Filobus

Creato il 22 febbraio 2012 da Upilmagazine @UpilMagazine

Chi conta ostinatamente i giorni di ritardo rispetto alla partenza prevista (quasi quattro anni fa), chi chiede confronti pubblici sul tema, chi distribuisce colpe, chi le scansa e chi, semplicemente, ha convenienza a stare zitto. E intanto la ragnatela aerea del filobus è sempre lì, a tormentare occhi e stomaco.
Noi proponiamo perciò un gioco: addormentiamoci……. un sonno breve ma lungo.. addormentiamoci tutti, compresi i paggetti del Comune che all’epoca lasciarono fare chi s’era arrogato troppo potere per fare senza chiedere. Riapriamo gli occhi dopo un riposo catartico, capace di cancellare pensieri e attese dei giorni precedenti.
E girando per la città, guardandola come fosse la prima volta, senza gli occhi dell’abitudine, come turisti in casa propria, tutti a chiedersi: questi pali, questi fili, perché sono qui? Se servivano, a cosa servivano? Quale uso potevano costituire? Chi ne beneficia? Chi ne conosce l’utilità collettiva? Chi, insomma, sa dire a cosa servano?
Nessuno sa dare risposta per uno strumento che nessuno ha mai visto in azione. Nessuno in grado di avanzare ipotesi di pubblico vantaggio da parte di una simile mostruosità.
E poiché risposta non c’è, ecco il secondo quesito: Sono belli? Noo! Sono brutti? Sìì!
E allora considerare: se non servono, se non lavorano, se non apportano un beneficio pratico, perché sopportarne la bruttezza estetica ed il senso di oppressione su una città che ama, il sole, il cielo e l’arte?
Domanda che include anche la risposta: Eliminiamoli!

Question: la città di Lecce sarà in grado di svegliarsi un giorno?

Il giudizio Estetico – Esprime quella parte di ogni individuo che gidica il bene e il bello non in assoluto ma nella sicurezza dell’estetica del suo gruppo e nella immaginaria libertà della sua scelta
(Andrè Leroi-Gourhan)
 


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