[Film Zone] Blade Runner #distopia

Creato il 08 maggio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

Abbiamo deciso di dedicare il mese di maggio alla Distopia, ossia un futuro in cui le tendenze dell’attuale società si evolvono fino a creare un mondo indesiderabile.
Come potrei non iniziare il mio contributo all’iniziativa con un’opera distopica e marcatamente fantascienfica?

Quello che intendo recensire è “Blade Runner”, un famoso classico di qualche anno fa, ispirato dal romanzo “Il cacciatore di Androidi” di Phillip K. Dick, considerato uno dei più importanti scrittori statunitensi del XX secolo e precursore del filone Cyberpunk.

Titolo originale: Blade Runner
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Hampton Fancher e David Webb Peoples
Anno: 1982
Durata: 117 minuti
Genere: Fantascienza
Cast: Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Daryl Hannah, Joe Turkel
Voto:

Blade Runner si svolge nell’anno 2019, quindi un futuro non troppo lontano, in un ambiente fortemente distopico. La Terra è stata devastata dall’inquinamento ed è ormai sovraffollata e invivibile. Chi ha potuto si è  traferito sulle colonie Extramondo, mentre coloro che sono rimasti sulla Terra si ritrovano su un pianeta dove ormai la gran parte delle forme di vita indigene si è estinta, tanto che l’uccisione di qualunque animale è vietata dalla legge. Il film è ambientato nella città di Los Angeles, perennemente circondata dal fumo prodotto dall’inquinamento, che oscura il Sole e genera una perenne pioggia torrenziale. Le strade sono sempre umide e piene di rifiuti, attraversate da varia umanità, spesso caratterizzata dalla povertà.
Enormi e imponenti grattacieli si stagliano accanto a edifici più antichi, adattati grossolanamente alla tecnologia del 2019 per mezzo di tubature e cavi che ne deturpano le facciate. Guardando il film, salta subito all’occhio la totale assenza di bello: non ci sono edifici o ambienti esteticamente gradevoli, tutto è tetro e indesiderabile. Inoltre, la gran parte degli esterni è girata in luce notturna.
Elemento centrale della vicenda sono i Replicanti, esseri biologici artificiali esternamente simili agli esseri umani e dotati di simile intelligenza ma molto più forti fisicamente, creati come forza lavoro a basso costo. I loro progettisti, temendo che potessero nel tempo iniziare a provare emozioni proprie, li hanno dotati di un limite di longevità, quindi ogni Replicante può vivere solo quattro anni. L’unico modo per distinguerli dagli umani è quello di fare uno specifico test sulle loro reazioni, più veloci di quelle umane.

La vicenda narrata nel film inizia quando sei replicanti di tipo Nexus6, tre maschi e tre femmine, fuggono dalle colonie Extramondo e raggiungono Los Angeles per infiltrarsi nella fabbrica della Tyrell Corporation dove sono stati creati, nella speranza di trovare un modo per posticipare la loro imminente fine. Rick Deckard (interpretato da Harrison Ford), ex membro della squadra speciale della polizia “Blade Runner”, viene richiamato in servizio per dare la caccia ai replicanti sfuggiti al controllo. Nel corso del film, Deckard incontrerà un prototipo di replicante che non sa di esserlo, senza la limitazione di età, e i replicanti fuggitivi si ritroveranno faccia a faccia col loro creatore: il dottor Eldon Tyrell (interpretato da Joe Turkel).

Blade Runner, alla sua prima uscita, non riuscì nemmeno a rientrare dell’investimento necessario per produrlo, ma è stato quasi unanimemente elogiato dalla critica, vincendo numerosi premi. Ha più o meno influenzato tutta la cinematografia fantascientifica successiva. È una pellicola che spinge a porsi delle domande, come “Cosa è davvero una persona?”; inoltre si confronta con non facili temi filosofici, come la paura della morte, l’impotenza verso eventi più grandi e indipendenti dalla propria volontà o la generosità disinteressata.

Celebre è la frase pronunciata appena prima di morire, dal replicante Roy Batty (interpretato da Rutger Oelsen Hauer): “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.

In definitiva, è un film che vale la pena di guardare, ma non è per tutti: ci sono alcune scene un pochino forti che potrebbero turbare i più sensibili. Ma in ogni caso, non dovrebbe mancare nella videoteca di un vero amante del cinema o di un amante del genere distopico.


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