Film perso n°4: Corpo Celeste

Creato il 26 dicembre 2011 da Persogiadisuo
CORPO CELESTE DI ALICE ROHRWACHER
ITALIA, 2011
Commedia drammatica di formazione con Yle Vianello, Anita Caprioli Se ti piace guarda anche: Lourdes, Gomorra, i baci mai dati, Cosmonauta Perché recuperarlo:  perché é stato molto apprezzato all'ultimo festival di Cannes e ha vinto un Nastro d'Argento come miglior regista esordiente, ma ha incassato una miseria
Marta (Yle Vianello) , sua sorella maggiore e sua madre (Anita Caprioli) tornano in Calabria dopo aver vissuto in Svizzera. Marta ha anche l’età per fare la Cresima e si rende conto che la sua preparazione in catechismo non è all’altezza di quella dei suoi coetanei calabresi. La vita della comunità in cui si ritrova questa famiglia di sole donne è fortemente influenzata dalla Chiesa, che detiene ogni tipo di potere: non solo quello religioso, ma anche quello politico, in quanto il prete obbliga i propri parrocchiani a votare un determinato partito,  e quello economico, come si può dedurre dal fatto che la famiglia di Marta paga l’affitto al prete.. Fantastica l’immagine del camioncino elettorale che accompagna la processione... Alice Rohrwacher, sorella dell’attrice Alba, debutta come autrice con un film che tratta con sottigliezza un tema delicato e forte come quello dell’ingerenza del clero nella vita comune degli italiani. Senza essere particolarmente accusatorio o satirico, il film riesce a inserire con grande naturalezza temi molto pesanti, mostrando perfettamente come questioni che in altri contesti nazionali o culturali potrebbero sembrare assurdi in Italia si insinuano con estrema naturalezza nelle vite dei cittadini.   Il film ha avuto l’onore di essere presentato alla Quinzaine des realisateurs del Festival di Cannes, mostrando al pubblico internazionale per l’ennesima volta un’Italia povera, incolta e bigotta. Ma così come c'è anche un’altra Italia, c'è anche  un’altra Marta: la ragazzina ci viene mostrata solo nel contesto domestico e parrocchiale, come se non esistessero la scuola e altri luoghi di formazione e crescita e questo è sicuramente uno dei più grandi limiti del film, incerto se attaccare o semplicemente registrare una realtà introiettata con sottomissione da molti italiani. Così anche una delle scene finali, in cui un crocefisso, quasi rubato dall’ambizioso e speculatore prete, cade nel mare non ha nessun effetto scandaloso: le onde del mare lo cullano dolcemente, così come docilmente i parrocchiali accettano che la Chiesa detti le regole nella loro comunità, spesso stravolgendo la realtà. A Messa, infatti, alcune donne pie faranno girare la calunnia secondo cui è stata Marta a far cadere appositamente il crocefisso. Tra tutti i personaggi, quello che lascia più il segno è la catechista, che ingenuamente dedica la propria vita all’indottrinamento per vedersi umiliata da un vescovo dalle sembianze di Ratzinger che le ricorda, sprezzante ,che lei non ha alcun ruolo nella Chiesa. La Chiesa come luogo di potere, menzogne e corruzione: temi importanti e coraggiosi, ma anche già visti e rivisti al cinema, che qui non sono supportati da una messa in scena particolarmente innovativa o interessante.
VOTO: 6,5
INCASSO TOTALE: 140.000 euro
 

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