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FIlm stasera in tv: GOOD BYE, LENIN! (lun. 13 apr. 2015 – tv in chiaro)

Creato il 13 aprile 2015 da Luigilocatelli

Good Bye Lenin!, La7d, ore 0,30.
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Gran film tedesco del 1993 che dà corpo e vita a molti fantasmi che stazionano nel profondo della nazione dopo la caduta del Muro, la fine della Ddr, la complicata (e a tutt’oggi non completamente risolta) riunificazione delle due Germanie. E dà corpo a un fantasma soprattutto, quella della Ostalgie, come è stata con bella invenzione linguistica battezzata la nostalgia per l’Est, per l’ex Germania Orientale comunista. Nostalgia ambigua e anche densa di rischi, che però ha trovato una sua espressione ludica e apparentemente innocua nella mania collezionistica di tutto ciò che era stato Ddr, i simboli da socialismo reale anche truculento, l’estetica sovietizzante, le macchine Trabant. Good Bye Lenin! si inserisce in questa scia, ed è un clamoroso successo in patria e nel resto del mondo, diventando uno dei film tedeschi di ogni tempo che meglio hanno funzionato al box office. Alla base un’idea semplice ma efficace che consente di imbastire una parabola esemplare su un cruciale e anche traumatico passaggio storico per i tedeschi delle due parti. 1990: da qualche mese il Muro è caduto, ci sia avvia alla riunificazione. Una donna, entrata in coma quando ancora la Ddr esisteva, si risveglia: è una fervente patriota, che non può neppure immaginare una vita all’infuori di quel comunismo in cui è cresciuta. Comunicarle quanto nel frattempo è avvenuto sarebbe per lei uno shock potenzialmente letale, dunque uno dei due figli decide per il suo bene di imbastire una clamorosa messinscena: fingere con lei che la Ddr esista ancora, che tutto va come sempre, riempiendo la sua stanza d’ospedale con un bric-à-brac di oggetti tipicamente est-tedeschi, televisori, simboli di regime. Una realtà simulata e ricostruita, più vera del vero, come l’abbiamo vista molte volte al cinema, da Vogliamo vivere! di Lubitsch a La stangata di George Roy Hill a Argo di Ben Affleck. Solo che stavolta l’idea non nuova viene messa al servizio della Ostalgie e delle pulsioni complicate che percorrono il corpo della Germania. Il regista Wolfgang Becker impagina con abilità e ottiene il più gran risultato della sua carriera. Lancio di un buon attore come Daniel Brühl, che poi apparirà in molte produzioni europee e anche in Inglorious Basterds e Rush. Come antidoto alla Ostalgie, è il caso di vedersi (se lo si becca in qualche modo) La scelta di Barbara di Christian Petzold, ritratto di donna in una plumbea e minacciosa Ddr, uscito un paio di anni fa senza molta fortuna nei cinema italiani.


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