Riducendo lo spazio ad una serie di non luoghi (la stazione, il vagone di un treno, la cabina di un vettore, lo schermo di un computer, la mente dei protagonisti) e depotenziando l’action dagli strumenti della forza - pallottole, pistole e marchingegni tecnologici rimangono sempre ai margini - Jones utilizza la natura reversibile dello “strumento” cinematografico per inventare una variazioni di immagini olografiche che finiscono per diventare l’unico simulacro di una possibile verità. Coinvolgendo lo spettatore verso una duplice deception, la prima messa in atto per sventare l’attentato, la seconda per scoprire i piani dimensionali in cui la storia si sviluppa, il film umanizza gli aspetti tecnologici (montaggio e sonoro, ma anche la fotografia, pastosa come la malinconia del protagonista) facendone condizione indispensabile per l’espressione di uno stato emotivo, dei protagonisti così come dei comprimari, altrimenti sacrificato alle caratteristiche sincopatiche dell’intreccio.
Riducendo lo spazio ad una serie di non luoghi (la stazione, il vagone di un treno, la cabina di un vettore, lo schermo di un computer, la mente dei protagonisti) e depotenziando l’action dagli strumenti della forza - pallottole, pistole e marchingegni tecnologici rimangono sempre ai margini - Jones utilizza la natura reversibile dello “strumento” cinematografico per inventare una variazioni di immagini olografiche che finiscono per diventare l’unico simulacro di una possibile verità. Coinvolgendo lo spettatore verso una duplice deception, la prima messa in atto per sventare l’attentato, la seconda per scoprire i piani dimensionali in cui la storia si sviluppa, il film umanizza gli aspetti tecnologici (montaggio e sonoro, ma anche la fotografia, pastosa come la malinconia del protagonista) facendone condizione indispensabile per l’espressione di uno stato emotivo, dei protagonisti così come dei comprimari, altrimenti sacrificato alle caratteristiche sincopatiche dell’intreccio.
Potrebbero interessarti anche :