Un fratello è come uno specchio che evidenzia i nostri difetti.
Una commedia dal contenuto effervescente che tende a sfociare in situazioni del tutto esplosive, la trama del film in modo ironico e leggero riesce ad essere motivo di riflessione su come le grandi divergenze e contrapposizioni caratteriali tra due fratelli possono essere facilmente superate. La ben nota e sorprendente regista Danièle Thompson con “Benvenuti a Saint Tropez” restituisce di fatto un notevole prestigio alla commedia francese di tipo drammatico con aspetti sentimentali e talvolta divertenti.
La regista con la collaborazione di suo figlio Christopher Thompson, sceneggiatore, riesce attraverso il suo ultimo progetto cinematografico a costruire in modo sapiente una sceneggiatura acuta e consistente, evidenziando maggiormente le forti contrapposizioni che vanno a determinarsi in una famiglia francese di religione ebraica. Un incontro-scontro di due fratelli divisi su tutto, due personaggi che restano arroccati sulle loro posizioni e convinzioni mantenendo stili di vita diametralmente opposti; nonostante tutto, attraverso un percorso che collegherà luoghi e situazioni diverse, avranno modo di mettere a nudo egoismi e difetti di entrambi ritrovando motivo per riconciliarsi.
Una strana coincidenza nel medesimo giorno va ad incidere sul rapporto familiare dei due fratelli: Zef ( Eric Elmosnino), solista di musica classica ma anche rigoroso ebreo praticante, è stravolto dal funerale di sua moglie, e Roni (Kad Merad), amante della bella vita, è alle prese con il matrimonio di sua figlia. Questo accavallarsi di eventi opposti non faranno altro che alimentare maggiori dissidi già preesistenti e ulteriori tensioni tra i due fratelli divisi su tutto, nello stile di vita, nelle professioni, ma anche nella scelta delle rispettive mogli; ciò che ancora li unisce è l’anziano padre ultranovantenne Aron (il violinista Ivry Gitlis esordiente come attore) affetto dall’alzheimer che vive nei ricordi di sua moglie, ricevendo grande considerazione e vicinanza dalle sue nipoti Noga (Lou De Laage) e Melita (Clara Ponsot) le rispettive figlie di Zef e Roni, due cugine che contrariamente ai loro genitori hanno stabilito tra loro un legame d’affetto molto profondo. La storia è un susseguirsi di momenti diversi, un percorso che si snoda tra Londra e Parigi, tra New York e Saint Tropez. Lungo queste tappe Zef e Roni troveranno il modo per superare le loro divergenze, riconciliarsi e intrecciare nuovi amori. Zef ritrova la sua armonia e Roni ha una relazione con Giovanna (Monica Bellucci), una ragazza svagata, che non conoscendo la ritualità della religione ebraica si ritroverà a commettere una serie di gaffes colossali.
Entrambi troveranno una risposta ai loro conflitti a Saint Tropez, luogo dei desideri in cui si vivono ambienti e situazioni del tutto diverse: un porticciolo con le sue serate dedite alla sfrenata mondanità; un pineto presso la fortezza, dove si respira una tranquilla e avvolgente atmosfera armonizzata da concerti di musica classica, tutti questi fili in modo geniale finiranno per riallacciarsi trovando nuove convergenze in un finale classico e riconciliante.
Danièle Thompson (figlia del noto regista Gérard Oury) è un’autrice di importanti e riconosciuti successi cinematografici come sceneggiatrice e regista inizialmente ottenuti collaborando con il padre per poi trovare modo di esprimere il suo grande talento attraverso numerosi successi (“Tre uomini in fuga” 1966, “Il tempo delle mele” di Claude Pinoteau 1980, “Un po per caso un po per desiderio” 2007 e “Pranzo di Natale” 2000 che rappresenta il suo esordio registico), oltre che a riconoscimenti e premi di grande prestigio con 4 nomination come migliore sceneggiatura per l’ambito premio “César” (nel 1995 per “La regina Margot”, nel 1999 per “Ceux qui m’aiment prendront le train”, nel 2000 per “Pranzo di Natale”, e nel 2007 per “Un po per caso, un po’ per desiderio”) e una come miglior opera prima per “Pranzo di Natale”. Dal 1999 D. Thompson ha curato la regia di molti progetti cinematografici coadiuvando il figlio C. Thompson che ha intrapreso nel 1999 la carriera di sceneggiatore dimostrando grande talento ( “una vita ad attenderti” di T. Klifa 2004 e “Le heros de la famille” di T. Klifa 2006) . Il giovane inizialmente ha cominciato aiutando la madre in modo affiatato e con grandi risultati mantenendo alta la tradizione familiare legata alla cinematografia e continuando ad alternarsi in ruoli recitativi per diversi film (il suo esordio recitativo con “La Rivoluzione Francese” di R. Enrico 1989).
“Benvenuti a Saint Tropez” con il titolo originale “Des Gens qui s’embrassent” è stato prodotto in Francia nel 2013, e verrà distribuito nelle sale italiane da “Made in Italy” a partire dal 30 Maggio 2013.
di Antonio Gentile