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Film stasera sulla tv in chiaro: LETTERS TO JULIET (giov. 6 nov. 2014)

Creato il 06 novembre 2014 da Luigilocatelli

Letters to Juliet, la5, ore 21,13.

Gael Garcia Bernal e Amanda Seyfried

Gael Garcia Bernal e Amanda Seyfried

Una normale commedia romantica made in Usa. Ma a renderla speciale c’è la mitica coppia Nero-Redgrave, insieme nella vita e in questo film tutto girato in Italia.

Franco Nero e Vanessa Redgrave

Franco Nero e Vanessa Redgrave

Uno di quei film che bisogna vedere anche se ti dicono che sono inguardabili. Bisogna vederli perché contengono qualcosa che li oltrepassa. Questo Letters to Juliet, Lettere a Giulietta, ientra nella categoria. Un chick flick sembrerebbe dei più convenzionali, messo in piedi probabilmente sulla scia del successo di Mamma mia! di cui difatti riprende l’attrice giovane, Amanda Seyfried e replica altri ingredienti, come la location europeo-esotica (là la Grecia, qui l’Italia) e una matura signora (stavolta Vanessa Redgrave al posto di Meryl Streep) che svela a sorpresa trascorse e mai spente passioni. In un’Italia che è sì quest’Italia, ma come si ostinano a vederla gli americani, Chianti, agriturismi, pasta fatta in casa, luoghi d’arte e d’amore da Verona a Siena. Un paese in cui la dolcezza di vivere è sempre a un passo dalla dolce vita. Il che non sarebbe uno scandalo se stereotipi del genere ridessero lustro all’immagine Italia e la aiutassero a richiamare un po’ dei molti turisti emigrati altrove negli ultimi anni. Solo che il beneficio è tutto da verificare.

Dunque, l’americanina Sophie (Seyfried) fa il suo viaggio in Italia con il fidanzato Victor (Gael Garcia Bernal che rinuncia stavolta agli art house movies per buttarsi nel cinema mass-oriented). Lei, giornalista, deve fare un’inchiesta, lui, chef, vuole apprendere tutti i segreti della ristorazione italiana. A Verona Sophie si imbatte nel gruppo di signore che rispondono alla infinite lettere incredibilmente mandate da ogni angolo del mondo al genius loci Giulietta. Lettere che chiedono alla ragazza dello shakespeariano balcone di aiutarle nei loro problemi d’amore. Sophie ne scopre una, datata 1957, di una signorina inglese disperata per aver dovuto interrompere la sua storia con un ragazzo italiano. Sophie contatto la ex ragazza ora signora matura, essendo lei Vanessa Redgrave (anni 73), che decide di tornare, 50 anni dopo, nel nostro paese in cerca del Lorenzo perduto. Non sveliamo niente che già il trailer non sveli dicendo che sì, lo ritrova il suo Lorenzo Bartolini, che compare a cavallo nella campagna toscana e ha la faccia di Franco Nero.

Film stasera sulla tv in chiaro: LETTERS TO JULIET (giov. 6 nov. 2014)

Redgrave e Nero

Vanessa Redgrave ritrova Franco Nero. Dice niente? Hollywwod, 1967. Vanessa Redgrave, reduce dal successo di Blow-up, è sul set di Camelot, ennesimo remake della storia di Lancillotto e Ginevra, ed è lì che incontra Franco Nero. Lei ha 30 anni, rampolla di una aristocratica dinastia di attori inglese, ex moglie del regista Tony Richardson. Lui, 26 anni, viene da Parma, è reduce da spaghetti western come Django che ne hanno fatto una stella popolare, è indiscutibilmente uno degli uomini più belli in circolazione, ma resta un proletario dello star-system. Tutto li divide, eppure succede.
Nessuno però scommette su quella storia nata sul set. Oggi, 2010, invece sono ancora insieme e, come ha svelato qualche mese fa la Redgrave, nel 2006 si sono sposati, anche se segretamente e non ufficialmente (per desiderio di entrambi, ha detto, “il matrimonio non ha vincoli giuridici”). Hanno un figlio, Carlo, ormai quarantenne. Invecchiano accanto, Franco e Vanessa (senza i cognomi, suona come una coppia di coatti da Grande Fratello), ed è difficile immaginare sorte migliore per un amore.

Lettere a Giulietta è interessante perché è lo specchio della vita. Di un pezzo della vita di Vanessa Redgrave e Franco Nero. Claire e Lorenzo nel film si innamorano, si perdono e ritrovano dopo decenni. Vanessa e Franco si amano tra 1967 e primi Settanta poi si lasciano. Lei ha una storia per quasi vent’anni con Timothy Dalton, uno dei tanti James Bond, lui con altre donne, tra le quali l’afrocolombiana Mauricia Mena da cui ha un figlio, Franquito. Quando e come si siano ritrovati non si sa. L’impressione è che si siano sempre amati, nonostante tutto, e che alla fine si siano entrambi rassegnati a questa evidenza, accettandola come ineluttabile.

Il bello di Lettere a Giulietta e la ragione per cui va visto, è che i due si mettono in scena usando un (forse) mediocre film per dirsi e dirci qualcosa di se stessi. Gli occhi di Sophie/Vanessa Redgrave che hanno quel trasalimento (vedere il trailer) quando ritrova Lorenzo/Franco Nero sono gli occhi di un’attrice che sa fare molto bene il suo mestiere o forse altro. Non sappiamo, ma vale la pena andare al cinema e spiarlo, quel momento. Forse hanno girato Lettere a Giulietta perché il loro è sempre stato, fin dall’inizio con Camelot, un amore pubblico, da set, e senza esporsi non possono stare.

Film stasera sulla tv in chiaro: LETTERS TO JULIET (giov. 6 nov. 2014)

Redgrave e Nero insieme in “Un tranquillo posto di campagna” di Elio Petri

Tant’è che tra anni Sessanta e Settanta, nella fase alta della loro storia, girarono in Italia tre film insieme, pazzi e interessanti. Due di Tinto Brass, Drop-out e La vacanza. Uno di Elio Petri, Un tranquillo posto di campagna, che rivisto adesso (lo ha ridato pochi giorni fa Sky), impressiona abbastanza perché sembra a tratti una pubblica e impudica seduta psicanalitica di coppia. Ad accentuare il rispecchiamento e il travaso tra vita e finzione c’è anche che Vanessa Redgrave ha iniziato a girare Lettere a Giulietta solo pochi giorni dopo la morte della sorella Lynn, terzo e ultimo dei lutti che nel giro di pochi mesi l’hanno bersagliata: la scomparsa del fratello Colin e, prima, il fatto più atroce, la morte dopo un incidente sugli sci della figlia Natasha, attrice, moglie di Liam Neeson. Tutto tra marzo e maggio 2009, i mesi terribili nella vita di Vanessa Redgrave. Che però non l’hanno fatta recedere dal set di Lettere a Giulietta, diventato forse il mezzo per anestetizzare il dolore, la concretezza cui aggrapparsi. Anche per questo il film va visto.


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