...fin che duri il letargo o s'ecciti la vita. Per un ricordo di Andrea Zanzotto

Da Silviamaestrelli

“Improbabile esistere di ora
in ora allinea me e le siepi
all'ultimo tremore
della diletta luna,
vocali foglie emana
l'intimo lume della valle E tu
in un marzo perpetuo le campane
dei Vesperi, la meraviglia
delle gemme e dei selvosi eccelli
e del languore, nel ripido muro
nella strofa scalfita ansimando m'accenni;
nel muro aperto da piogge e da vermi
il fortunato marzo
mi spieghi tu con umili
lontanissimi errori, a me nel vivo
d'ottobre altrimenti annientato
ad altri affanni attento
Sola sarai, calce sfinita e segno,
sola sarai fin che duri il letargo
o s'ecciti la vita.
...............
E marzo quasi verde quasi
meriggio acceso di domenica
marzo senza misteri
inebetì nel muro”.

“Colloquio”, Andrea Zanzotto
Ci lascia uno dei poeti più grandi del secondo Novecento.
Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 – Conegliano, 18 ottobre 2011).

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