La Trama
Capo del gruppo è l’eclettico Julian Assange (Benedict Cumberbatch), matematico e hacker giramondo con l’ossessione per la verità e per i diritti all’informazione e alla privacy; ad aiutarlo nella pericolosa impresa di rendere “libera” la Rete ( obiettivo che racchiude la metaforica definizione del titolo del film: il Quinto Potere è appunto il diritto alla libertà di informazione che supera il Quarto Potere, ovvero il potere dei mass-media sulle decisioni dei singoli individui) c’è l’hacker tedesco Daniel Domscheit-Berg (Daniel Brühl ), futuro autore del libro,altrettanto assetato di verità, eppure, diversamente dal suo collega, non abbastanza da mettere da parte le implicazioni etiche di un’informazione senza filtri: questo divergenza di vedute causerà un’insanabile rottura tra i due, che minerà dalle fondamenta il principio di libertà sulla quale il gruppo si basa.
La Recensione
Wikileaks, come caso mediatico, ha avuto una risonanza inimmaginabile: la pubblicazione di 72.000 diari di guerra ha messo in crisi l’immagine dello Stato americano, e gli oltre 270.000 documenti diplomatici hanno rischiato di minare, almeno in parte, l’equilibrio delle relazioni fra potenze mondiali; il tutto ad atto di un piccolo numero di persone, cittadini comuni, con mezzi che chiunque potrebbe ottenere, che,armati di computer e qualche idea, hanno per un breve periodo dettato le regole del fare informazione.
Una storia di tale portata, foriera di un’ideologia basata sul diritto al sapere, meritava un film all’altezza dell’argomento: purtroppo “Il Quinto Potere” sceglie di mettere da parte l’aspetto ideologico, soffermandosi molto di più sulle burrascose relazioni fra i personaggi, culminanti in un Lassange/Cumberbatch (famosissimo il suo “Sherlock” per il broadcast inglese BBC) cupissimo, distaccato e manipolatorio,che fa della menzogna la chiave del suo fascino,aspetto volutamente esasperato anche in atteggiamenti da auto-dichiarata schizofrenia, che altro non fanno se non rafforzare l’immagine antieroica e in decadenza del personaggio (voluta e reiterata anche nella locandina del film).
Non a caso, il regista William Condon esce dalla direzione dagli ultimi due film della saga di Twilight, ed è naturale che ci si possa aspettare una propensione ad una sorta di “teen drama”, in questo caso, reso fra Lassange/Cumberbatch e Domscheit-Berg/ Brühl in litigate dal sapore adolescenziale e da “separazioni” a più riprese; senza scordarci che il film si basa sul libro scritto dall’ex collaboratore di Lassange come parte di una campagna diffamatoria nei suoi confronti.
Sfortunatamente, la situazione non migliora nemmeno quando l’intreccio si sposta al di fuori dei bisticci fra i due hacker: le scene che dovrebbero generare tensione (come, ad esempio, il momento di attesa del caricamento delle informazioni sensibili sulle piattaforme di visualizzazione prima che siano pubbliche per il mondo intero) non riescono a trasmette nessun senso di urgenza o di pericolo, lasciando lo spettatore annoiato, nonché stordito dal continuo uso di termini tecnici del mondo dell’informatica oscuri e non esplicitati per i profani, fondamentalmente errati per gli esperti.
Dal punto di vista della fotografia, “il Quinto Potere” cerca di mostrare in immagini l’ambiente underground dell’hacking del Ventunesimo Secolo, con Berlino,i suoi internet cafè e le sue sale conferenze come capitali,ma finisce per cadere in banali stereotipi sul genere (la redazione di Wikileaks è rappresentata infatti come un immaginario ufficio stile anni 50) ed abusare grandemente delle scene di interni.
Sia chiaro: la sceneggiatura fila, la prova d’attore è discreta (Brühl su tutti gli altri)e il film risulta appassionante (a parte alcune scene scontate e un po’ di iniziale lentezza), ma la forzata morale “buonista” del finale, la mancanza di spessore dei personaggi e sopratutto la maniera fin troppo leggera con cui viene trattata la vicenda minano le potenzialità di un buon film drammatico e la possibilità di poter raccontare di come “informazione” e “verità” al giorno d’oggi fatichino a coincidere, e di come la passione e la volontà possano superare qualsiasi barriera. “Cercatevela da soli la verità”? Si, magari in un altro film.
Nazione: USA
Anno: 2013
Genere: Drammatico, Biografico
Durata: 135 minuti
Regia: Bill Condon
Cast: Benedict Cumberbatch. Daniel Brühl, Stanley Tucci, Anthony Mackie,David Thewlis,Alicia Vikande, Peter Capaldi,Carice Van Houten, Dan Stevens, Laura Linney