persone, per un’anziana signora, ad esempio, che ha paura di non averepiù l’età per poterne acquistare uno… per un padre avanti con gli anni, per unimpiegato di una ditta che vende auto, che si sente molto solo… Anche Sayoko è vittima della solitudine, dalla mortedella nonna vive in una casa in mezzo ai suoi animali, il cui miagolio la“protegge” dalle intemperanze verbali dei vicini. Finchè un giorno un uomoriemerge dal suo passato e la vita di Sayoko sembra essere ad una svolta. Ilnuovo film della regista di Toilet,presentato al Festival di Roma 2010.
Sezione GenerationKPlusKikoeteru, furi wo sita dake (Just Pretended to Hear) di Imaizumi KaoriLa storia è quella di Sachi, una ragazzinaintroversa che ha perso la madre, mancata improvvisamente. Rimasta sola con ilpadre, per la ragazza l’unico sollievo è dato da una collana alla quale èattaccato un anello che apparteneva alla madre, e che Sachi ritiene rappresentila madre stessa, sempre vicina a lei a proteggerla.Un giorno a lezione viene negata l’esistenza di unmondo oltre la morte e Sachi si sente improvvisamente vulnerabile, esposta adun vuoto insostenibile.Il regista affronta con sensibilità lo scontro trale credenze dell’infanzia e le razionali ragioni dell’età adulta.
Tra i cortometraggi:Sezione Berlinale Shorts CompetitionGurentoRabitto (The Great Rabbit) di Wada AtsushiUzushio(Uzushio – Whirling Current) di Kawamoto NaokoLI.LI.TA.AL. di Izuhara AkihitoSezione Generation 14Plus Short Films: 663114 di Hirabayashi Isamu
[Claudia Bertolè]